Se con partita Iva guadagno 1000-1500 euro al mese lordi, all'anno sono netti tra quasi 9.000 e 14.000 euro.
Se c'è un errore che lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva non devono commettere è di illudersi che il fatturato coincida con il guadagno netto. Si tratta di uno sbaglio che può riguardare soprattutto chi è alle prime armi.
Perché è solo a distanza di tempo che occorre passare alla cassa per versare al fisco quanto dovuto. Ma anche all'istituto di previdenza i contributi richiesti, parte dei quali corrisposti dal committente e parte e dal lavoratore stesso. Senza dimenticare i costi supplementari che è eventualmente chiamato a pagare. Ci riferiamo in particolare all'onorario richiesto dal commercialista per la tenuta della contabilità. Cerchiamo allora di quantificare meglio queste spese con un esempio concreto e più precisamente:
Guadagno lordo 1000-1500 euro al mese, qual è il netto per una partita Iva nel 2022
Perché aprire una partita Iva nel 2022 nonostante la differenza tra netto e lordo
Per comprendere qual è il guadagno netto all'anno nel caso in cui quello lordo sia tra 1.000 e 1.500 euro al mese occorre in prima battuta tenere conto delle aliquote fiscali. In regime di partita Iva occorre tenere conto di 5 scaglioni di reddito ed esattamente:
fino a 15.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 23% di aliquota, 23% del reddito (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni)
da 15.001 fino a 28.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 27% (aliquota), 3.450 + 27% sulla parte oltre i 15.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni)
da 28.001 fino a 55.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 38% (aliquota), 6.960 + 38% sulla parte oltre i 28.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni)
da 55.001 fino a 75.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 41% (aliquota), 17.220 + 41% sulla parte oltre i 55.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni)
oltre 75.000 euro di reddito imponibile è prevista l'applicazione del 43% (aliquota), 25.420 + 43% sulla parte oltre i 75.000 euro (imposta dovuta sui redditi intermedi compresi negli scaglioni)
Dopodiché lavoratori autonomi e professionisti con partita Iva devono conteggiare i contributi previdenziali, le cui quote variano in base alla cassa o all'istituto a cui aderiscono. Se facciamo l'esempio dell'Inps, nel caso di soggetti non assicurati presso altre forme pensionistiche obbligatorie, la quota è pari al 25,98%, per i soggetti titolari di pensione o provvisti di altra tutela pensionistica obbligatoria al 24%.
Ecco quindi che se con partita Iva guadagno 1000-1500 euro al mese lordi, all'anno sono netti tra quasi 9.000 e 14.000 euro.
Considerando la notevole differenza tra netto e lordo, ci si potrebbe domandare per quale ragione aprire una partita Iva nel 2022. La ragione è molto semplice: per chi svolge un'attività lavorativa con continuità e non ha un rapporto di subordinazione con un'azienda, si tratta di un vero e proprio obbligo di legge. Non è quindi una scelta, ma un passaggio amministrativo e fiscale richiesto dalle disposizioni vigenti.
Per aprire la partita Iva basta la presentazione all'Agenzia delle entrate del modello AA9/7 entro 30 giorni dall'inizio dell'attività. Oltre al codice Ateco, bisogna indicare il tipo di partita Iva tra ordinaria o forfettaria. La principale differenza è l'aliquota agevolata al 15% anziché secondo scaglioni di redditi nel forfettario, ma con il limite di ricavi e compensi annuali a 65.000 euro annui. La pratica di apertura e riapertura della partita Iva può essere svolta anche con un professionista abilitato per via telematica.
Per l'attribuzione della partita Iva non ci sono costi da sostenere, a meno di un fallimento in corso, non ci sono impedimenti. Quando il lavoratore con partita Iva incassa il corrispettivo deve emettere fattura in duplice copia: una al cliente e una da conservare per la contabilità personale. La contabilità si fonda sul principio di cassa e non su quello della competenza. Costi e ricavi sono considerati solo nell'esercizio in cui sono pagati e quindi non conta la data di emissione delle fatture.
Quando si considera la differenza principale tra netto e totale Molte persone potrebbero chiedersi perché la partita IVA è aperta nel 2022, le ragioni e i calcoli per farlo.