Il passaggio dal lordo al netto può determinare una imposta Irpef inferiore a quanto risulterebbe applicando l'aliquota ordinaria relativa al Trattamento di fine rapporto. L'aliquota applicata ai fini del calcolo del Tfr netto viene così calcolata una seconda volta dall'Agenzia delle Entrate sulla base dell'aliquota Irpef media degli ultimi 5 anni di e se l'imposta applicata alla liquidazione sia superiore a quanto già corrisposto. In questo caso diventa obbligatorio versare la differenza.
Quando si parla di Tfr ovvero di Trattamento di fine rapporto occorre tenere in considerazione anche un altro aspetto centrale nella gestione dei rapporti lavoratori ovvero quello della tassazione. Si tratta di un passaggio che coinvolge i vari Contratti collettivi nazionali di lavoro tra Dirigenti Settore Privato, Agricoltura e Allevamento, Edilizia e Legno, Marittimi, Alimentari, Chimica, Trasporti, Enti Pubblici, Enti e Istituzioni Private, Poligrafici e Spettacolo, Tessili, Terziario e Servizi, Credito ed Assicurazioni, Turismo, Meccanici.
Il dettaglio procedurale a cui prestare attenzione è il ricalcolo che viene effettuato dall'Agenzia delle entrate che finisce per incidere nella cifra finale. Vediamo quindi più specificatamente:
Tfr: come avviene il ricalcolo della tassazione dall'Agenzia delle entrate
Quali sono le tempistiche del pagamento del Trattamento di fine rapporto
Norme alla mano, in caso di cessazione del rapporto di lavoro subordinato, il prestatore di lavoro ha diritto a un trattamento di fine rapporto. Si calcola sommando per ciascun anno di servizio una quota pari e comunque non superiore all'importo della retribuzione dovuta per l'anno stesso divisa per 13,5. La quota è proporzionalmente ridotta per le frazioni di anno, computandosi come mese intero le frazioni di mese uguali o superiori a 15 giorni.
Salvo diversa previsione dei contratti collettivi la retribuzione annua comprende tutte le somme, compreso l'equivalente delle prestazioni in natura, corrisposte in dipendenza del rapporto di lavoro, a titolo non occasionale e con esclusione di quanto è corrisposto a titolo di rimborso spese.
In questo contesto di base, il calcolo del Tfr viene effettuato dall'Agenzia delle entrate sulla base delle regole vigenti sulla tassazione separata. I parametri da considerare sono il numero di anni di anzianità di servizio e l'aliquota Irpef relativa agli anni oggetto di calcolo. Il punto è che il passaggio dal lordo al netto può determinare una imposta Irpef inferiore a quanto risulterebbe applicando l'aliquota ordinaria relativa al Trattamento di fine rapporto.
L'aliquota applicata ai fini del calcolo del Tfr netto viene così calcolata una seconda volta dall'Agenzia delle Entrate sulla base dell'aliquota Irpef media degli ultimi 5 anni di e se l'imposta applicata alla liquidazione sia superiore a quanto già corrisposto. In questo caso diventa obbligatorio versare la differenza.
Il dipendente può decidere di lasciare il Trattamento di fine rapporto in azienda dove continua a essere gestito secondo la vecchia normativa oppure girarlo a un fondo pensione. La scelta va effettuata entro sei mesi dall'assunzione. In caso di mancata decisione, il Tfr viene conferito alla forma di previdenza complementare prevista dagli accordi o dai contratti collettivi nazionali di lavoro.
In relazione alle tempistiche del pagamento del Tfr occorre fare una serie di distinzioni tra i dipendenti del settore pubblico rispetto a quelli del settore privato. Per i primi avviene in base all'importo da corrispondere e delle ragioni dell'interruzione del rapporto ovvero entro 105 giorni per termine del rapporto di lavoro per inabilità o decesso; non prima di 1 anno per cessazione per pensionamento e raggiungimento dei requisiti di servizio o per età; non prima di 2 anni per termine del contratto per dimissioni volontarie, licenziamento o destituzione dall'impiego. Per i dipendenti privati il Trattamento di fine rapporto deve essere corrisposto alla fine del rapporto di lavoro.