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Se un genitore perde il lavoro e diventa disoccupato deve pagare ancora assegno di mantenimento dei figli?

L'obbligo di provvedere al sostentamento, all'istruzione e all'educazione dei figli sancito dall'articolo 30 della Costituzione italiana.

Autore: Chiara Compagnucci
pubblicato il
Se un genitore perde il lavoro e diventa

La Corte di Cassazione ha esaminato una questione cruciale nel 2024: è legittimo revocare il sostegno economico a un figlio trentenne disoccupato, ma attivamente impegnato in percorsi di studio, formazione, stage o tirocini per acquisire indipendenza?

Questo argomento è di grande rilevanza, considerando la realtà attuale in cui i giovani si confrontano con una transizione sempre più complessa e prolungata verso il mercato del lavoro, necessitando di un esteso periodo di preparazione e formazione professionale. Vediamo da vicino:

  • Assegno di mantenimento e genitore disoccupato, cambia qualcosa?

  • Quando cade il diritto all'assegno di mantenimento

Assegno di mantenimento e genitore disoccupato, cambia qualcosa?

L'obbligo di provvedere al sostentamento, all'istruzione e all'educazione dei figli nel 2024 è sancito dall'articolo 30 della Costituzione italiana, applicabile indistintamente a figli nati in ambito coniugale o extraconiugale. Questo dovere scaturisce dall'atto della procreazione e si attiva con la nascita dei figli.

Nell'eventualità di una separazione dei genitori, indipendentemente dal loro stato civile, si stabilisce, tramite consenso o sentenza giudiziaria, l'importo dell'assegno di mantenimento per garantire le necessità del minore e l'adempimento del genitore ai suoi doveri costituzionali.

L'assegno di mantenimento destinato ai figli, secondo il quarto comma dell'articolo 337 ter del codice civile, deve essere definito tenendo conto del reddito proporzionale di ciascun genitore e valutando vari fattori come le necessità attuali del figlio, il tenore di vita precedente, i periodi trascorsi con ciascun genitore, le risorse economiche di entrambi e il valore attribuito alle responsabilità domestiche e di cura.

La determinazione dell'importo tiene in considerazione non solo le entrate reddituali ma anche il patrimonio complessivo dei genitori, includendo beni immobili, investimenti e risparmi. Anche il genitore senza impiego è tenuto a contribuire al mantenimento dei figli, non essendo la perdita del lavoro una giustificazione valida per eludere tale responsabilità.

La giurisprudenza afferma che il genitore deve fornire l'assegno di mantenimento a meno che non dimostri di aver compiuto ogni sforzo per trovare un'occupazione e non abbia altre fonti di reddito. Questo principio è stato ribadito dalla Corte di Cassazione, che evidenzia l'obbligo del genitore disoccupato di dimostrare proattività nella ricerca lavorativa e l'assenza totale di mezzi finanziari per soddisfare l'obbligo di mantenimento.

Quando cade il diritto all'assegno di mantenimento

Per revocare l'obbligo di versare l'assegno di mantenimento nel 2024, il genitore è tenuto a inoltrare un'istanza giudiziaria, poiché la decisione spetta esclusivamente al magistrato, e non può essere determinata autonomamente dal genitore obbligato.

Il mantenimento dei figli minori è incondizionato, così come per i figli maggiorenni inabilitati al lavoro a causa di gravi disabilità. Per i figli maggiorenni abili, il dovere di mantenimento persiste solo se dimostrano di impegnarsi attivamente nella formazione o nella ricerca lavorativa.

La cessazione del sostegno finanziario non è automatica all'età di maggiore età; è necessario un periodo di transizione affinché il giovane esplori opportunità per l'autosufficienza. Secondo la giurisprudenza, una prolungata mancanza di impiego può essere interpretata come mancanza di iniziativa del giovane.

Di conseguenza è atteso che il giovane accetti opportunità lavorative disponibili, anche se non corrispondenti pienamente alle sue aspirazioni, aderendo al "principio di autoresponsabilità" che postula la graduale indipendenza dai genitori. In buona sostanza, l'interruzione dell'assegno di mantenimento è subordinata alla valutazione giudiziale dell'impegno del figlio maggiorenne nell'acquisire autonomia economica.

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