Si può licenziare una persona in età di pensione o è vietato secondo leggi 2022

Il dipendente può essere licenziato per limiti di età nel caso in cui lo preveda il contratto collettivo nazionale di lavoro applicato

Autore: Chiara Compagnucci
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Si può licenziare una persona in età di

Nell'età della pensione si può licenziare il lavoratore?

La questione del licenziamento di un lavoratore che ha maturato i requisiti per andare in pensione è piuttosto complessa proprio per via della tante particolarità esistenti nel sistema previdenziale italiano. Nel caso di maturazione dei requisiti della pensione di anzianità non è ammesso il licenziamento senza motivazione, ma lo è con la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Dal punto di vista del datore di lavoro ci sono diverse ragioni per cui si pone la questione della licenziabilità di un dipendente che ha maturato i requisiti per andare in pensione. Pensiamo innanzitutto allo stipendio maggiore per via degli scatti di anzianità maturati nel tempo.

A cui aggiungere il rischio di un maggior numero di assenze per via delle condizioni di salute generali che non possono essere le stesse dei primi anni di lavoro.

Non sono poi da escludere una maggiore resistenza agli spostamenti ovvero una flessibilità inferiore rispetto a una giovane leva. Certo, perdere un dipendente che ha maturato un patrimonio di esperienze può essere una difficoltà supplementare da affrontare. Ecco allora che ci domandiamo se si può liberamente licenziare o meno una persona in età di pensione:

  • Nell'età della pensione si può licenziare il lavoratore o no
  • Quando scatta la pensione ma si può continuare a lavorare

Nell'età della pensione si può licenziare il lavoratore o no

La questione del licenziamento di un lavoratore che ha maturato i requisiti per andare in pensione è piuttosto complessa proprio per via della tante particolarità esistenti nel sistema previdenziale italiano, come vedremo nel paragrafo successivo.

Nel caso di maturazione dei requisiti della pensione di anzianità non è ammesso il licenziamento ad nutum ovvero senza motivazione, ma lo è con la maturazione dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Lo ha stabilito la Corte di Cassazione che ha anche precisato che il dipendente può essere licenziato per limiti di età nel caso in cui lo preveda il contratto collettivo nazionale di lavoro applicato.

La risoluzione automatica del rapporto di lavoro al raggiungimento di una soglia di età non comporta la concessione del preavviso di licenziamento. C'è poi un'altra particolarità da considerare ovvero la differenza tra lavoratori privati e pubblici. Se gli statali maturano i requisiti per la pensione anticipata possono essere obbligati a terminare l'esperienza lavorativa.

Quando scatta la pensione ma si può continuare a lavorare

Facciamo quindi una panoramica sulla complessità del sistema delle pensioni in Italia a cui abbiamo accennato. A oggi sono previste una serie di posizioni differenti ovvero:

  • Pensione di vecchiaia: 67 anni (età anagrafica), 20 anni (contribuzione), per chi vanta contribuzione solo dopo il 1995 l'importo di pensione deve essere almeno pari a 1,5 volte l'assegno sociale, altrimenti la pensione può essere conseguita solo all’età di 71 anni con almeno 5 anni di contribuzione effettiva
  • Pensione di vecchiaia per attività gravose: 66 anni e 7 mesi (età anagrafica), 30 anni (contribuzione), necessario aver svolto negli ultimi 10 anni di attività lavorativa almeno 7 anni di attività cosiddetta gravosa
  • Pensione anticipata nel retributivo: nessuna età anagrafica, 41 anni e 10 mesi donne e 42 anni e 10 mesi uomini (contribuzione), d'ufficio solo se compiuti 65 anni entro il 31 agosto 2022 o in caso di esubero del posto, classe di concorso o profilo di appartenenza
  • Pensione anticipata nel contributivo: 64 anni (età anagrafica), 20 anni effettivi (contribuzione), l'importo della pensione non deve essere inferiore a 2,8 volte l'assegno sociale
  • Pensione sperimentale donna: 58 anni (età anagrafica), 35 anni (contribuzione), la pensione viene calcolata con il metodo contributivo
  • Totalizzazione vecchiaia: 66 anni (età anagrafica), 20 anni (contribuzione), il personale con contribuzione accreditata in diverse gestioni pensionistiche può conseguire il diritto a pensione sommando tutte le contribuzioni; in genere il calcolo è contributivo eccetto la quota a carico delle gestioni in cui risulta perfezionato il diritto autonomo
  • Totalizzazione anzianità: nessuna età anagrafica, 41 anni (contribuzione), il personale con contribuzione accreditata in diverse gestioni pensionistiche può conseguire il diritto a pensione sommando tutte le contribuzioni; in genere il calcolo è contributivo eccetto la quota a carico delle gestioni in cui risulta perfezionato il diritto autonomo
  • Cumulo vecchiaia: 67 anni (età anagrafica), 20 anni (contribuzione), il personale con contribuzione accreditata in diverse gestioni pensionistiche può conseguire il diritto a pensione sommando tutte le contribuzioni. L’importo della pensione è dato dalla somma delle varie quote calcolate dalle singole gestioni
  • Cumulo anticipata : nessuna età anagrafica, 41 anni e 10 mesi donne e 42 anni e 10 mesi uomini (contribuzione), il personale con contribuzione accreditata in diverse gestioni pensionistiche può conseguire il diritto a pensione sommando tutte le contribuzioni. L’importo della pensione è dato dalla somma delle varie quote calcolate dalle singole gestioni
  • Quota 100: 62 anni (età anagrafica), 38 anni (contribuzione), la pensione si può acquisire anche cumulando i periodi accreditati nelle diverse gestioni ad eccezione di quelli versati nelle casse dei liberi professionisti