Se chiedo trasferimento di sede quando mi deve essere dato obbligatoriamente per CCNL 2023

Ecco gli aggiornamenti normativi riguardo ai casi in cui l'impresa è obbligata ad accettare la richiesta del dipendente di essere trasferito di sede

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
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Trasferimento di sede, quando va concesso al lavoratore?

Il trasferimento di sede deve essere dato obbligatoriamente a un lavoratore nel caso in cui il genitore o il familiare assiste con continuità e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di grave handicap.

Il trasferimento del lavoratore da una sede all'altra è una opzione da tenere sempre in considerazione. Sempre e solo se ci sono le condizioni per concretizzarlo ovvero se l'impresa dispone di almeno una seconda sede. Se c'è quindi un aspetto interessante da approfondire è quello relativo ai casi in cui l'impresa è obbligata ad accettare la richiesta del dipendente.

Da una parte l'azienda può chiedere al dipendente di cambiare sede ovvero può imporre il trasferimento da una unità produttiva all'altra se ricorrono comprovate ragioni tecniche, organizzative e produttive.

Se il trasferimento avviene all'interno della stessa unità produttiva, non occorrono motivazioni. L'opzione del trasferimento può essere attivata in caso di incompatibilità ambientale, facendo presente che il cambio di sede non va considerato una sanzione. Approfondiamo allora le disposizioni in materia tra:

  • Trasferimento di sede, quando va concesso al lavoratore

  • Fra trasferimento di sede e indennità al dipendente

Trasferimento di sede, quando va concesso al lavoratore

La normativa vigente disciplina anche i casi in cui il trasferimento di sede avviene su esplicita iniziativa del lavoratore. Punti di riferimento, oltre alle disposizioni generali in materia, sono in singoli Contratti collettivi nazionali di lavoro.

Ebbene, secondo la legislazione vigente, la concessione del trasferimento del datore di lavoro a favore di altri dipendenti, in caso di rifiuto arbitrario da parte del datore di lavoro, potrebbe essere considerata illegittima in quanto il provvedimento di trasferimento deve essere comunque ispirato da principi di correttezza e buona fede.

Il trasferimento di sede deve essere dato obbligatoriamente al lavoratore nel caso in cui il genitore o il familiare assiste con continuità e in via esclusiva un parente o un affine entro il terzo grado portatore di grave handicap. Sono però indispensabili due precisazioni.

Innanzitutto questa opzione è concessa sia ai lavoratori pubblici che a quelli privati. Dopodiché il diritto di scegliere la sede di lavoro più vicina al domicilio della persona da assistere resta subordinata alla reale possibilità di fare richiesta. In pratica l'azienda deve comunque poter contare su una sede supplementare. A corollario di questa opzione, il lavoratore non può essere trasferito dal datore di lavoro ad altra sede senza il proprio consenso.

Fra trasferimento di sede e indennità al dipendente

Al netto delle particolarità presenti nei Ccnl 2023, l'erogazione dell'indennità di trasferimento è esclusa per i trasferimenti richiesti dal lavoratore in quanto non viene riscontrata l'esigenza di compensarlo per il disagio provocato dal cambiamento del luogo di lavoro. Disposizioni alla mano, l'indennità ha natura retribuiva e se non è esclusa dagli accordi collettivi o individuali, viene conteggiata insieme agli altri elementi retributivi.

Secondo quanto stabilito dalla giurisprudenza, in mancanza di prova da parte dell'imprenditore della sussistenza delle comprovate esigenze tecniche, organizzative e produttive che giustifichino lo spostamento del personale, l'irreparabilità del pregiudizio consiste nella lesione del diritto del lavoratore a prestare l'attività lavorativa presso la sede di lavoro alla quale è stato assegnato, in considerazione della possibilità di coltivare e approfondire quelle relazioni e quegli interessi familiari e personali che verrebbero seriamente limitati o addirittura impediti dallo svolgimento altrove dell'attività lavorativa.

E ancora: nel caso di trasferimento del lavoratore è esperibile il procedimento d'urgenza. In questo caso è idonea a configurare il periculum in mora previsto da tale norma l'impossibilità per il lavoratore di far valere i suoi diritti in via ordinaria derivante dalla ristrettezza temporale tra la data di adozione del provvedimento e quella dell'attuazione del medesimo.

Infine, è ammissibile il ricorso alla procedura d’urgenza per impugnare un provvedimento di trasferimento, potendo individuarsi il pregiudizio imminente e irreparabile, laddove il trasferimento assuma il valore di sanzione disciplinare, nella lesione della dignità del lavoratore.