Sanzioni INPS dopo verifica Agenzia Entrate è valida? Sentenza tribunale 2023 e cosa fare se accade

Se al presidente dell'Inps sono affidati i ricorsi in materia di contribuzione per il Tfr, il Comitato amministratore ha una lunga lista di casi di cui occuparsi.

Autore: Chiara Compagnucci
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Sanzioni INPS dopo verifica Agenzia Entr

Dopo verifica dell'Agenzia delle entrate, l'Inps può comminare sanzioni?

Secondo il Tribunale di Siracusa, l'Istituto nazionale della previdenza sociale non può chiedere i contributi previdenziali basandosi solo su un accertamento dell'Agenzia delle entrate.

Quando ci sono di mezzo questioni fiscali, la parte procedurale vale quanto quella sostanziale. In pratica, va rispettato l'intero iter amministrativo passo dopo passo. In caso contrario, il contribuente può proporre ricorso con legittime speranze di vittoria.

Una recentissima sentenza del Tribunale di Siracusa relativa alla validità delle sanzioni Inps dopo verifica dell'Agenzia dell'entrate conferma questo principio ma va anche ben oltre. Esaminiamo cosa è successo e quali sono le implicazioni:

  • Dopo verifica dell'Agenzia delle entrate, l'Inps può comminare sanzioni o no

  • Sentenza tribunale 2023 sulle sanzioni dell'Inps in seguito a verifica del fisco

Dopo verifica dell'Agenzia delle entrate, l'Inps può comminare sanzioni o no

Secondo l'importante sentenza del tribunale le sanzioni Inps sono valide se sono motivate senza alcun collegamento a una verifica dell'Agenzia delle entrate. In caso contrario, il contribuente può proporre ricorso per l'annullamento. Più esattamente, può farlo solo da chi ha un interesse concreto e attuale. Deve procedere in carta semplice con sottoscrizione dell'interessato o, in alternativa, tramite la procedura telematica Ricorsi online, accessibile dal sito web dell'Istituto di previdenza.

In assenza di questi requisiti, non può essere proposta opposizione. Allo stesso tempo, il ricorso all'Istituto nazionale della previdenza sociale non è ammesso se la materia non è di competenza dell'Inps o se è stato presentato prima che siano scaduti i termini per l'emissione del provvedimento. Semaforo rosso, come abbiamo visto, in mancanza di un interesse concreto e attuale del ricorrente.

Ma anche se è predante da una persona non legittimata ad agire o se il comitato deputato alla decisione si è già pronunciato sullo stesso provvedimento. Così come se sono già scaduti i termini per la proposizione dell'opposizione giudiziaria.

Può invece agire un intermediario abilitato, purché il ricorso contenga i dati identificativi del ricorrente, l'oggetto riferito all'atto che si intende impugnare e la motivazione sulla base della quale si impugna il provvedimento.

Sentenza tribunale 2023 sulle sanzioni dell'Inps in seguito a verifica del fisco

Secondo il Tribunale di Siracusa, l'Istituto nazionale della previdenza sociale non può chiedere i contributi previdenziali basandosi solo su un accertamento dell'Agenzia delle entrate. Di conseguenza, la richiesta è illegittima e, come nel caso oggetto del ricorso, l'Inps viene anche condannato al pagamento delle spese di giudizio a favore del contribuente.

Tuttavia, il contribuente non può proporre ricorso quando si rilevano meri errori di calcolo nella determinazione delle prestazioni previdenziali; in questa ipotesi, è comunque possibile presentare un’istanza all’Inps in autotutela. O quando la domanda è relativa a un giudizio già instaurato dalla pubblica amministrazione, senza che l’interessato abbia ricevuto alcuna preventiva comunicazione dell’atto da impugnare.

Stessa cosa quando la controversia verte solo sull’interpretazione di una disposizione di legge o quando il ricorrente domanda un provvedimento d’urgenza. E infine nei procedimenti di opposizione alle cartelle di pagamento.

Se al presidente dell'Inps sono affidati i ricorsi in materia di classificazione dei datori di lavoro e contribuzione per il fondo garanzia per il Tfr, il Comitato amministratore del Fondo pensioni lavoratori dipendenti ha una lunga lista di casi di cui occuparsi.

Pensiamo ad esempio ai ricorsi in materia di contributi dovuti alla gestione speciale ex Enti pubblici creditizi; alla contribuzione obbligatoria al Fpld ed ai fondi sostitutivi; alla retribuzione imponibile lavoratori dipendenti; contributi figurativi nell’assicurazione Ivs; ai riscatti e alla costituzione di rendita vitalizia; agli sgravi contributivi per calamità naturali; alle differenze nelle aliquote contributive; alla compensazione e cessione crediti; alla ricongiunzione dei contributi; all'obbligo di assicurazione Inps; ai contributi volontari.

Se al presidente dell'INPS viene affidato un ricorso su un contributo di fine rapporto, il Consiglio di amministrazione ha un ampio elenco di questioni da affrontare.

Se al presidente dell'Inps sono affidati i ricorsi in materia di contribuzione per il Tfr, il Comitato amministratore ha una lunga lista di casi di cui occuparsi.