Sono diversi, seppur pochi ed estremi, i casi in cui si può diseredare un figlio ma generalmente si tratta di situazioni in cui lo stesso figlio viene considerato indegno, per esempio quando ha ucciso o tentato di uccidere uno dei due genitori il coniuge o un parente ascendente o discendente o quando il figlio stesso scrive un falso testamento in suo favore.
In Italia, i figli sono considerati eredi legittimari, il che generalmente non permette la loro esclusione dall'eredità. Tuttavia, esistono alcune circostanze specifiche, come l'indegnità a succedere, che possono consentire a un genitore di diseredare un figlio. In questo articolo esploreremo le norme legali e le situazioni eccezionali che permettono questa possibilità.
Diseredare un figlio implica la revoca della quota legittima di eredità che, per legge, spetterebbe al figlio in qualità di erede legittimario. In altre parole, significa escludere il figlio dal diritto di ricevere la sua parte di patrimonio ereditario. Nel contesto della successione testamentaria, questo atto rappresenta un'eccezione alla regola generale che protegge i legami familiari entro la distribuzione ereditaria stabilita dal codice civile.
Per diseredare un figlio, il genitore deve fare esplicito riferimento nel testamento alla volontà di escludere il figlio, ma questa dichiarazione non è valida automaticamente. Perché possa avere effetti concreti, deve sussistere una delle condizioni di indegnità previste dalla legge. Tra queste, rientrano atti gravemente offensivi, come il tentato omicidio o altre azioni che minano seriamente i rapporti familiari.
È importante considerare che anche qualora vi fosse una dichiarazione di diseredazione in un testamento, il figlio potrebbe ricorrere legalmente per ottenere la sua quota. Infatti, secondo l'articolo 549 del codice civile, la legge tutela i legittimari, impedendo che vengano imposti pesi o condizioni sulla loro quota di eredità. Solo l’accertamento giudiziale dell’indegnità può legittimare l’esclusione definitiva di un figlio dall’eredità.
In Italia, il diseredare un figlio è un'azione possibile solo in casi eccezionali, ed è regolata dall'articolo 463 del codice civile. La legge prevede diversi scenari in cui la indegnità a succedere può giustificare la diseredazione. Questi scenari riguardano atti estremamente gravi compiuti da un figlio nei confronti del genitore o della famiglia.
Uno dei casi più gravi è quando il figlio ha ucciso o tentato di uccidere il genitore, il coniuge o altri parenti stretti. Tale atto, di per sé, integra una causa di indegnità ed esclude automaticamente il figlio dall'eredità, sempre che un tribunale ne riconosca la colpevolezza.
Altri atti considerati sufficienti per dichiarare un figlio indegno includono azioni che compromettono la libertà del testatore, come la falsificazione del testamento, l'induzione del testatore a cambiare il testamento con minacce o frode, o l'impedimento a farlo. In casi simili, il fine è quello di alterare la volontà del genitore a favore del figlio.
Inoltre, la legge stabilisce che un figlio che abbia testimoniato falsamente contro il genitore o che lo abbia denunciato per reati gravi, rischia di essere escluso dall'eredità. Se tali accuse si dimostrano false, la dichiarazione di indegnità può venire pronunciata da un giudice.
L'azione di indegnità, riconosciuta all'interno del diritto italiano, richiede sempre un accertamento giudiziale. Dopo la morte del testatore, gli altri eredi o legittimari possono promuovere un'azione legale per ottenere una dichiarazione di indegnità contro il figlio. Solo a seguito di una sentenza che riconosce tale indegnità, questi viene definitivamente escluso dalla successione. Devono sussistere atti di straordinaria gravità, che devono essere inequivocabilmente accertati e giudicati da un tribunale.
Per cancellare un figlio dall'eredità, è necessario avviare una procedura giudiziale che mira a dichiarare l'indegnità. Questo processo viene intrapreso dai restanti eredi legittimari, successivamente all'accettazione dell'eredità da parte del figlio contestato. È fondamentale presentare un'azione legale entro dieci anni dall'apertura della successione. Tale procedimento si basa esclusivamente su cause di indegnità specificamente previste dalla legge, che devono essere rigorosamente dimostrate per ottenere una sentenza favorevole.
Il testamento è lo strumento attraverso il quale il genitore può esprimere legalmente la volontà di escludere il figlio dall'eredità. Tuttavia, un semplice atto testamentario che dichiara la diseredazione non è sufficiente a privare un figlio della sua quota di legittima, a meno che non vi siano le cause specifiche di indegnità riconosciute dalla legge.
Il testatore deve indicare chiaramente nel testamento l'intenzione di diseredare, facendo riferimento agli atti che ritiene rendano indegno il figlio di ricevere l'eredità. Questa chiara indicazione non solo facilita eventuali azioni legali post mortem, ma aiuta anche a prevenire contestazioni da parte del figlio, che potrebbe impugnare il testamento per lesione di legittima.
In mancanza di valida causa di indegnità, il testamento rischia di essere contestato, e il figlio diseredato potrebbe persino ricorrere a un'azione di riduzione per ottenere la parte di eredità a cui ha diritto come legittimario. Pertanto, è essenziale che il testamento sia redatto con l'ausilio di un professionista esperto, come un notaio, per assicurarsi che tutte le formalità e le giustificazioni legali siano adeguatamente rispettate.