L'alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica che attraverso l'esperienza pratica punta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini. L'obiettivo è quindi arricchire la formazione e a orientarne il percorso di studio ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro.
Proposta come une delle più importanti innovazioni per collegare il mondo dell'istruzione con quello dell'occupazione, ecco che l'alternanza scuola-lavoro continua a rimanere al centro dell'attenzione. Lo è perché c'è chi ne sostiene la reale utilità poiché i ragazzi che partecipano a questa iniziativa ricavano una effettiva utilità in termini di bagaglio culturale e di esperienza.
Ma c'è anche chi esprime le riserve proprio per i medesimi motivi ovvero per lo scollamento tra questi due mondi. Proviamo allora a fare il punto della situazione sulla base degli aggiornamenti normativi che sono adesso sopraggiunti. Vediamo più esattamente:
Alternanza scuola-lavoro, quali sono le leggi aggiornate
Figura di garanzie e chiarimenti su alternanza scuola-lavoro
A norma di legge, l'alternanza scuola-lavoro è una modalità didattica che attraverso l'esperienza pratica punta a consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini. L'obiettivo è quindi arricchire la formazione e a orientarne il percorso di studio ai fini dell'inserimento nel mondo del lavoro. Si tratta comunque di un passaggio obbligatorio per tutti gli studenti degli ultimi 3 anni delle scuole superiori.
Il primo obiettivo dichiarato dell'alternanza scuola-lavoro è realizzare modalità di apprendimento flessibili ed equivalenti sotto il profilo culturale ed educativo, rispetto agli esiti dei percorsi del secondo ciclo d'istruzione, che colleghino sistematicamente la formazione in aula con l'esperienza pratica. Quindi arricchire la formazione acquisita nei percorsi scolastici e formativi con l'ulteriore acquisizione di competenze spendibili nel mercato del lavoro.
Poi favorire l'orientamento dei giovani per valorizzarne le vocazioni personali, gli interessi, gli stili di apprendimento individuali. Dopodiché realizzare un organico collegamento delle Istituzioni scolastiche e formative con il mondo del lavoro e la società civile che consenta la partecipazione attiva nei processi formativi dei soggetti coinvolti. Infine, correlare l'offerta formativa allo sviluppo culturale, sociale ed economico del territorio.
I tirocini sono regolati da una convenzione tra il soggetto promotore e il soggetto ospitante e sono svolti sulla base di un progetto formativo individuale firmato dal promotore, dall'ospitante e dal tirocinante. Per ogni tirocinio vi è un tutor didattico organizzativo e un tutor aziendale.
Il soggetto promotore si fa garante della attivazione della copertura assicurativa dei tirocinanti. Il numero di tirocinanti presenti contemporaneamente è proporzionato al numero dei lavoratori a tempo indeterminato presenti nell'unità operativa. Al termine del tirocinio il soggetto ospitante rilascerà al tirocinante un’attestazione dell'attività svolta e delle competenze acquisite.
Le figure di garanzia dell'alternanza scuola-lavoro sono il datore di lavoro della scuola inviante, il tutor scolastico che segue lo studente, il datore di lavoro dell'azienda che ospita lo studente, il tutor dell'azienda che sovrintende e vigila sullo studente, i due Responsabili del servizio di prevenzione e protezione. Le ore minime per assolvere al progetto dell'alternanza scuola-lavoro sono di 90 ore nei licei, 150 ore negli istituti tecnici, 180 ore negli istituti professionali.
Come spiegato dal Ministero dell'Istruzione, l'alternanza scuola-lavoro permette di consolidare le conoscenze acquisite a scuola e testare sul campo le attitudini degli studenti, ad arricchirne la formazione e a orientarne il percorso di studio.
E poi, altro particolare di primaria importanza, in futuro di lavoro, per via della partecipazione progetti in linea con il loro piano di studi. Obbligatoria per tutti gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori, è una delle innovazioni introdotte dalla legge 107 del 2015 - la cosiddetta Buona Scuola - in linea con il principio della scuola aperta.