Le tasse dovute su una casa in affitto sono diverse e prevedono in particolare l’imposta di registro, l’imposta di bollo, Irpef, Imu, Tasi e Tari, molte variabili perché stabilite dai singoli Comuni di residenza. Tasi e Tari nei casi di immobili in affitto sono a carico degli inquilini.
Affittare una casa di proprietà può diventare una rendita mensile ma prima di procedere ad eventuali stipule di contratti di affitto è bene sapere che vi sono delle regole da seguire e anche delle imposte da pagare. E i prezzi e i costi degli affitti ovviamente possono variare e di molto se l'affitto lo si paga a Milano, Napoli, Torino, Roma, Genova, Verona, Reggio Calabria, Palermo, Bologna, Firenze o altre città più piccole, considerando anche le differenze che vi sono, comunque, tra i vari quartieri e zone di queste grandi città appena citate
Quando si decide di affittare casa pagare è bene sapere che le diverse tasse da pagare prevedono: l’imposta di registro, l’imposta di bollo, Irpef, Imu, Tasi e Tari. L’importo dell’imposta di registro varia a seconda dell’immobile locato e per gli immobili in affitto per uso abitativo è del 2% del canone annuo, moltiplicato per le annualità del contratto; l’imposta di bollo, invece, è di 16 euro ogni 4 facciate scritte del contratto da registrare e, comunque, ogni 100 righe e se può scegliere di pagare l’imposta di bollo tramite addebito in conto corrente, sia che si registri il contratto presso un ufficio sia che si registri online.
Per quanto riguarda la tassazione Irpef, finendo il canone di locazione, anche di 400 euro, tra i redditi soggetti all’Irpef (Imposta sul reddito delle persone fisiche), si paga in base ai diversi scaglioni di reddito e sono dovute anche addizionali comunale e regionale.
E ci sono, infine, le imposte sugli immobili da pagare anche nel caso di case in affitto, dall’Imu sulla proprietà, alla Tasi sui servizi indivisibili comunali, imposte le cui aliquote di pagamento variano da Comune a Comune che può autonomamente e singolarmente decidere quanto far pagare queste tasse di anno in anno.
Il pagamento di Imu e Tasi dipende dunque dal Comune in cui si trova l’immobile affittato. Nei casi di una casa in affitto l’Imu deve essere pagata dal proprietario ma la Tasi deve essere pagata dall’inquilino interamente se dovuta. Altro pagamento dovuto è quello per la Tari sui rifiuti che, però, nel caso di case in affitto, esattamente come la Tasi, è completamente a carico dell’inquilino che occupa l’immobile.
Per evitare di pagare tutte le imposte previste, per l’affitto di case si può optare anche per il regime della cedolare secca che rappresenta un’unica tassa che sostituisce Irpef, addizionale comunale e regionale, imposta di registro e imposta di bollo e si calcola sul totale dei canoni di locazione. Nel caso della cedolare secca, il canone di affitto pagato non si somma agli altri redditi percepiti dal proprietario dell’immobile e non aumenta la sua base imponibile Irpef.
L’affitto con cedolare secca, che è un regime decisamente più conveniente rispetto all’ordinario, prevede due aliquote:
Ponendo l’esempio di affitto di una casa a 400 euro al mese, considerando tutte le imposte sopra riportate, è bene sapere che per i contratti 4+4 si arriva a pagare anche l’80% dell’importo che si percepisce, che può scendere al 50% dell’intero importo nei casi di affitti a canone agevolato.
Ma molto dipende chiaramente dal Comune in cui si trova l’immobile da affittare, considerando che tra le tasse da considerare vi sono le addizionali, che sono locali, e l’Imu, la cui aliquota viene stabilita dal proprio Comune di residenza.
In ogni caso, potremmo dire, che in generale su un affitto di 400 euro, dovendo pagare imposta di registro, di bollo, Irpef, Imu, circa metà dell’affitto, se non qualcosina in più in alcuni casi, finisce in tasse.
Le tasse sarebbero inferiori nel caso in cui si dovesse optare per l’affitto a 400 euro con la cedolare secca soprattutto nel caso di contratti a canone concordato per cui è prevista un'aliquota del 10% più sole imposta di registro e bollo e l'Imu da calcolare in abse ad aliquota del proprio Comune e da versare in due rate annuale di acconto e saldo.