La scelta è condizionata dalla disponibilità di liquidità e dall'importo della spesa. Queste formule convengono per chi non ha liquidità sufficiente per anticipare la cifra richiesta e recuperarla con la dichiarazione dei redditi nell'arco di 5 anni. Ma anche a chi non la capienza fiscale sufficiente per coprire tutte le spese.
Sono numerose le novità che il nuovo bonus ristrutturazione porta con sé, a iniziare dalla possibilità di fruire di una maxi facilitazione economica al 110%. Ma non sfugge l'ampio ambito di applicazione di questa detrazione.
Norme alla mano, sono infatti agevolati anche i lavori di coibentazione e cambio della caldaia con impianti ad alta efficienza così come la messa in sicurezza sismica.
Stessa cosa per l'installazione di impianti fotovoltaici, colonnine di ricarica e altri interventi oggetto del precedente ecobonus se nel contesto di lavori di risparmio energetico. Ma c'è anche un altro motivo di interesse e sono le modalità di utilizzo.
Tra sconto fattura e cessione del credito, il bonus ristrutturazione può essere recuperato in cinque rate annuali. In alternativa alla detrazione il beneficiario può infatti scegliere la cessione del credito o lo sconto in fattura e sono oggetto del medesimo trattamento anche gli altri bonus sui lavori e il risparmio energetico.
La regola generale prevede che la detrazione fiscale si applichi solo per spese sostenute tra il primo luglio 2020 e il 31 dicembre 2021. Adesso vediamo
Non solo la detrazione in dichiarazione dei redditi perché il bonus ristrutturazione 100% può essere fruito anche attraverso la cessione del credito o lo sconto in fattura. Il governo ha fissato la regola generale e spetta adesso all'Agenzia delle entrate fissare tutti i dettagli.
Solo con la conoscenza di tempi e i modi per l'utilizzo di questi strumenti, il contribuente riesce a farsi un'idea chiara dell'effettiva convenienza a cavalcare questa opportunità.
E vale anche per le imprese che eventualmente si accollano le spese a fronte di incassi azzerati. In linea di massima, si tratta di opzioni convenienti per chi non ha liquidità sufficiente per affrontare le spese dei lavori e recuperarli in sede di dichiarazione dei redditi in 5 anni.
Senza dimenticare che non solo esiste un tetto massimo di spesa che non può essere oltrepassato, ma bisogna tenere conto della propria capienza fiscale per verificare se l'intero importo della spesa (sempre nel limite di spesa consentito dalla normativa) può essere effettivamente recuperato. In caso contrario non tutta la cifra può essere recuperata e gli interventi di ristrutturazione non saranno a costo zero.
Il vantaggio della formula della cessione del credito va dunque ricercato nella possibilità reale di mettere nelle mani della propria banca, di un intermediario finanziario o addirittura dalla stessa ditta che esegue i lavori, la gestione del credito.
C'è però uno svantaggio di cui tenere conto: la quota agevolabile non è del 110% ma del 100% ovvero del 90% nel caso della messa in sicurezza sismica nelle zone 1, 2 e 3.
Con lo sconto in fattura, l'impresa deve fatturare tutto il corrispettivo indicando l'ammontare della riduzione. Dopodiché può recuperare lo sconto con un credito d'imposta da utilizzare in compensazione con le imposte e contributi dovuti.