Ariverà lunedì in Cdm il bonus 80 euro per benzina e diesel, ma è una vera e proprio beffa perchè esiste già una legge approvata che dovebbe far scattare uno sconto ben piùconsistente e per tutti sui carburanti ma paradossalmente non viene applicata
Secondo i dati raccolti dall'Osservatorio prezzi del Ministero dello Sviluppo Economico in data 16 settembre, elaborati dalla pubblicazione specializzata Staffetta Quotidiana, la media nazionale dei prezzi dei carburanti nei distributori self-service si è attestata a 1,992 euro al litro per la benzina e a 1,918 euro al litro per il gasolio.
E sicuramente lunedì in Cdm, arriverà il bonus per benzina e diesel da 80 euro (molto meno del previsto di 200 euro) solo per poche migliai di persone che hanno diritti alla cata acquisti perchè davvero in gravi condizioni economiche.
Quindi, un bonus per carburanti, davvero minimo sia per la l'importo che per la platea dei beneficiari e che potrà cambiare davvero poco.
I costi sono, pero, costantemente in ascesa. E il prezzo del petrolio permettebbe al governo di applicare uno sconto su benzina e diesel in automatico grazie ad una legge già approvata nel precedente Decreto Caburanti (sconto molto più signitivo e per tutti), ma c'è il paradosso se non una beffa dell'assenza di un decreto attuativo per l'effettiva applicazione della misura.
Approfondiamo in questo articolo:
Per avere un riferimento, possiamo confrontare l'attuale situazione con il record storico di marzo 2023, quando il prezzo della benzina ha raggiunto i 2,137 euro al litro e il gasolio è salito a 2,122 euro al litro, entrambi in modalità self-service. In quel periodo, il governo intervenne per contenere l'incremento dei prezzi mediante uno sconto sulle accise di 25 centesimi più IVA.
Nella situazione economica attuale, l'esecutivo ha scelto una prospettiva diversa. Interpretando in modo restrittivo il decreto Carburanti del 2023, il governo ha deciso di non attivare l'accisa mobile. Si tratta di un meccanismo che consente di ridurre le imposte sui carburanti in risposta a situazioni di emergenza, causate da un aumento dei prezzi oltre una soglia specifica. La decisione del governo riflette la sua valutazione che, in questa fase, non sussistano le condizioni per attivare questo strumento.
L'accisa mobile è uno strumento previsto dall'articolo 2 del decreto Carburanti. Questa misura può essere interpretata come la rinuncia da parte dello Stato a una parte delle imposte applicate sui carburanti al fine di compensare eventuali aumenti eccessivi dei loro prezzi, al fine di mantenere stabile il costo finale per i consumatori.
Nonostante il testo normativo indichi tecnicamente che il governo può attivare l'accisa mobile, è evidente che in situazioni come quella attuale, questa facoltà diventa una necessità sociale e politica. Finora il governo ha scelto una diversa prospettiva, mantenendo un atteggiamento di silenzio riguardo all'attivazione dell'accisa mobile. Questa decisione è stata giustificata da un'interpretazione incerta del decreto Carburanti e delle condizioni necessarie per l'attivazione dell'accisa mobile.
Dal punto di vista normativo, la disposizione stabilisce che il meccanismo dell'accisa mobile si attiva se, nel "precedente bimestre", la media dei prezzi in euro del petrolio di qualità Brent supera il livello indicato nel Def, solitamente deliberato dal governo in aprile e aggiornato in autunno. L'esecutivo sembra avere incertezze riguardo al metodo di calcolo appropriato per determinare questa media nel precedente bimestre. In risposta a una specifica domanda posta dalla Staffetta in merito al metodo di calcolo corretto, il Ministero dell'Economi non ha fornito una risposta chiara.
Questo è un tema di rilevanza matematica, ma con implicazioni di vasta portata per l'intera popolazione. L'ultimo Def indica un valore del Brent pari a 77,4 euro al barile come soglia per l'attivazione dell'accisa mobile. Se la soglia deve essere intesa come una media mobile calcolata nei 60 giorni precedenti, cioè nel periodo dal 14 luglio al 14 settembre, allora il valore necessario è stato raggiunto e superato, con il Brent che è arrivato a 78 euro al barile.
Se per "precedente bimestre" si intendono i mesi di luglio e agosto, la soglia non è stata ancora superata, poiché la media in questo periodo è stata di 75,4 euro al barile. La soglia sarà raggiunta a partire dal primo ottobre, a meno che il governo non adotti interventi per evitarlo. Il governo ha la possibilità di aumentare il prezzo di riferimento del Brent nel testo della Nota di Aggiornamento del Def (Nadef), che deve essere approvato entro il 27 settembre.