Se un matrimonio non è stato trascritto ufficialmente, eredità a chi va secondo leggi 2022?

Eredità nel caso di matrimonio non trascritto ufficialmente bisogna rispettare le quote legittime: cosa prevedono leggi in vigore

Autore: Marianna Quatraro
pubblicato il
Se un matrimonio non è stato trascritto

Se un matrimonio non è stato trascritto ufficialmente, a chi va l’eredità?

Se il matrimonio non è stato ufficialmente trascritto, avendo solo valore per la Chiesa ma non legalmente, l’eredità non spetta per legge al coniuge superstite così come accade appena spiegato tra coppie sposate, a meno che il coniuge defunto non abbia lasciato testamento disponendo in favore del coniuge superstite la sua eredità. Per la successione dell’eredità nel caso di matrimonio non trascritto ufficialmente bisogna rispettare il criterio di divisione delle cosiddette quote legittime. 
 

Se un matrimonio non è stato trascritto ufficialmente, a chi va l’eredità? Un matrimonio non trascritto ufficialmente significa che è stato regolarmente celebrato ma l’atto di matrimonio non è stato trasmesso all’ufficiale di Stato civile per sbrigare tutti gli adempimenti previsti dalle leggi 2022 in vigore. 

Si tratta di una mancanza che, una volta scoperta, crea non pochi problemi alle coppie implicando anche pratiche necessarie da sbrigare per sistemare la situazione e trascrivere ufficialmente l’atto di matrimonio. Le conseguenze di un matrimonio non trascritto ufficialmente ci sono anche per l’eredità. Vediamo cosa prevedono le leggi 2022 in merito.

  • A chi va l’eredità se un matrimonio non è stato trascritto ufficialmente
  • Eredità per quote legittime se matrimonio non è stato ufficialmente trascritto 

A chi va l’eredità se un matrimonio non è stato trascritto ufficialmente

Le leggi 2022 in vigore prevedono che in caso di matrimonio (regolarmente trascritto) alla morte di uno dei due coniugi, al coniuge superstite spetti l’eredità al 100% se dal matrimonio non sono nati senza figli e se non vi siano fratelli e ascendenti del defunto.

In presenza di un figlio unico, l’eredità va al 50% al coniuge superstite e l’altro 50% all’unico figlio, mentre in presenza di coniuge superstite, di due o più figli, il 50% dell’eredità va al coniuge superstite mentre la restante parte deve essere divisa in parti uguali tra i figli e questa divisione vale anche se anche se sono presenti fratelli e ascendenti del defunto.

Se il matrimonio non è stato ufficialmente trascritto, avendo solo valore per la Chiesa ma non legalmente, l’eredità non spetta per legge al coniuge superstite così come accade appena spiegato tra coppie sposate, a meno che il coniuge defunto non abbia lasciato testamento disponendo in favore del coniuge superstite la sua eredità.

Per la successione dell’eredità nel caso di matrimonio non trascritto ufficialmente bisogna rispettare il criterio di divisione delle cosiddette quote legittime, che sussistono anche se il coniuge defunto ha lasciato i suoi beni tramite testamento al coniuge superstite.

Eredità per quote legittime se matrimonio non è stato ufficialmente trascritto

Dunque, se un matrimonio non viene ufficialmente trascritto, avendo solo valore per la Chiesa ma non acquisendo così valore legale, l’eredità di uno dei due coniugi defunti viene trasmessa secondo le quote legittime agli eredi legittimi. 

Il sistema delle quote legittime per l’eredità prevede le seguenti divisioni: 

  • nel caso di eredità senza figli, se alla morte di uno dei due coniugi non ci sono fratelli e ascendenti del defunto, al coniuge superstite spetta il 100% dell’eredità;
  • in presenza di coniuge superstite e di un figlio unico, anche se ci sono fratelli e ascendenti del defunto, l’eredità spetta al 50% al coniuge superstite e l’altro 50% all’unico figlio; 
  • in presenza di coniuge superstite, di due o più figli, il 50% dell’eredità va al coniuge superstite mentre la restante parte deve essere divisa in parti uguali tra i figli;
  • in assenza di figli e in presenza del coniuge superstite e di uno o più fratelli del defunto 2/3 dell’eredità e il diritto di abitazione vanno al coniuge superstite, mentre 1/3 di eredità deve essere diviso tra i fratelli in parti uguali; 
  • in assenza di figli e in presenza del coniuge superstite, di ascendenti o uno o più fratelli del defunto 2/3 dell’eredità e il diritto di abitazione vanno al coniuge superstite, mentre 1/3 di eredità si divide tra gli ascendenti e i fratelli in base alle percentuali fissate dal Codice Civile;
  • in presenza solo di figli perché l’altro coniuge è morto precedentemente, l’eredità si divide solo tra i figli in parti uguali, mentre se non vi sono figli l’eredità va divisa tra gli ascendenti in parti uguali;
  • in assenza di coniuge superstite e figli, l’eredità va per 1/2 agli ascendenti e 1/2 ai fratelli in parti uguali;
  • in assenza di figli, ascendenti e fratelli del defunto, l’eredità intera viene divisa in parti uguali ai parenti di grado più prossimo.