L’attivazione della cassa integrazione rappresenta un percorso complesso di gestione del personale all’interno di aziende in temporanea o prolungata difficoltà. Un tema particolarmente discusso riguarda la possibilità per un’impresa, che stia usufruendo di ammortizzatori sociali come la cassa integrazione, di procedere ad assunzioni di nuovi lavoratori. Nel 2025 la normativa, insieme alle prassi dei Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro (CCNL), offre una cornice regolatoria articolata, nella quale esigenze aziendali, requisiti di legge e tutela occupazionale devono essere attentamente ponderati.
La cassa integrazione guadagni (CIG) costituisce uno dei principali ammortizzatori sociali previsti dall’ordinamento del lavoro italiano, destinato a proteggere i lavoratori dipendenti in caso di sospensione o riduzione dell’attività lavorativa per motivi non imputabili alla loro volontà. Sono previsti diversi tipi di CIG:
I destinatari includono quadri, impiegati, operai, apprendisti e soci-lavoratori di cooperative. Sono invece esclusi i dirigenti e la maggior parte dei lavoratori a domicilio. L’indennità corrisposta garantisce al lavoratore circa l’80% della retribuzione perduta per le ore non lavorate, con modalità di erogazione differenti tra anticipo in busta paga e pagamento diretto da parte dell’INPS, in funzione della solidità economica dell’azienda.
La normativa vigente non prevede un divieto assoluto all’assunzione durante periodi di CIG; tuttavia, esistono vincoli e condizioni rilevanti ai fini della legittimità della procedura di assunzione.
Condizioni per l’assunzione durante CIG:
Alcune tipologie contrattuali atipiche, come il lavoro intermittente o determinate somministrazioni, sono invece escluse qualora prevedano lo svolgimento delle stesse mansioni dei lavoratori già sospesi. Resta ferma l’opportunità, per il datore di lavoro, di produrre idonea documentazione a giustificazione del ricorso a nuove assunzioni, per evitare contenziosi.
L’eventuale assunzione di nuovi lavoratori durante la cassa integrazione richiede cautela e una rigorosa documentazione delle ragioni sottostanti. Restano ferme alcune limitazioni:
L’evidenza normativa e contrattuale impone di privilegiare la ricollocazione dei dipendenti già occupati e attivare nuove selezioni solo in caso di effettiva necessità organizzativa, produttiva o per lo svolgimento di nuove mansioni non coperte dai ruoli in sospensione. Questo quadro, rafforzato dalle linee guida di INPS e CNEL, è stato confermato dalle più recenti circolari ministeriali, tra cui la Circolare INPS 62/2024, che rinnova principi e cautele sull’argomento.