Registrare una conversazione di nascosto e fare poi denuncia è ammesso solo se avviene senza intaccare la vita privata di una persona.
Le registrazioni di conversazioni sono spesso utilizzate come prove nelle controversie legali per aiutare un giudice a determinare quale versione degli eventi è corretta. Ma si tratta di una procedura legale? Chiunque può fare questa operazione di nascosto per poi presentare una denuncia? Cosa prevedono le norme italiane in materia nel 2022?
Come approfondiamo in questo articolo, è necessario prestare attenzione poiché la registrazione potrebbe essere illegale a seconda della natura delle informazioni e delle circostanze in cui sono state ottenute. Esaminiamo quindi:
In molte controversie legali le parti devono chiedere a un giudice di determinare quale versione dei fatti è corretta. L'esito è spesso determinato dalle prove disponibili.
È per questa ragione che una delle parti in causa voglia fare valere la registrazione di una conversazione. Affinché la registrazione abbia una incidenza, ad esempio nel caso di una confessione o di ammissione di responsabilità, è fondamentale che il soggetto non sappia di essere registrato.
Ma non è affatto detto che le sue parole possano essere utilizzate in un contenzioso legale ovvero per presentare una denuncia. Ci sono alcune domande a cui rispondere per sapere se la procedura è ammessa o meno. Come è stata ottenuta la registrazione? Viola qualche legge?
Di base non esiste una legge che vieti a qualcuno di registrare di nascosto una conversazione o una riunione di cui fanno parte. Ma sebbene la semplice registrazione non sia di per sé illegale, l'utilizzo ai fini legali potrebbe non essere valido.
Per capire qual è la variabile che fa la differenza è certamente utile un esempio. Pensiamo a chi, con la scusa di effettuare una ricerca di mercato, entra in casa di una persona e registra segretamente una conversazione per uno scopo ben preciso. In questa circostanza, le parole non possono essere utilizzate ai fine della denuncia per violazione del diritto alla privacy.
La stessa Convenzione europea per la protezione dei diritti dell'uomo prevede che tutti abbiano diritto al rispetto della propria vita privata e familiare, della propria casa e della propria corrispondenza.
Anche se una registrazione segreta contenente informazioni private non viene condivisa o resa pubblica, comprese quelle telefoniche, la sola intrusione della registrazione può costituire una violazione della privacy.
Ecco quindi che registrare una conversazione di nascosto e fare poi denuncia è ammesso solo se avviene senza intaccare la vita privata di una persona. Tradotto in termini pratici, le parole non possono essere catturate all'interno dell'abitazione e né di un ufficio oppure di un'automobile o in qualsiasi altro luogo ove si svolge la sua vita personale.
A norma di legge, il riferimento sono i tre commi dell'articolo 234 Codice di procedura penale.
Il primo prevede l'ammissione dell'acquisizione di scritti o di altri documenti che rappresentano fatti, persone o cose mediante la fotografia, la cinematografia, la fonografia o qualsiasi altro mezzo. Il secondo stabilisce che se l'originale di un documento del quale occorre far uso è per qualsiasi causa distrutto, smarrito o sottratto e non è possibile recuperarlo, può esserne acquisita copia.
Il terzo sancisce il divieto di acquisizione di documenti che contengono informazioni sulle voci correnti nel pubblico intorno ai fatti di cui si tratta nel processo o sulla moralità in generale delle parti, dei testimoni, dei consulenti tecnici e dei periti.
La materia della registrazione di una conversazione di nascosto è stata poi successivamente arricchita dalla giurisprudenza, anche in scia dei cambiamenti tecnologici e normativi.
Una nota sentenza della Corte di Cassazione, risalente ormai a 10 anni fa, ha stabilito che integra il reato di trattamento illecito di dati personali il diffondere, per scopi diversi dalla tutela di un diritto proprio o altrui, una conversazione documentata mediante registrazione.
In molti casi, controversie legali Le parti devono chiedere al giudice di determinare quali fatti siano corretti. anche sulla base di prove e registrazioni