No. Stando a quanto stabilito dal Decreto Crescita, il proprietario che affitta casa e non percepisce l'affitto non deve dichiarare all’Agenzia delle Entrate le mensilità non versate e non deve pagarci pertanto le tasse. Si tratta, però, di una novità valida solo per contratti di locazione stipulati dal primo gennaio 2022.
Si devono pagare le tasse su un affitto non pagato? Capita non di rado di incorrere in inquilini morosi che non rispettano il pagamento dei dovuti canoni di affitto, con conseguenze che si ripercuotono sui proprietari di casa. O si ripercuotevano. Da un punto di vista fiscale, infatti, sono cambiate le norme sul pagamento delle tasse su affitti non pagati. Vediamo, dunque, cosa prevedono le leggi 2022 sul pagamento delle tasse su affitto non pagato.
Se fino ad oggi il proprietario di casa doveva dichiarare al fisco i canoni di affitto anche se non pagati dall’inquilino, dovendo pertanto pagare le tasse anche nel caso di inquilino moroso, ora invece la situazione è cambiata e le tasse sull'affitto non pagato non devono essere versate. A stabilirlo è stato il Decreto Crescita.
Stando a quanto previsto dalla novità in vigore, il proprietario che affitta casa e non percepisce l'affitto non deve dichiarare all’Agenzia delle Entrate le mensilità non versate e non deve pagarci pertanto le tasse. Precisiamo, però, che le novità valgono per i contratti dal primo gennaio 2022 mentre restano in vigore le regole precedenti per i contratti in corso e quelli stipulati fino a tutto il 31 dicembre 2022.
Stando a quanto previsto dalle leggi 2022 in vigore, non si devono pagare più le tasse sull’affitto non pagato, mentre finora ogni proprietario doveva comunque dichiarare i canoni di affitto anche se non riscossi fino al momento dell’ordinanza di sfratto.
Ora, invece, non è più necessario attendere il provvedimento del giudice per evitare il pagamento delle tasse su affitti non pagati ma basta notificare l’ingiunzione di pagamento nei confronti dell’inquilino che non paga e dal momento della notifica il locatore può non riportare più i canoni di affitto in dichiarazione dei redditi.
Se, infatti, secondo la legge in vigore finora, i redditi derivanti dall’affitto concorrono alla formazione de reddito complessivo del contribuente, indipendentemente dalla loro percezione, per cui è obbligatorio pagare l’Irpef o la cedolare secca sugli affitti non percepiti, le ultime novità prevedono che i canoni non percepiti non debbano essere dichiarati, per cui non concorrono alla formazione del reddito complessivo del contribuente e non prevedono il pagamento di tasse.
La nuova legge prevede la detassazione sui canoni di affitto non pagati per i contratti di locazione stipulati dal primo gennaio 2022 dall’intimazione di sfratto o dall’ingiunzione di pagamento all’inquilino moroso e non più dalla conclusione del procedimento di convalida di sfratto per morosità. La nuova legge permette, in sostanza, al locatore di non pagare le tasse sui redditi percepiti fin dal momento in cui procede con l'intimazione di sfratto per morosità o con l'ingiunzione di pagamento nei confronti del conduttore moroso
Se l’inquilino dovesse pagare i canoni di locazione in seguito, il proprietario di casa dovrà indicare gli affitti percepiti nella dichiarazione dei redditi successiva.