Verrebbe da dire che succede anche nelle migliori famiglie. Ma in realtà il furto sul posto di lavoro da parte di uno stesso dipendente è un caso più frequente di quanto si possa immaginare. Va da sé che si tratta di uno dei comportamenti più riprovevoli perché finisce per mettere in discussione il rapporto di fiducia tra l'azienda e il lavoratore.
Ma lo fa fino a tal punto da rendere il licenziamento una sanzione ammessa? Prima di allontanare un dipendente il datore di lavoro deve in ogni caso assicurarsi di aver considerato attentamente tutte le circostanze attenuanti, come la gravità dell'infrazione, la storia del dipendente con la tua azienda, le politiche e le normative aziendali esistenti e la qualità delle prove che il lavoratore presenta a sua discolpa.
Anche nelle migliori organizzazioni il licenziamento è un compito impegnativo e spiacevole. Di base ogni azienda, basandosi su leggi e Ccnl, dovrebbe avere stabilito le regole sulla condotta dei dipendenti e delineato con chiarezza le conseguenze a cui si va incontro quando si commettono infrazioni.
I dipendenti devono essere informati delle normative aziendali quando vengono assunti e accettare di attenersi a tali politiche come condizione per l'assunzione.
Le regole dovrebbero includere le procedure seguite per informare il dipendente in caso di infrazione, per indagare sulla presunta colpa e per agire in base ai risultati delle indagini. Approfondiamo la questione e vediamo
C'è una differenza importante da non perdere di vista ed è quella tra il lavoratore condannato per furto e quello sospettato per furto.
Per il primo non c'è alcun dubbio e può essere licenziato perché viene meno il rapporto di fiducia tra le parti. Nel secondo caso la situazione è più complessa. Se un'azienda pensa che un dipendente abbia rubato ha bisogno di prove solide.
A seconda della gravità dell'azione potrebbe pensare di sospenderlo temporaneamente, ma il licenziamento è un passo troppo importante da fare senza avere la necessaria sicurezza. Anche perché un conto è sottrarre una matita, un altro è trasferire 10.000 euro sul proprio conto personale.
In ogni caso è necessario mantenere la riservatezza e proteggere la privacy del dipendente, sia che si trovi al punto del sospetto iniziale, nel mezzo di un'indagine, durante la sospensione o sia dopo che il dipendente è stato licenziato. I dettagli del problema dovrebbero essere condivisi solo con il personale che ha necessità assoluta di sapere.
Se l'azienda rilascia pubblicamente informazioni sulle indagini in corso, il dipendente potrebbe citarla in giudizio per diffamazione. Bisogna quindi prestare attenzione a non lanciare accuse infondate o dichiarazioni che non è possibile provare.
Ci si domanda allora se occorre aspettare la sentenza definitiva di condanna per furto oppure se è sufficiente il sospetto per licenziare il dipendente accusato di furto.
A questa domanda ha risposta la Corte di Cassazione, secondo cui può bastare il sospetto di furto per licenziare il dipendente. Certo, vala il principio della presunzione di innocenza e nessun imputato è considerato colpevole fino alla condanna definitiva.
Ma, ragionano i giudici, nel valutare l'immediatezza della contestazione bisogna tenere conto degli interessi del datore di lavoro a non avviare procedimenti senza aver acquisito i dati essenziali della vicenda e del lavoratore a vedersi contestati i fatti in un ragionevole lasso di tempo dalla loro commissione.
Di conseguenza - scrivono nella sentenza - l'aver presentato a carico di un lavoratore denuncia di un fatto penalmente rilevante connesso con la prestazione di lavoro non consente al datore di attendere gli esiti del processo penale sino alla sentenza irrevocabile prima di procedere alla contestazione dell'addebito. In pratica è sufficiente che i fatti a carico del lavoratore appaiano ragionevolmente sussistenti.
L'alternativa al licenziamento in tronco del dipendente sospettato di furto è la sospensione cautelare in attesa dell'esito del processo.
Senza dimenticare che il datore dispone anche di altre sanzioni disciplinari che può applicare. In ordine di severità sono il rimprovero verbale, l'ammonizione scritta, la multa, la sospensione, il trasferimento, fino ad arrivare appunto al licenziamento.
Ogni azienda dovrebbe avere stabilito le regole sulla condotta dei dipendenti e delineato con chiarezza le conseguenze a cui si va incontro quando si commettono infrazioni.