Sono numerose le responsabilità in materia di sicurezza sul lavoro da parte del datore. E lo sono a tal punto che è sufficiente commettere una leggerezza per risponderne in sede civile o penale. La normativa è così fitta da rendere necessario la creazione di testo unico.
Qui si legge di tutti gli obblighi e le responsabilità da cui non si può sottrarre. Pensiamo ad esempio alla collaborazione che è chiamato a instaurare con il responsabile dei lavoratori per la sicurezza che rappresenta l'altra faccia della medaglia, oppure alla scelta di altre due figure chiave: quella del Responsabile del servizio di protezione e prevenzione (RSPP) ovvero colui che si occupa dell'individuazione dei fattori di rischio e della loro valutazione insieme alle misure di sicurezza e salubrità degli ambienti, e quella del medico competente.
Un altro compito di base di cui è chiamato ad assumersi la responsabilità è la redazione del Documento di valutazione dei rischi (DVR) così come la valutazione dei rischi.
In maniera schematica possiamo collocare il datore al centro della sicurezza del lavoro, affiancato dal dirigente, dal preposto, dai lavoratori, dal Responsabile del servizio di protezione e prevenzione, dal Responsabile dei lavoratori per la sicurezza, dal medico competente. Approfondiamo quindi tutti i dettagli tra
Il datore di lavoro è una figura centrale nell'azienda in ambito sicurezza. Gli obblighi a suo carico sono numerosi, a cominciare dall'elaborazione del documento di valutazione dei rischi e successiva consegna di una copia ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza.
Deve quindi prendere le misure appropriate affinché i lavoratori che hanno ricevuto istruzioni e addestramento possano accedano alle zone più esposte. Da non sottovalutare l'importanza dell'aggiornamento delle misure di prevenzione in relazione ai cambiamenti organizzativi e produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e sicurezza del lavoro.
Altre due obblighi imprescindibili sono l'informazione tempestiva ai lavoratori esposti al rischio di un pericolo grave e immediato circa il rischio stesso e le disposizioni assunte in materia di protezione, e l'invio ai dipendenti della visita medica entro le scadenze previste dal programma di sorveglianza sanitaria.
Si accennava alla figura del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza, ebbene il datore deve consentirgli di verificare l'effettiva applicazione delle misure di sicurezza e di protezione della salute. Più in generale, in fase di affidamento dei compiti ai lavoratori, deve tenere conto di capacità e condizioni in rapporto alle condizioni di salute e sicurezza.
Il datore di lavoro risponde sia in sede civile e sia in sede penale delle sue azioni (o delle mancate azioni) in tema di sicurezza. Pensiamo ad esempio ai rischi che corre per omicidio colposo e lesioni personali colpose gravi o gravissime commessi con violazione delle norme in vigore, così come disciplinati dal Codice penale.
Secondo l'articolo 589 chi provoca per colpa la morte di una persona è punito con la reclusione da 6 mesi a 5 anni. Nel caso si lesione personale la reclusione è fino a tre mesi e la multa fino a 309 euro. Sul versante civile, il datore deve adottare provvedimenti necessari a tutelare l'integrità fisica e la personalità morale dei dipendenti.
Qualunque sia l'azienda e il comparto lavorativo, il datore deve adottare le misure per il controllo delle situazioni di rischio in caso di emergenza e dare istruzioni affinché i lavoratori possano lasciare il posto di lavoro o la zona pericolosa in caso di pericolo grave, immediato e inevitabile.
Deve anche vigilare affinché i lavoratori per i quali è in vigore l'obbligo di sorveglianza sanitaria, non siano adibiti alla mansione specifica senza il giudizio di idoneità.
Possiamo collocare il datore al centro della sicurezza del lavoro, affiancato dal dirigente, dal preposto, dai lavoratori, dal medico e da altre figure nominate.