Taglio vitalizi parlamentari annullato i retroscena, i rischi per i normali pensionati e come finirà davvero

A cancellare la delibera del Consiglio di presidenza che aveva colpito gli assegni gli ex parlamentari è stato il Consiglio di garanzia del Senato. E adesso cosa succede?

Autore: Chiara Compagnucci
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Se non è una contraddizione di termini poco ci manca perché a ripristinare i vitalizi agli ex senatori sono stati gli stessi parlamentari. Con gli stessi partiti che, a distanza di pochi minuti, hanno protestato contro quello che definiscono un affronto inaccettabile.

Più esattamente ad aver cancellato la delibera del Consiglio di presidenza che aveva colpito gli assegni gli ex parlamentari è stato il Consiglio di garanzia del Senato. Si tratta di quell'organo che decide sui ricorsi presentati contro le decisioni della Commissione contenziosa.

È composto da 5 senatori nominati dal presidente del Senato tra gli esperti in materie giuridiche, amministrative e del lavoro ovvero magistrati, docenti universitari, avvocati e avvocatura dello Stato.

Sono quindi senatori in carica che hanno condiviso le ragioni di quegli oltre 700 ex senatori che si sono opposti al taglio dei vitalizi approvato nell'ottobre 2018 su iniziativa del Movimento 5 Stelle.

Precisando sin da subito che non siamo schierati per alcuna forza politica, né adesso e né in passato, vediamo cosa sta accadendo, ma soprattutto cosa potrebbe succedere:

  • Chi ha deciso taglio vitalizi parlamentari
  • Taglio vitalizi parlamentari retroscena, rischi per normali pensionati come finirà davvero

Chi ha deciso taglio vitalizi parlamentari

Per sostenere la battaglia contro il taglio era perfino nato un comitato guidato da Maurizio Paniz. Tra gli ex senatori figurano Giuseppe Gargani, Paolo Armaroli, Nitto Palma, Nicola Mancino, Lamberto Dini, Francesco Speroni.

Ed è andata evidentemente a buon fine. Dei 5 componenti del Consiglio di garanzia del Senato che ha deciso taglio vitalizi parlamentari, a votare a favore sono stati il senatore Forza Italia Giacomo Caliendo e i due membri laici Gianni Ballarani e Giuseppe Della Torre. Contrari i due esponenti della Lega, Simone Pillon e l'ex Movimento 5 Stelle Alessandra Riccardi.

Come viene spiegato dal comitato, la delibera è stata annullata perché ritenuta ingiustificata e priva di 5 requisiti fondamentali per gli interventi di riduzione degli importi:

  • niente retroattività mentre a essere raggiunti dal provvedimento erano i soli ex parlamentari
  • niente effetti perenni
  • deve essere erga omnes ovvero deva valere per tutto mentre qui si colpivano solo gli ex parlamentari
  • deve essere ragionevole e il taglio raggiungeva l'86% degli importi
  • deve indicare dove vanno a finire i risparmi mentre la delibera era generica

Al di là degli effetti sul futuro e dunque il riconoscimento dei vitalizi, vanno restituiti anche gli arretrati dal 2018 a oggi e che non sono stati più pagati.

Taglio vitalizi parlamentari retroscena, rischi per tutti o no e come finirà realmente

Come succederà adesso? Secondo Roberto Gressi del Corriere della Sera, è vero che si combatte senza quartiere sulle barricate, ma il risultato è incerto.

E, aggiungiamo noi, non è affatto detto che si combatta sul serio. Il Consiglio di garanzia del Senato è stata nominato dallo stesso Senato e nessuno può interferire sull'attività e sulle decisioni, purché non contrastino la legge.

Secondo Bressi, i vitalizi godono di un trattamento di favore rispetto alle pensioni della legge Fornero, ma sono una goccia nel mare dei conti dello Stato. Insomma, tagliarli è ragionevole, difenderli è inaccettabile, far credere che così si risolvano i problemi dell’Italia sa di demagogia.

Come finirà davvero? Dal punto di vista procedurale, il Senato ha il potere impugnare l'annullamento all'organismo di secondo grado, al Consiglio di giurisdizione dello stesso Senato. Ma in ogni caso vanno risarciti gli arretrati e la Camera potrebbe subire gli effetti di questa decisione.

I retroscena e le critiche

Secondo il quotidiano la Repubblica si tratta di un passo falso di chi ha proposta la legge, il Movimento 5 Stelle, perché sarebbe stata fatta con troppa approssimazione.

Per il giornalista Filippo Ceccarelli l'idea di un bel taglio ai privilegi, che in un tempo di sacrifici e ristrettezze agevolano la vita di parlamentari ed ex parlamentari, oltre che legittima, era anche ragionevole.

E riferisce anche di un retroscena: troppi aspetti sarebbero stati sottovalutati e gli ex parlamentari hanno avuto vita facile nel mettere in mano agli avvocati la questione di alta e complicata giurisprudenza in cui anche le regole europee hanno un peso. E hanno avuto l'ultima parola.

Tra l'altro, aggiungono altri commentatori ed esperti, il fatto di annullare un diritto acquisito sarebbe molto grave, anche se fatto a chi viene considerata da molti cittadini, una casta di privilegiati.

Una tale decisione potrebbe, infatti, avere ripercussioni molto pesanti su diritti acquisiti, per le pensioni, di tanti cittadini. Ma non mancano i giudizi opposti, ovvero quanti diritti acquisiti sono già stati colpiti e modificati ai normali cittadini, nella storia della previdenza italiana?