Tasse regionali e comunali, Irap e Irpef, le modifiche ufficiali in riforma fisco 2023

Tutti i cambiamenti e le novità per tasse locali, Irap e Irpef contenute nella nuova riforma fiscale e per chi saranno importanti

Autore: Marianna Quatraro
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Tasse regionali e comunali, Irap e Irpef

Quali sono le modifiche ufficiale in riforma Fisco 2023 per tasse regionali e comunali, Irap e Irpef?

Le modifiche previste nella riforma del fisco 2023 riguardano soprattutto cambiamenti per aliquote Irpef, superamento dell’Irap, revisione delle addizionali regionali e comunali, ma anche novità per catasto e Iva. Dopo l’approvazione della delega fiscale, si attendono ora i decreti attuativi.

Quali sono le modifiche ufficiale in riforma Fisco 2023 per tasse regionali e comunali, Irap e Irpef? Via libera dalla Camera alla Delega fiscale per la riforma del Fisco 2023 e ora si attendono dal governo, entro un tempo massimo di 18 mesi dalla data di entrata in vigore della legge, i decreti attuativi per la revisione del sistema fiscale. Vediamo come si prepara a cambiare il Fisco.

  • Come cambiano tasse regionali e comunali con riforma fisco 2023
  • Riforma fisco 2023 e novità Irap e Irpef

Come cambiano tasse regionali e comunali con riforma fisco 2023

Novità previste nella riforma del Fisco 2023 per tasse regionali e comunali. Con la riforma del Fisco 2023, si delega il governo ad una revisione delle addizionali comunali e regionali Irpef, da applicare sul debito d'imposta e non alla base imponibile del tributo erariale, come accade attualmente. 

L’addizionale locale Irpef è un’imposta locale, che si aggiunge a quella sul reddito delle persone fisiche, e si calcola applicando l’aliquota al reddito complessivo imponibile, al netto degli oneri deducibili e l’aliquota Irpef di tasse regionali e comunali non è uguale per tutti ma varia da regione a regione e anche in base alla fascia di reddito del contribuente e, per legge, può oscillare da un minimo dell’1,23% ad un massimo del 3,33%. 

Inoltre, come già deciso, i singoli Comuni in difficoltà possono aumentare le tasse locali. In particolare, per risanare i deficit dei Comuni italiani in difficoltà, gli stessi Comuni capoluoghi di provincia potranno aumentare l’Irpef locale, nel caso di un deficit procapite superiore a 500 euro, mentre nel caso di Comuni con un debito procapite superiore a 1.000 euro si potrà o scegliere di aumentare l’Irpef locale o sostituire l’aumento delle tasse locali con una nuova tassa locale. 

In alcune regioni sono state già modificate le aliquote di pagamento delle tasse regionali, con aumenti anche importanti, in altre regioni nulla, invece, è ancora stato toccato. 

Riforma fisco 2023 e novità Irap e Irpef

La riforma del Fisco 2023 prevede poi una revisione Irpef del sistema di imposizione personale sui redditi. Cancellata l’idea di un modello fiscale duale, con un’aliquota proporzionale per i redditi da capitale e un’Irpef progressiva su redditi da lavoro, mentre sono state confermate cedolari secche, aliquote agevolate e scivolo di due anni per i titolari di partita Iva forfettaria che superano i 65mila euro di redditi prima di passare nel regime ordinario.

Per quanto riguarda l’Irap, l’approvazione della delega fiscale ha confermato il graduale superamento dell’Irap, Imposta regionale sulle attività produttive, con priorità prevista per società di persone, studi associati e società tra professionisti. 

Ulteriori modifiche della riforma fiscale 2023 riguardano il catasto e l’Iva: partendo dal catasto, saranno previsti nuovi sistemi di rilevazione catastale degli immobili, a disposizione di Comuni e Agenzia delle entrate, per facilitare l’individuazione e il corretto classamento degli immobili, con nuovi criteri di integrazione delle informazioni già presenti nel catasto dei fabbricati da rendere definitiva dal primo gennaio 2026. 

Per l’integrazione dei dati, dovrà essere indicata per ogni unità immobiliare sia la rendita catastale risultante a normativa vigente e sia una ulteriore rendita, soggetta a periodico aggiornamento, calcolata usando i criteri già previsti in materia di tariffe d’estimo delle unità immobiliari urbane ma anche considerando l’articolazione del territorio comunale, della rideterminazione delle destinazioni d’uso catastali, dell’adozione di unità di consistenza per gli immobili di tipo ordinario.

Le nuove informazioni e classificazioni eventuali degli immobili non saranno utilizzate per la determinazione della base imponibile dei tributi derivanti dalle risultanze catastali né per agevolazioni e benefici sociali. Dunque, la nuova fotografia degli immobili attesa per il 2026 non influirà su Imu e Isee

Per quanto riguarda l’Iva, invece, si punta a razionalizzazione e semplificazione dell’imposto, tenendo conto dell’impatto ambientale dei prodotti su cui è applicata.