Se si danno soldi ai figli o ad altri pareti prima della morte, l’eredità di un soggetto che alla sua scomparsa va in successione tra tutti gli eredi non cambia se uno degli eredi avanza una richiesta di revisione dei beni dell’eredità in base alle quote spettanti tra tutti gli eredi legittimi, perché alla scomparsa di una persona tutti i suoi beni mobili e immobili, tutto il suo patrimonio, deve essere per legge diviso tra gli eredi secondo le cosiddette quote legittime.
Se si danno soldi prima della morte a figli o altri pareti cambia l’eredità? Alla morte di un parente il suo patrimonio passa in successione agli eredi secondo quote legittime stabilite dalla legge, anche se il de cuius ha fatto testamento disponendo le sue volontà.
Pur in presenza di testamento, infatti, non si possono ignorare le quote stabilite dalla legge per la divisione dell’eredità. Ma come può influire sull’eredità aver dato soldi prima della morte a figli e altri parenti? Cambia qualcosa per la successione dell’eredità?
Dare soldi ai figli prima della morte per comprare casa, o frequentare un corso universitario, o avviare un’attività economica, o dare soldi alla propria moglie, a fratelli o sorelle, padre e madre, zii o cugini non è una cosa oggi inusuale. Nell’incertezza di un futuro, chi ancora in vita ha soldi o altri patrimoni spesso decide di darli ai figli innanzitutto o ad altri parenti per garantire loro la certezza di un futuro.
Tuttavia, spesso ci si chiede se dare soldi a figli o altri parenti prima della morte possa condizionare l’eredità e la risposta è certamente non sempre. Se una persona ancora in vita decide di dare dei soldi al proprio figlio, per esempio tramite donazione di soldi, per permettergli di comprare casa, per una somma per esempio di 100mila euro, quei soldi che rientrano nel patrimonio mobiliare della persona, una volta dati al figlio non fanno più parte dell’eredità ma alla scomparsa del de cuius uno degli eredi può rivendica la donazione.
Fare, infatti, la donazione ad un figlio è per un genitore come anticipargli parte dell’eredità ed è riconosciuta come tale sia dal legislatore e sia a livello giuridico ma alla scomparsa di chi ha fatto la donazione gli altri eredi possono anche avanzare rivendicazioni sui soldi dati al figlio prima della morte. Stessa discorso vale se, per esempio, in mancanza dei figli il marito prima della morte da soldi alla moglie o se un soggetto da soldi tramite una donazione ad uno o più nipoti o altri parenti.
Insomma, quando una persona è ancora in vita può disporre come meglio credere dei propri soldi e dei propri beni con il rischio, però, di creare scompiglio tra gli eredi che restano alla sua scomparsa.
La donazione di soldi fatta, per esempio, ad un figlio può, infatti, essere impugnata perché la legge prevede che, nonostante la donazione ai figli e ad altri parenti, al momento della divisione ereditaria tutti i beni della persona scomparsa vengano considerati tutti i beni del patrimonio ereditario da dividere poi tra tutti gli eredi in proporzione alle cosiddette quote legittimarie spettanti.
E’ bene, infatti, ricordare che chiunque può disporre liberamente di ciò che possiede solo per una parte del patrimonio, chiamata quota disponibile, perché agli eredi cosiddetti legittimari, come marito, figli e ascendenti, spetta comunque una quota dell’eredità prevista dalla legge.
Dunque, i soldi dati a figli e altri parenti prima della morte possono condizionare l’eredità ma solo fino alla scomparsa effettiva di chi ha effettuato la donazione perché poi per la successione dell’eredità devono comunque essere considerati tutti i beni e il patrimonio del de cuius da dividere tra tutti gli eredi secondo le norme stabilite dalla legge.
Se, dunque, si danno soldi ai figli o ad altri parenti prima della morte, l’eredità di un soggetto che alla sua scomparsa va in successione tra tutti gli eredi non cambia se uno degli eredi avanza una richiesta di revisione dei beni dell’eredità in base alle quote spettanti tra tutti gli eredi legittimi, revisione che potrebbe esserci anche in caso di presenza di testamento da parte del de cuius che anche in tal caso non può dimeticare l'esistenza delle quote da rispettare.
Dopo la morte del de cuius se una o più donazioni a figli o altri parenti hanno cambiato la quota ereditaria legittima spettante ad un erede, quest’ultimo può ottenere la ricostituzione della quota spettante tramite la cosiddetta azione di riduzione.
Si tratta di un’azione giudiziaria che si può proporre solo dopo la morte di colui che ha effettuato la donazione ed entro 10 anni dalla stessa contro chi ha ricevuto la donazione.