Se ho una Naspi bassa e sono disoccupato come posso aumentarla secondo bonus e agevolazioni 2022

Quali sono le soluzioni possibili per aumentare l’importo di una Naspi troppo basso usando bonus e agevolazioni disponibili e compatibili

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Se ho una Naspi bassa e sono disoccupato

Se ho una Naspi bassa e sono disoccupato come posso aumentarla?

Secondo quanto previsto dalle leggi in vigore, si può aumentare l’importo Naspi se troppo basso e si è disoccupati con bonus e agevolazioni che siano compatibili con la prestazione nonché cercando lavori compatibili con la Naspi. Bonus e agevolazioni che si possono cumulare con la Naspi per aumentarne un importo troppo basso sono, per esempio, reddito di cittadinanza, assegno unico per figli, bonus 200 euro una tantum, carta acquisti.
 

Se ho una Naspi bassa e sono disoccupato come posso aumentarla secondo bonus e agevolazioni 2022? Se ci si trova in uno stato di disoccupazione involontaria, le leggi in vigore permettono di fare domanda per avere l’indennità di disoccupazione Naspi a condizione di soddisfare specifici requisiti e che viene erogata secondo specifiche regole e calcoli. Vediamo come aumentare l’importo Naspi se dovesse risultare troppo basso.

  • Naspi per disoccupati e regole di calcolo
  • Come aumentare importo Naspi se troppo basso e disoccupato con bonus e agevolazioni 2022

Naspi per disoccupati e regole di calcolo

L’importo di Naspi di disoccupazione che si percepisce non è uguale per tutti ma cambia in base a determinati fattori e tipologie di lavori svolti. Il calcolo della Naspi si basa sulla somma degli stipendi imponibili ai fini previdenziali Inps degli ultimi 4 anni. Secondo quanto stabilito dalle leggi in vigore, per poter chiedere la Naspi bisogna aver versato almeno 13 settimane di contributi nei quattro anni precedenti l'inizio del periodo di disoccupazione. 

Sono considerati ultimi ai fini del calcolo dell’indennità di disoccupazione Naspi le seguenti tipologie di contributi: 

  • contributi figurativi accreditati per maternità obbligatoria;
  • periodi di astensione dal lavoro per malattia dei figli fino agli otto anni, per massimo cinque giorni lavorativi nell'anno solare;
  • contributi previdenziali comprensivi di quota contro la disoccupazione versati durante il rapporto di lavoro subordinato;
  • periodi di lavoro all'estero in paesi comunitari o convenzionati dov'è prevista la possibilità di totalizzazione;
  • periodi di lavoro svolti in un altro Paese Ue come lavoratore frontaliero o transfrontaliero.

Una volta calcolata la somma degli stipendi imponibili ai fini previdenziali Inps degli ultimi 4 anni, si divide la cifra ottenuta per il numero di settimane di contribuzione e si moltiplica il risultato per il numero 4,33, per rapportare l’indennità al mese, perché un mese per l’Inps vale 4,33 settimane. L’importo che si ottiene è quello che si prende di Naspi.

Se l’importo Naspi che risulta è pari o inferiore a 1.195 euro, allora si ha diritto a percepire il 75% di tale importo, mentre se l’importo è superiore a 1.195 euro, la Naspi si calcola considerando il 75% di 1.195 euro, più il 25% della differenza tra 1.195 euro e il maggior importo, fino al limite massimo erogabile di 1.360,77 euro nel 2022.

Come aumentare importo Naspi se troppo basso e disoccupato con bonus e agevolazioni 2022

Se quando si ottiene il calcolo dell’importo di pensione che si prende, risulta troppo basso e si è disoccupati, ci sono soluzioni che permettono di aumentare la Naspi.

Stando, infatti, a quanto previsto dalle leggi in vigore, si può aumentare l’importo Naspi se troppo basso e si è disoccupati con bonus e agevolazioni che siano compatibili con la prestazione nonché cercando lavori compatibili con la Naspi. 

Bonus e agevolazioni che si possono cumulare con la Naspi per aumentarne un importo troppo basso sono, per esempio:

  • reddito di cittadinanza;
  • assegno unico per figli;
  • bonus 200 euro una tantum per luglio, che ai precettori di Naspi dovrebbe essere erogato ad ottobre;
  • carta acquisti, che può essere richiesta da coloro che hanno compiuto 65 anni di età o che hanno figli di età inferiore ai 3 anni e soddisfano determinati requisiti reddituali e che è una carta di pagamento elettronica, prepagata ricaricabile e gratuita del valore di 40 euro mensili e viene ricaricata ogni due mesi con 80 euro, da usare per fare acquisiti presso supermercati, negozi alimentari, farmacie e parafarmacie aderenti, per pagare le utenze per energia elettrica e gas, e usufruire di sconti presso punti vendita convenzionati;
  • bonus occhiali da vista e lenti a contatto, da usare nel caso di acquisti di tali tipi che consiste in uno sconto di 50 euro direttamente alla casa sul prezzo di acquisto di occhiali o lenti e che permette a chi ha un importo basso di Naspi di risparmiare 50 euro.

Le leggi in vigore permettono anche di cumulare Naspi e redditi da specifici tipi di lavori come:

  • lavoro occasionale, a condizione di percepire redditi di importo entro i 5.000 euro per anno retribuiti con Libretto Famiglia o Contratto di prestazione occasionale, e per cui non è necessaria la comunicazione all’Inps;
  • lavoro autonomo occasionale, a condizione di inviare apposita comunicazione all’Inps di inizio nuova attività entro 30 giorni dall’avvio della stessa, pena, la perdita dell’indennità di disoccupazione e non superare un reddito annuo pari a 4.800 euro derivante dal cumulo di Naspi e lavoro autonomo che si svolge;
  • lavoro a chiamata, per cui bisogna però rispettare un limite reddituale di 8mila euro all’anno risultato del cumulo tra reddito derivante dal lavoro a chiamata e Naspi e inviare relativa comunicazione di inizio attività all’Inps.

La Naspi è incompatibile e non si può cumulare con le seguenti prestazioni:

  • pensione di vecchiaia o anticipata;
  • pensione di inabilità;
  • assegno ordinario di invalidità;
  • indennità di maternità/paternità, malattia, trattamenti antitubercolari (IPS) o infortunio, CIG, mobilità;
  • indennità di mancato preavviso (contratti a tempo indeterminato);
  • indennità di malattia successiva allo sbarco, nel caso di lavoratori marittimi.