I settori che convogliano più investimenti sono digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute.
L'attenzione sul Recovery fund è costantemente elevata e lo sarà di più non appena si entra nel vivo delle misure per il rilancio dell'Italia. E non potrebbe essere diversamente, considerando la quantità di denaro che è in ballo. Ecco dunque che ci domandiamo, anche facendoci supportare dai consigli di analisti ed esperti in materia, su cosa investire per sfruttare al meglio questa opportunità.
Il Recovery Plan Italia ovvero il Piano nazionale di ripresa e resilienza è il documento individua le azioni per il rilancio del Paese ed è finanziato con 222 miliardi di euro.
Approvato dai ai due rami del Parlamento, è sottoposto al vaglio dell'Europa per una valutazione sulle azioni intraprese per superare e affrontare le conseguenze economiche e sociali causate dalla pandemia. Approfondiamo quindi alcuni aspetti ben precisi ed esattamente:
Per capire su cosa investire per sfruttare al meglio il Recovery Plan Italia 2022 occorre innanzitutto sapere come è articolato il Piano nazionale di ripresa e resilienza. In questo modo si individuano subito i macrosettori su cui sarà convogliato il denaro. Nel documento sono chiamati missioni e ne sono complessivamente individuate 6.
Si tratta di digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura; rivoluzione verde e transizione ecologica; infrastrutture per una mobilità sostenibile; istruzione e ricerca; inclusione e coesione; salute. Dopodiché queste 6 missioni raggruppano 16 componenti che hanno l'obiettivo di realizzare gli obiettivi economico-sociali definiti nella strategia dell'esecutivo.
Questi ultimi, secondo uno schema piramidale, si dividono in 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti.
Gli obiettivi dichiarati sono il perseguimento di un Paese completamente digitale, una pubblica amministrazione al servizio dei cittadini e delle imprese, un Paese con infrastrutture più sicure ed efficienti, un ordinamento giuridico più moderno ed efficace, un tessuto economico più competitivo e resiliente, formazione e ricerca, un Piano integrato di sostegno alle filiere produttive italiane, un Paese più equo e inclusivo, più verde e sostenibile.
Di conseguenza è innanzitutto in questa varietà di settori, dal digitale all'economia verde, che occorre spostare l'attenzione e cercare spazi di interesse.
Entrando nel dettaglio, sul fronte digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura nell'ambito degli investimenti del Recovery fund, l'attenzione è sullo sviluppo delle infrastrutture e servizi digitali del Paese ovvero datacenter e cloud, sul completamento rete nazionale di telecomunicazione in fibra ottica, sugli interventi per lo sviluppo delle reti 5G, sull'innovazione tecnologica e digitalizzazione delle filiere strategiche tra settore agroalimentare, industriale e turistico.
Altrettanto interessanti sono le opportunità che derivano dalla rivoluzione verde e transizione ecologica, in particolare gli investimenti finalizzati a conseguire obiettivi European Green Deal, le infrastrutture per la graduale de-carbonizzazione dei trasporti e mobilità di nuova generazione, i piani urbani per il miglioramento della qualità dell'aria, il miglioramento efficienza energetica e antisismica edifici pubblici e degli stabilimenti produttivi, la gestione integrata del ciclo delle acque, la riconversione produzione e trasporto energia in chiave sostenibile, gli investimenti per economia circolare, il sostegno alla transizione ecologica per l'agricoltura, l'industria e la siderurgia.
Il focus è anche sulle infrastrutture per una mobilità sostenibile tra l'alta velocità di rete per passeggeri e merci, lo sviluppo della rete stradale e autostradale, ponti e viadotti, la creazione di smart districts e intermodalità logistica integrata e la mobilità pubblica e privata a impatto ambientale sostenibile.
Da non sottovalutare le opportunità su istruzione e ricerca e in particolare su digitalizzazione dei processi e degli strumenti di apprendimento, lifelong learning e formazione lavoratori e cittadini inoccupati.