Per regolarizzare il lavoro delle badanti in nero e aderire dalla nuova sanatoria del Decreto Rilancio bisogna presentare apposita domanda all’Inps o allo Sportello unico per l'immigrazione, dal primo giugno al 15 luglio. Se è il datore di lavoro a presentare la domanda è previsto il versamento di un contributo forfettario di 400 euro per ogni lavoratore; se è la badante a presentare la domanda è previsto il versamento di 160 euro.
Via libera alla regolarizzazione di badanti che lavoravano in nero grazie alla Sanatoria del Decreto Rilancio. Per lavoratori domestici impiegati presso i datori di lavoro non con regolare contratto di lavoro e con permesso di soggiorno scaduto si può, infatti, chiedere la regolarizzazione stipulando un regolare contratto di lavoro subordinato. Vediamo come funziona la sanatoria del Decreto Rilancio per la regolarizzazione di badanti.
Tra le misure contenute nel Decreto Rilancio, varato dal governo Conte ancora per fronteggiare l’emergenza coronavirus c’è la sanatoria per la regolarizzazione di badanti a lavoro senza regolare permesso di soggiorno nel pieno del periodo emergenziale nel nostro Paese.
La sanatoria prevede, infatti, per i datori di lavoro la regolarizzazione di badanti che lavoravano in nero o con (e senza) permesso di soggiorno scaduto se straniere stipulando regolare permesso di soggiorno e possono accedere alla sanatoria tutti coloro che risultavano a lavoro prima dell’8 marzo del 2020 o che possono dichiarare di aver risieduto in Italia in maniera continuativa prima di quella data.
Il contratto che i datori di lavoro devono stipulare alla badante regolarizzata deve riportare durata del contratto e retribuzione che non deve essere inferiore a quella prevista dal CCNL badante di riferimento e, per quanto riguarda tasse e contributi da versare alla badante regolarizzata grazie alla sanatoria, il governo ha stabilito il pagamento di un contributo forfettario pari a 400 euro per ogni badante regolarizzata se è il datore a presentare domanda di sanatoria e di 160 euro se è la badate stessa a chiedere la regolarizzazione con un permesso di soggiorno di 6 mesi. Le tasse da versare sono, invece, quelle di registrazione del contratto di lavoro regolare
Possono rientrare della sanatoria contenuta nel Decreto Rilancio per la regolarizzazione di badanti le seguenti categorie di lavoratrici:
Restano fuori dalla sanatoria:
La sanatoria per la regolarizzazione della badante può essere richiesta sia dal datore di lavoro e sia dalla badante non regolare. Nel caso del datore di lavoro, egli stesso deve stipulare un nuovo contratto di lavoro subordinato o dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare, ancora in corso, con cittadini italiani o cittadini stranieri, sostanzialmente autodenunciandosi e indicando nella domanda la durata del contratto di lavoro e la retribuzione e pagando relative tasse e contributi per la regolarizzazione della badate.
Nel caso di richiesta di regolarizzazione da parte della stessa badante, se straniera e in possesso di soggiorno scaduto dal 31 ottobre 2019, può richiederne presso la Questura di competenza uno temporaneo di 6 mesi che con la regolarizzazione del contratto di lavoro viene poi convertito in permesso di soggiorno per motivi di lavoro.
In entrambe i casi, le domande per aderire alla sanatoria del Decreto Rilancio per la regolarizzazione delle badanti a lavoro si possono presentare a partire dal primo giugno e fino al 15 luglio, rivolgendosi: