La Tari 2025 interessa non solo le abitazioni, ma anche box auto, garage, autorimesse e posti auto, siano essi dotati o meno di utenze. La normativa prevede che ogni locale, coperto o scoperto, suscettibile di produrre rifiuti urbani, ricade nell’ambito di applicazione della tassa, poiché la potenziale produzione di rifiuti non dipende dalla presenza di collegamenti alle forniture, ma dalla semplice disponibilità e utilizzo degli spazi.
La Corte di Cassazione ha più volte ribadito che l’imposta sui rifiuti va corrisposta anche per pertinenze come box, garage, cantine e posti auto, anche se i locali non sono allacciati alla rete elettrica o alle utenze idriche e gas (Ordinanza n. 8581/2017 e sentenze successive). Il presupposto d’imposta è infatti la proprietà o la detenzione, a qualsiasi titolo, di locali o superfici idonee a generare rifiuti urbani.
Box e garage, insomma, sono inclusi nei fabbricati per i quali è obbligatorio sostenere la tassa rifiuti, mentre ne sono esclusi i posti auto scoperti (come chiarito dal Decreto Legge 147/2013, art. 1, comma 641). Tuttavia, se il posto auto scoperto è situato in un’area utilizzata per attività commerciali o produttive, sarà comunque soggetto a tassazione. Il regolamento Tari 2025 dei Comuni descrive dettagliatamente le casistiche di assoggettamento e di esclusione.
Il calcolo della Tari viene effettuato dal Comune di riferimento, secondo criteri fissati dalla normativa nazionale (Decreto Presidente della Repubblica 158/1999) e dalle singole Delibere Comunali annuali. La tassa si compone di una quota fissa, proporzionata alla superficie, e di una quota variabile, implicata dalla tipologia di utenza e dal numero dei componenti del nucleo familiare dell’abitazione principale.
Per l’anno 2025, la tariffa sui rifiuti è calcolata sommando i metri quadrati di box, posti auto o garage alla superficie dell’abitazione principale e moltiplicando per le tariffe di riferimento, cui si aggiunge il 5% di addizionale provinciale (TEFA). Non è previsto l’esonero dalla Tari solo perché il box o il garage non è servito da luce, acqua o gas.
Il dettaglio dei coefficienti di calcolo può variare secondo il regolamento locale e viene notificato annualmente tramite avviso di pagamento.
Prendendo ad esempio una famiglia con abitazione principale di 80 mq e box auto di 18 mq, la Tari verrà calcolata sommando le superfici (80+18=98 mq). Sulla metratura aggregata si applicano quota fissa, quota variabile e il tributo TEFA. Il dettaglio preciso degli importi va sempre richiesto all’ufficio tributi del proprio Comune.
Il regolamento Tari 2025 prevede casi specifici di esenzione o riduzione solo in determinate condizioni:
La presenza di mobili o l’attivazione anche di una sola utenza (elettricità, acqua, etc.) sono presunzione di “uso” e, dunque, di obbligo di pagamento della Tari (Agenzia delle Entrate).
Le scadenze della Tari sono fissate annualmente dai Comuni. Nel 2025, di norma, gli acconti andranno saldati ad aprile e luglio, con saldo finale entro dicembre. Le modalità di pagamento includono modello F24 (codice tributo 3944 per la Tari), MAV, bollettino postale e la piattaforma PagoPA. È possibile effettuare il versamento anche tramite home banking e, in molti casi, tramite l’app IO per le notifiche.
In alcune città, dal 2025, debutta la tariffa puntuale, che lega la tassa ai rifiuti effettivamente conferiti, non solo ai metri quadri e al numero di occupanti l’immobile. È una novità che riguarda, per ora, pochi Comuni, ma che estenderà gradualmente la logica pay-per-use a tutta Italia nei prossimi anni.
Ulteriore novità per il 2025: il Bonus Tari 2025 diventa operativo per famiglie con ISEE fino a 9.530 euro (o fino a 20.000 euro per nuclei numerosi), garantendo uno sconto in bolletta fino al 25%. L’accesso è automatico, ma occorre che il Comune abbia attivato la misura.
Qualora la Tari non venga corrisposta nei termini indicati, il Comune invierà un avviso di accertamento, richiedendo il saldo degli arretrati, con l’applicazione di sanzioni e interessi. In caso di pagamento mancato oltre i termini dell’avviso, l’ente può avvalersi delle procedure esecutive dell’Agenzia delle Entrate Riscossione. Le sanzioni possono arrivare a triplicare le somme dovute, ed è fondamentale conservare sempre la ricevuta di pagamento per tutelarsi.
Chi ha bisogno di rateizzare l’importo Tari, può richiedere al Comune di riferimento un piano di rientro, soprattutto se versa in condizioni di difficoltà economica certificate.