In parallelo allo stop della produzione di Alfa Romeo Mito e Fiat Punto, Fca dà il via alla riconversione degli impianti nel polo del lusso voluto da Sergio Marchionne.
E' la fine della produzione della Punto e della Mito d aparte di Fca e di una epoca, almeno in Italia, della cosidetta utilitaria. Ed ecco i nuovi modelli che sono in arrivo e sono molt e interessanti.
Il periodo è storico perché cala il sipario su due grandi auto che hanno segnato la storia d'Italia: l'Alfa Romeo Mito da una parte e la Fiat Punto dall'alta. Destinate evidentemente a un pubblico differente, vanno adesso in garage per poi, chissà, tornare di nuovo in produzione tra alcuni anni con un aspetto totalmente nuovo. La storia di Fiat ci insegna come questa sia la regola anziché l'eccezione. A ogni modo, a oggi si può ufficialmente dire che in Italia non saranno prodotte più utilitarie Fca. Piaccia o non piaccia, questa è la realtà con cui fare i conti: questa settimana stop a Mirafiori alla piccola Alfa, a fine mese tocca a Melfi.
Il tutto mentre si parla della fine di un altro ciclo. Nata nel 1993 dalla creatività di Giorgetto Giugiaro, la produzione della Fiat Punto a Melfi terminerà a fine luglio, dopo 25 anni e oltre 9 milioni di pezzi prodotti. Questa inoltre è l'ultima settimana anche per l'Alfa Romeo Mito prodotta invece a Mirafiori. La fine delle due produzioni rappresenta un passaggio del piano industriale presentato a Balocco dal ceo Sergio Marchionne, piano che prevede un ridimensionamento della produzione di vetture piccole e l'addio alle utilitarie di casa Fiat.
Tanto per avere un confronto e capire quale sia il trend dominate dalle parti di Fca, l'anno scorso sono state prodotte circa 53.000 Fiat Punto, lo stop della linea porterà ai contratti di solidarietà per i 7.400 addetti di Melfi mentre a Mirafiori si sta completando il trasferimento temporaneo di mille lavoratori a Grugliasco. E proprio questo degli operai è uno dei punti costantemente dolenti della storia di Fiat.
Cosa succede adesso che una delle auto più popolari è destinata ad andare fuori produzione? Quali sono le alternative per chi si affida a questo segmento di mercato ovvero preferisce la praticità alla qualità, anche per ragioni economiche e di spesa? La questione si lega poi al futuro degli stabilimenti italiani, da ormai troppo tempo in fermento, e al tentativo di Fca di percorrere con sempre più decisione la strada dell'elettrico, della guida autonoma e delle più moderne tecnologie in fatto di sicurezza. Sul primo versante, strettamente collegato al secondo, fra i nodi da risolvere quello della fabbrica di Pratola Serra dove ora si producono i motori diesel. Per salvare la produzione gli stabilimenti italiani si riconvertono al lusso. Sul secondo versante, Fca ha deciso di investire 45 miliardi per 28 nuove auto: più elettriche e premium e meno utilitarie.
Come cambiano allora le strategie del gruppo? Occorre fare una distinzione di base tra quanto deciderà di fare in Europa in Italia e quanto nel resto del mondo. Ebbene, dalle nostra parti, Fiat punterà tutto sulla famiglia 500, vera e propria alternativa alla Punto. Anche perché sarà proposta con diversi gradi di elettrificazione, a partire dalla 500 Green per arrivare al mild-hybrid di 500 X e 500 L. Continua poi a rimanere in pista Fiat Panda, ma è destinata a subire un restyling sia in termini di estetica sia di motorizzazioni. Anche in questo caso sono destinati a diventare a combustione ecologica. In buona sostanza la Fiat Punto esce di scena per la decisione del gruppo di Marchionne di ridimensionare il peso del marchio e di puntare solo sulla Panda e sulla 500. Da escludere un erede diretto ovvero una nuova segmento B con marchio Fiat.
La seconda alternativa è allora andare al di là della Fiat e pensare a Ford che ha rilanciato la Fiesta con la settimana generazione, a Volkswagen con la nuova Polo o alla nuova Skoda Fabia. Oppure alla sempre in pista Toyota Yaris, Mazda 2, Hyundai i20, Peugeot 208 e Opel Corsa con il loro rapporto tra qualità e prezzo. Il costo di listino è spesso abbastanza basso da renderle una scelta vincente per molti automobilisti.
