Ci sono due informazioni molto chiare contenute nel Rapporto Censis-Eudaimon che aiutano a capire qual è la situazione attuale in merito al welfare aziendale, ma anche le prospettive future. Abbiamo già anticipato la prima ovvero la possibilità che il suo valore schizzi a 53 miliardi di euro nel caso di allargamento a tutte le imprese del settore privato. La seconda riguarda invece il beneficio economico che ne trarrebbe il singolo lavoratore ovvero quasi una mensilità in più all'anno.
Si parla con sempre maggiore frequenza di welfare aziendale anche in Italia, ma di cosa si tratta? E soprattutto, qual è lo stato dell'arte nel mercato del lavoro in Italia alla luce del recente stravolgimento del tessuto economico e sociale?
A rispondere a queste domande, ma anche a tracciare la rotta per il futuro prossimo è il nuovo Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale. Anticipiamo subito che le valutazioni contenute nello studio sono di segno positivo. In pratica aziende e lavoratori apprezzano con sempre maggiore convinzione questa opzione.
Non solo, ma dallo studio emerge che nel caso di estensione a tutte le imprese del settore privato, il valore del welfare aziendale arriverebbe a 53 miliardi di euro. Entriamo quindi nel vivo di questa ricerca:
Ci sono due informazioni molto chiare contenute nel Rapporto Censis-Eudaimon che aiutano a capire qual è la situazione attuale sul welfare aziendale, ma anche le prospettive future. Abbiamo già anticipato la prima ovvero la possibilità che il suo valore schizzi a 53 miliardi di euro nel caso di allargamento a tutte le imprese del settore privato.
La seconda riguarda invece il beneficio economico che ne trarrebbe il singolo lavoratore ovvero quasi una mensilità in più all'anno. Perché puntare sul welfare aziendale nell'epoca post-Covid? Per almeno tre motivi, secondo i ricercatori.
Innanzitutto per aiutare a risanare i conti aziendali, in quanto potrà generare benefici tangibili tra risparmio fiscale certo e aumento della produttività.
In seconda battuta per ricreare coesione delle comunità aziendali, in cui si avverte il bisogno di coinvolgimento, motivazione e senso di appartenenza.
Infine, per la reputazione aziendale grazie a quanto fanno le aziende fanno per il benessere delle comunità di riferimento. Il welfare aziendale è considerato dagli studiosi un generatore di buoni risultati sulla percezione interna ed esterna dell'impresa.
Andando a esaminare i numeri del welfare aziendale secondo il Rapporto Censis-Eudaimon, il welfare aziendale ne esce fuori positivamente.
La ricerca rivela infatti il raddoppio del limite dell'esenzione fiscale per i servizi e prestazioni di welfare aziendale da 258,23 euro a 516,46 euro. Risulta migliorata la conoscenza tra i lavoratori se il 25,6% dichiara di conoscere bene il welfare aziendale ed è cresciuta la conoscenza anche tra gli esecutivi.
Più esattamente, dichiara di conoscerlo bene il 20% mentre è il 41,7% tra apicali e il 25,8% tra gli intermedi. Riscontrato anche un elevato apprezzamento con il 77,4% dei lavoratori dipendenti per cui è importante conservare, potenziare o introdurre il welfare aziendale nella propria azienda.
Nel dettaglio si tratta dell'83,1% dei dirigenti, dell'82,1% impiegati e del 61% di operai ed esecutivi. Sicuramente interessante è il maggiore ricorso al lavoro in remoto, a cui fa ricorso il 31,6% dei lavoratori tra dirigenti (51,5%) e impiegati (34,3%), ma anche - seppure con quote inferiori - operai ed esecutivi (12,3%).
Tutela della salute e nuove modalità di erogazione del lavoro sono quindi destinati a cambiare gli spazi aziendali e la loro fruizione se il 58,7% delle aziende sta già adattando gli spazi di lavoro.
Il Rapporto Censis-Eudaimon sul welfare aziendale è stato realizzato con il supporto di Credem, Edison e Michelin e presentato da Francesco Maietta, responsabile dell’Area Politiche sociali del Censis, e discusso da Alberto Perfumo, Amministratore Delegato di Eudaimon, Claudio Durigon, Sottosegretario del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Luigi Sbarra, Segretario Generale della Cisl, Debora Serracchiani, Presidente della XI Commissione Lavoro Pubblico e Privato della Camera dei Deputati, e Massimiliano Valerii, Direttore Generale del Censis.
La ricerca rivela infatti il raddoppio del limite dell'esenzione fiscale per i servizi e prestazioni di welfare aziendale da 258,23 euro a 516,46 euro.