Pagare con carta di credito o bancomat è divenuta una pratica diffusa, richiesta da una clientela attenta alla praticità, alla sicurezza e alla tracciabilità delle transazioni. Tuttavia, permangono dubbi tra commercianti e consumatori sulla legittimità di rifiutare tali pagamenti e sugli obblighi normativi effettivi. Vediamo in maniera dettagliata cosa prevede la normativa attuale, le eventuali eccezioni e i dettagli operativi per chi deve accettare pagamenti elettronici in Italia.
La legge italiana impone l’obbligo, per chiunque effettui attività di vendita di prodotti o prestazione di servizi, anche professionali, di accettare il pagamento tramite sistemi elettronici, tra cui carte di debito (bancomat), carte di credito e, nei casi previsti, carte prepagate. Questo vincolo riguarda:
La detenzione e la disponibilità del POS riguarda quindi praticamente tutta la platea degli operatori a contatto con il pubblico.
L’obbligo è assolto mettendo a disposizione almeno un circuito di pagamento per una carta di debito e una carta di credito; non è richiesto l’accettare ogni circuito di pagamento esistente. La normativa vieta espressamente la possibilità di fissare una soglia minima per l’accettazione dei pagamenti elettronici: ogni cittadino ha diritto di pagare anche un importo minimo, come un caffè, tramite carta.
È altresì vietato imporre maggiorazioni di prezzo al cliente che paga con bancomat o carta di credito, pratica considerata illecita e sanzionabile.
Nel caso in cui un esercente neghi il diritto al pagamento elettronico, la legge prevede una sanzione amministrativa composta da:
La segnalazione della violazione può essere effettuata dal cliente presso le autorità competenti, come Guardia di Finanza o Prefettura. L’erogazione della multa avviene esclusivamente su segnalazione a seguito di una concreta richiesta di pagamento con carta rifiutata dall’esercente. Quest'ultimo può essere sanzionato solo se effettivamente si rifiuta di accettare il pagamento, e non in caso di semplice assenza del POS a meno che la mancanza produca il rifiuto di una transazione.
La normativa ammette limitate eccezioni legate a impossibilità tecnica oggettiva e dimostrabile:
In tutti questi casi occorre che l’impossibilità sia oggettivamente riscontrabile e documentabile, anche dalle autorità in caso di controllo. Le casistiche soggettive come commissioni elevate o tempi di attesa più lunghi non sono considerate ragioni valide.
No, la normativa vieta sia la soglia minima, sia il sovrapprezzo per pagamenti con carta o bancomat.
Non si applicano sanzioni solo se il guasto è documentabile o la connessione manca in modo oggettivo e riscontrabile, secondo controlli e criteri delle autorità competenti.
Basta accettare almeno una tipologia di carta di debito e una di credito, non è obbligatorio aderire a tutti i circuiti.
No, è possibile pagare importi irrisori, come un caffè, con carta o bancomat.
È possibile segnalare la violazione alla Guardia di Finanza o al Prefetto.
L’incremento dell’uso di strumenti digitali di pagamento, come bancomat e carte di credito, contribuisce a rendere le transazioni più sicure, a ridurre i rischi associati a furti o rapine nei negozi e a combattere l’evasione grazie alla tracciabilità. In più, i sistemi evoluti di POS aiutano i titolari d’impresa a gestire operazioni, contabilità, personale e marketing in modo integrato e automatizzato.