Una variabile decisiva è poi rappresentata dalla progressiva conquista di quote di mercato da parte delle auto elettriche e dal progressivo abbandono dei veicoli alimentati a diesel. E per un brand come la Fiat si tratta di un passaggio epocale da gestire con le dovute accortezze proprio per via della clientela di riferimento. Va verso la chiusura l'epoca del motore diesel alimentato a gasolio. Tra i veicoli più inquinanti di questa categoria figurano i motori diesel privi di filtro antiparticolato e con una cattiva manutenzione. Per ridurre i rischi ambientali sono stati introdotti limiti alle emissioni di biossido di azoto, fissati in Europa al livello di 168 mg/km per i nuovi modelli in circolazione. Ma la tendenza prevalente è adesso quella di metterli definitivamente da parte. Non subito, ma la rotta è stata tracciata..
E se l'Alfa Romeo Giulietta fosse un crossover? Certo, l'indiscrezione non è affatto nuova, ma trova adesso nuova linfa vitale dall'avvicinarsi dell'Investor day, in programma il primo giugno al Balocco. L'occasione è in fin dei conti ghiotta perché ai nastri di partenza ci sarebbe anche la nuova Alfa Romeo Alfetta. E qui si entra in un mondo tutto da scoprire perché Alfetta è la storia di Alfa Romeo. Alfetta è la vincitrice del mondiale di Formula 1 nel 1951 con Fangio e per un lungo periodo (negli anni Settana) è stata la berlina per eccellenza. Basta allora attendere il primo giorno del mese di giugno per scoprire tutte le carte di FCA. Eppure non si può fare a meno di ricordare che l'auto era attesa già per questo 2018, ma alcuni ritardi hanno portato al rinvio della presentazione ufficia
L'impressione è però che i tempi per una grande berlina Alfa Romeo possa essere più lunghi del previsto. Ma non occorre dare nulla per scontato perché ogni tipo di ragionamento e di supposizione deve tenere conto di due mercati, quello statunitense, considerato e ricettivo, e quello italiano, più vicino e comunque strategico. A quanto pare, i motori di nuova generazione da mettere in conto sono il 2.0 turbo benzina e il 2.2 turbo diesel, rispettivamente adesso di 200/280 cavalli e 150/180/210 cv. Ecco poi il 2.9 V6 turbo benzina di origine Ferrari per l'eventuale Quadrifoglio da 510 cv.
A proposito dell'Alfa Romeo Alfetta, il cui nome è tutto da confermare, il richiamo agli equivaenti modelli del segmento di mercato di Audi, Bmw e Mercedes dovrebbe essere evidente. In buona sostanza, sarà in grado di rivaleggiare faccia a faccia.
In ogni caso, la nuova Alfa Romeo compatta sarà prodotta in Italia, come tutte le auto del marchio sotto l'ombrello di FCA. Lo stabilimento incaricato dovrebbe essere quello di Melfi, dove Fiat Punto è avviata a uscire di produzione. In ogni caso basta solo aspettare perché Marchionne rivelerà i piani il primo giugno a Balocco, sede del Proving Ground di FCA. L'Investor day 2018 è una giornata decisiva per eccellenza i programmi del Gruppo, dalla metà del 2018 fino al 2022.
In rampa di lancio anche Alfa Romeo Giulia coupé. Sotto al cofano dovrebbe trovare spazio un ampio ventaglio di possibilità, dal motore diesel 2.2 da 150 e 180 CV al turbo benzina 2.0 da 200 CV, ma soprattutto la soluzione Ers (Energy Recovery System) ovvero la versione riadattata di quella presente sulle monoposto di Formula 1. Più specificatamente, si tratta di una tecnologia ibrida con cui recuperare energia cinetica in frenata per poi utilizzarla per la trazione del veicolo e garantire all'auto un supplemento di potenza. Alla base del funzionamento ci sarebbe un performante motore elettrico. Autocar racconta anche che Alfa Romeo Giulia coupé potrebbe essere nella parte frontale molto simile, se non perfettamente uguale, alla berlina. Dalla sua ci sarebbero anche un tetto sfuggente, portiere più lunghe e una carrozzeria rivista nelle fiancate.
In parallelo allo stop della produzione di Alfa Romeo Mito e Fiat Punto, Fca dà il via alla riconversione degli impianti nel polo del lusso voluto da Sergio Marchionne, amministratore delegato di Fiat Chrysler Automobiles. Significa che Fiat 500 a parte, il mercato di riferimento cambia e chi cerca un'auto a costo più contenuto ma dalle buone prestazioni (un buon rapporto tra qualità e prezzo, insomma) deve guardare altrove. Dove? Dalle parti di Ford, ad esempio, che ha rilanciato la Fiesta con la settimana generazione, oppure di Volkswagen con la nuova Polo. Una terza alternativa da prendere in considerazione la nuova Skoda Fabia. Il costo di listino è spesso abbastanza basso da rendere questi veicoli un'opzione vincente per molti automobilisti. La margherita delle opportunità si compone anche di Hyundai i20, Mazda 2, Opel Corsa, Peugeot 208 e Toyota Yaris.