Il più importante diritto legato al lavoro notturno riguarda l'esonero. Alcune categorie di lavoratori che hanno diritto a essere esclusi. Si tratta della le donne nel periodo tra l'accertamento dello stato di gravidanza e il compimento di un anno di età del bambino. E dei minori per un periodo di almeno 12 ore consecutive tra le 22 e le 6 o tra le 23 e le 7.
Per via della peculiarità dei turni di notte, i lavoratori possono fruire di una serie di diritti aggiuntivi rispetto ai colleghi che si dedicano in maniera esclusiva ai turni di giorno. Lavorare di notte può infatti comportare una serie di scompensi da scontare nel breve e nel lungo periodo.
Il lavoro notturno può aumentare il rischio di cardiopatia ischemica e di alterazioni del ritmo cardiaco. Aumenta anche il rischio di insufficienza renale cronica in quanto l'alterazione dei ritmi circadiani può ostacolare una funzionalità renale già ridotta.
L'attenzione è anche sui rischi legati alle malattie cardiovascolari, ai disturbi cronici del sonno, aggravati dal lavoro a turni e spesso indotto dall'assunzione di farmaci che incidono sullo stato di vigilanza e sulle performance psico-fisiche.
Senza dimenticare possibili problemi legati all'insorgenza di malattie gastrointestinali, di epilessie scatenate da un deficit di sonno e dall'alterazione dei ritmi circadiani, di diabete mellito insulino-dipendente poiché il lavoro notturno può interferire con l'assunzione regolare della terapia nell'arco delle 24 ore e di una appropriata alimentazione, di patologie della tiroide. Approfondiamo quindi:
Dal punto di vista normativo, per lavoro notturno si intende il periodo di almeno sette ore consecutive in una fascia oraria ben precisa comprendente l'intervallo tra la mezzanotte e le 5 del mattino. Dopodiché per lavoratore notturno si intende chi svolge durante il periodo notturno almeno 3 ore del suo tempo di lavoro giornaliero impiegato in modo normale.
Ma anche chi svolge almeno una parte del suo orario di lavoro secondo le norme definite dai contratti collettivi di lavoro. In assenza di disciplina collettiva è considerato lavoratore notturno il lavoratore che svolge lavoro notturno per un minimo di 80 giorni lavorativi all'anno.
Il più importante diritto legato al lavoro notturno riguarda l'esonero. Alcune categorie di lavoratori che hanno diritto a essere esclusi. Si tratta della le donne nel periodo tra l'accertamento dello stato di gravidanza e il compimento di un anno di età del bambino. E dei minori per un periodo di almeno 12 ore consecutive tra le 22 e le 6 o tra le 23 e le 7. In ogni caso, l'esonero è sempre su richiesta del lavoratore.
Altri casi particolari riguardano le lavoratrici madri o i padri di bambini fino a 3 anni, i genitori unici affidatari di minori di 12 anni, i genitori adottivi o affidatari di un minore nei primi 3 anni dall'ingresso in famiglia, i lavoratori che hanno a carico disabili. Scatta il diritto del riposo compensativo nel caso di attività prestata in giorno festivo infrasettimanale o, in alternativa ma anche insieme, a un compenso per lavoro straordinario con la maggiorazione prevista per il lavoro straordinario festivo.
Perché quando si parla dei turni di notte occorre un supplemento di attenzione? Per la semplice ragione che bisogna considerare una serie di fattori delicati.
Pensiamo ad esempio alla modalità di interposizione dei giorni di riposo nel ciclo di turnazione; alla durata dei turni in particolari condizioni di lavoro; al numero delle notti consecutive di lavoro notturno; alla frequenza e velocità delle rotazioni dei turni; alla regolarità e prevedibilità del turno; alla presenza di turni nel fine settimana; alla lunghezza del turno lavorativo; all'orario prolungato e straordinario; all'orario di inizio e fine dei turni; alla gestione delle squadre di lavoro; alla direzione della rotazione.