Si può lavorare nella stessa azienda come dipendente e con partita iva o vietato

La possibilità di lavorare con partita Iva viene adesso presa maggiormente in considerazione per via delle più interessanti condizioni fiscali proposte.

Autore: Chiara Compagnucci
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Si può lavorare nella stessa azienda com

Partita Iva e lavoro in azienda, è possibile?

Non ci sono norme che ostacolano la possibilità di lavorare con la stessa azienda sia come lavoratore dipendente e sia come partita Iva. La difficoltà da affrontare e risolvere per non finire i problemi fiscali sia con l'Agenzia delle entrate e sia con l'Inps è quella di tenere separati il rapporto di lavoro subordinato con quello lavoro autonomo a partita Iva.

Sono proprio le mutate condizione del lavoro a prospettare mutamenti nei rapporti azienda e dipendente. Ecco quindi che nel corso del tempo può prospettarsi per il datore l'esigenza di ridurre i costi e per il lavoratore quella di ottenere uno stipendio migliore.

Le due condizioni non sono conciliabili, a meno che non si escogitino formule alternative, ad esempio lo svolgimento di un supplemento di attività lavorativa con partita Iva. Il dubbio è però scontato: è possibile o no che un lavoratore sia dipendente di un'azienda e in contemporanea collabori anche come partita Iva?

Come vedremo con maggiore attenzione in questo articolo, se c'è un motivo aggiuntivo per cui questa ipotesi è interessante è per via della nuova partita Iva forfettaria che, a fronte di ricavi e compensi limitati, riduce la tassazione da pagare. Approfondiamo allora

  • Partita Iva e lavoro in azienda, è possibile o no
  • Perché lavorare anche con partita Iva in azienda

Partita Iva e lavoro in azienda, è possibile o no

Non ci sono norme che ostacolano la possibilità di lavorare con la stessa azienda sia come lavoratore dipendente e sia come partita Iva.

La difficoltà da affrontare e risolvere per non finire i problemi fiscali sia con l'Agenzia delle entrate e sia con l'Inps è quella di tenere separati il rapporto di lavoro subordinato con quello lavoro autonomo a partita Iva. Non è semplice tenere separate le attività ma è fondamentale dal punto di vista contributivo e fiscale.

Occorre quindi prestare attenzione a un altro aspetto ed è quello dei tetti di reddito. Le nuove clausole di esclusione si applicano ai redditi di lavoro, ai redditi assimilati a quelli di lavoro, come la collaborazione coordinata e continuativa, i redditi da pensione, di importo superiore a 30.000 euro non ragguagliati ad anno nel periodo di imposta precedente. Non scatta invece la causa di esclusione se il rapporto di lavoro è cessato nell'anno.

Non possono quindi applicare il regime forfettario le persone fisiche la cui attività sia esercitata prevalentemente nei confronti di datori di lavoro con i quali il rapporto è corrente o lo era nei due precedenti periodi d'imposta, ovvero nei confronti di soggetti riconducibili ai datori stessi.

E ancora: la partecipazione in società di persone è sempre incompatibile. Per le società di capitali conta invece se la partecipazione è di controllo. Se il soggetto forfettario è anche il principale fornitore della società, il regime non è applicabile.

Perché lavorare anche con partita Iva in azienda

La possibilità di lavorare con partita Iva viene adesso presa maggiormente in considerazione per via delle condizioni fiscali proposte ovvero l'applicazione di un'aliquota sostitutiva al 15% per ricavi e compensi non superiori a 65.000 euro.

Tuttavia occorre tenere conto dei limiti che, indipendentemente dall'impiego nella stessa azienda, condizionano l'accesso o la permanenza nel regime forfettario.

In particolare, il lavoratore non deve aver sostenuto spese di ammontare superiore a 20.000 euro per lavoro dipendente anche occasionale, per collaborazione coordinata e continuativa, per contratti a progetto e per compensi a familiari nel periodo di imposta precedente.

Rispetto a queste condizioni, se è stato applicato il regime forfettario continua ad applicarlo nel 2020, se rispetta i nuovi requisiti. Se ha applicato il regime naturale semplificato per cassa, può applicare il regime forfettario. La verifica sui compensi da lavoro dipendente non si applica se l'attività è cessata e non è subentrato un altro rapporto, anche di pensione.

Se viene emessa spontaneamente la fattura elettronica per l'intero fatturato scatta la riduzione di un anno del termine per l'accertamento.

In definitiva, le conseguenze per chi esce dal regime forfettario delle partite Iva sono il codice univoco per l'emissione della fattura elettronica, l'eventuale delega all'intermediario per i servizi telematici dell'Agenzia delle entrate, l'applicazione della ritenuta d'acconto, la rettifica Iva a favore del contribuente, i ricavi e compensi 2019 non incassati imponibili nel 2020 che finiscono nel regime ordinario.