Il decesso dell’intestatario di un veicolo comporta per gli eredi una serie di adempimenti burocratici obbligatori e regolamentati dalla normativa italiana. L’obiettivo di questi passaggi è garantire l’aggiornamento corretto dei dati di proprietà e la piena regolarità nella circolazione dell’auto. Nel 2025 la procedura è uniformata, ma alcune recenti novità e raccomandazioni, emerse anche dagli enti competenti come ACI e PRA, meritano particolare attenzione al fine di evitare sanzioni, blocchi del mezzo o problematiche assicurative.
I passaggi burocratici obbligatori dopo la morte dell’intestatario dell’auto
Quando il proprietario di un’auto decede, la vettura entra a far parte dell’asse ereditario ed è necessaria una rigorosa procedura in linea con l’ordinamento civilistico (Codice Civile) e le disposizioni del Codice della Strada. Il processo si articola in tre fasi principali obbligatorie:
- Accettazione formale dell’eredità: deve essere redatta, entro sei mesi dal decesso, un'apposita dichiarazione di accettazione dell’eredità, tramite atto pubblico o scrittura privata autenticata. Questo passo è vincolante anche in presenza di testamento e determina la legittimità della successiva voltura.
- Registrazione al PRA (Pubblico Registro Automobilistico): entro 60 giorni dalla data di autentica delle firme sull’atto, occorre presentare la richiesta di trascrizione agli uffici ACI-PRA. Questa operazione aggiorna il certificato di proprietà (o il Documento Unico) e rende efficace il trasferimento alle anagrafiche pubbliche.
- Aggiornamento della Carta di Circolazione: sempre entro 60 giorni, per evitare sanzioni, l’erede deve richiedere l’aggiornamento del libretto alla Motorizzazione Civile, che rilascia la nuova intestazione o un documento sostitutivo conforme alla normativa 2025.
È fondamentale sottolineare che la circolazione di un veicolo intestato a persona deceduta è lecita soltanto entro i primi 30 giorni dal decesso; decorso tale termine senza regolarizzazione, si rischiano sanzioni amministrative consistenti.
Documenti necessari per la successione e il trasferimento del veicolo
Gli adempimenti presso PRA e Motorizzazione nel 2025 richiedono una specifica documentazione, la cui incompletezza può determinare il rigetto della pratica o il rinnovo di eventuali sanzioni. I principali documenti da presentare sono:
- Atto di accettazione dell’eredità (autenticato o in copia conforme + eventuale testamento autenticato)
- Certificato di proprietà (cartaceo o digitale), oppure il Documento Unico (DU) del veicolo
- Carta di circolazione (originale)
- Modello NP3B e modulo TT2119 debitamente compilati (reperibili online o presso gli sportelli)
- Documenti di identità e codice fiscale dell’erede/i, più fotocopie
- Certificato di morte o dichiarazione sostitutiva
- Certificato di residenza o dichiarazione sostitutiva per l’erede (se necessario)
- Permesso di soggiorno (per cittadini extracomunitari)
- Dichiarazione sostitutiva attestante lo status di erede
- Eventuale denuncia di smarrimento in caso di perdita dei documenti del veicolo
- Delega scritta e documento di chi si occupa della pratica, se diverso dall’erede
In presenza di più eredi e in caso di cessioni successive versate a terzi, saranno necessari ulteriori modelli (es. NP4B, DTT333). È buona prassi consultare l’ACI per l’elenco aggiornato e validare la correttezza dei moduli utilizzati.
Procedura particolare in presenza di più eredi
Quando il veicolo è oggetto di successione ereditaria con più beneficiari, la normativa prevede un processo articolato e distinto, che impatta anche sui costi complessivi:
- Intestazione provvisoria a tutti gli eredi: il veicolo viene temporaneamente intestato a nome di tutti i beneficiari, in base alle quote spettanti.
- Eventuale cessione delle quote: se uno solo degli eredi (o un soggetto terzo) intende acquisire il veicolo, si procede con un secondo atto di vendita delle quote ereditarie, da registrare nuovamente presso PRA e Motorizzazione. Questa doppia formalità comporta un aumento delle imposte e degli oneri fissi.
- Vendita a terzi: è obbligatorio intestare temporaneamente il mezzo a tutti gli eredi prima di poter effettuare la vendita a un acquirente estraneo alla famiglia.
L’intera procedura può essere effettuata simultaneamente (ove possibile), velocizzando i tempi, ma in tal caso vengono comunque applicati i costi di entrambe le intestazioni.
Costi e obblighi fiscali nel 2025 per il passaggio di proprietà da defunto
I costi per formalizzare il trasferimento di un’auto da una persona deceduta includono diverse voci, alcune variabili in base alla provincia di residenza e alla potenza del veicolo. Le principali spese da sostenere sono:
- Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT): variabile da provincia a provincia, calcolata su base fissa fino a 53 kW e proporzionale alla potenza oltre tale soglia (3,51 € per ogni kW superiore, maggiorazione variabile secondo delibere provinciali).
- Bollo registrazione PRA: 48 € da pagare entro 60 giorni.
- Bollo aggiornamento carta di circolazione: 16 €.
- Diritti DT Motorizzazione Civile: 10,20 €.
- Spese per la pratica ACI: 27 €.
- Possibili commissioni e spese per agenzie intermediarie (opzionali).
Alcune province prevedono riduzioni (fino al 90%) dell’IPT nei casi di successione ereditaria. Il mancato rispetto delle tempistiche comporta sanzioni amministrative variabili, spesso superiori a 700 euro, e la maggiorazione del 30% dell’IPT per trascrizioni tardive.
Altri adempimenti legati all’eredità del veicolo: assicurazione, bollo, ipoteche
Dopo l’aggiornamento della proprietà, spetta al nuovo titolare occuparsi di ulteriori aspetti amministrativi:
- Stipulare una nuova assicurazione RCA intestata all’erede, dopo la cessazione della polizza del defunto.
- Verificare la presenza di blocchi, ipoteche o fermi amministrativi presso il PRA: questi gravami si trasmettono automaticamente e possono impedire la circolazione, la vendita o la rottamazione.
- Provvedere al pagamento dei tributi automobilistici (bollo auto).
- Custodire il veicolo su suolo privato se privo di copertura assicurativa: la guida di un’auto intestata a un defunto senza aggiornamento e assicurazione è soggetta a sanzioni severe e sequestro del mezzo.
Per una verifica rapida di eventuali gravami, è consigliabile effettuare una visura PRA per targa attraverso i portali ufficiali.
Sanzioni e rischi in caso di mancata regolarizzazione nei tempi previsti
Il termine perentorio per la registrazione dell’atto di accettazione dell’eredità e l’aggiornamento dei documenti è 60 giorni dall’autenticazione della firma. Trascorso tale periodo senza aver regolarizzato la posizione, scattano:
- Sanzione amministrativa da 705 a 3.526 euro per mancato aggiornamento della carta di circolazione e del certificato di proprietà (articolo 94 CDS).
- Sanzione ulteriore pari al 30% dell’IPT dovuta.
- Possibilità di fermo amministrativo e blocco successivo di ogni formalità relativa alla vettura (es.: vendita, rottamazione, revisione).
Nell’anno 2025, l’attivazione delle nuove procedure digitali e il potenziamento degli archivi ANV impongono massima precisione e tempestività nelle pratiche, pena il respingimento automatico o l’applicazione immediata delle penalità.
Gestione della rottamazione e demolizione di veicolo intestato a defunto
In presenza di veicoli non più funzionanti o da dismettere, gli eredi possono richiedere la rottamazione rivolgendosi a un centro autorizzato. Sarà necessario presentare:
- Carta di circolazione e certificato di proprietà;
- Atto di accettazione dell’eredità e certificato di morte;
- Documento d’identità dell’erede e dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Il centro gestirà la pratica direttamente presso PRA con radiazione definitiva e rilascio della certificazione di avvenuta rottamazione, eliminando ogni futura responsabilità fiscale o amministrativa a carico degli eredi.