Tutor spenti a fine agosto (dove e motivi), ma autovelox sempre più diffusi e severi (e come opporsi a multe)

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Tutor spenti a fine agosto (dove e motiv

Tutor e autovelox continuano a rimanere al centro dell'attenzione: ecco cosa sta succedendo in questo periodo di controesodo tra sospensione e multe.

Confermata in questo periodo di controesodo la disattivazione dei sistemi di rilevamento della velocità media, i Tutor, lungo alcune tratte autostradali. Si tratta della conseguenza dell'esecuzione dei lavori infrastrutturali che coinvolgono diverse sezioni autostradali, tra cui la A6 (Torino-Savona), la A7 (Milano-Genova) e la A26 (Genova-Gravellona Toce). Questa sospensione è temporanea e deriva della difficoltà di mantenere parametri di velocità continui a causa dei vari cantieri in corso, il che rende complessa la registrazione della velocità media dei veicoli in transito.

La Polizia Stradale ha fatto sapere che in queste autostrade continua a essere eseguito il controllo della velocità istantanea mediante l'utilizzo di apparecchiature mobili di rilevamento. Una volta conclusi i lavori e rimossi i cantieri, si potrà procedere al ripristino dei controlli sulla velocità media tramite il sistema Tutor. Vediamo da vicino:

  • Tutor spenti, i motivi
  • Autovelox sempre più diffusi
  • Cosa fare in caso di multa

Tutor spenti, i motivi

I Tutor sono stati introdotti il 23 dicembre 2005 e già entro il primo anno dalla loro introduzione, si è riscontrata una riduzione del 51% del tasso di mortalità sulle tratte autostradali interessate. L'amministrazione autonoma dei sistemi è gestita dalla Polizia Stradale, ma c'è una collaborazione con le società concessionarie per l'attivazione su diverse sezioni stradali. Nel caso di Autostrade per l'Italia, la società mantiene un dialogo continuo con la Polizia Stradale per il riavvio dei sistemi di rilevazione, prevedendo che possa avvenire, almeno su alcune tratte essenziali, entro la fine dell'anno.

La decisione di disattivare temporaneamente i Tutor è correlata a un vasto piano di modernizzazione dell'infrastruttura stradale, che si prevede contribuirà a prolungare la vita delle autostrade di cinquant'anni. Nel 2018, in seguito al crollo del Ponte Morandi a Genova, è stato delineato un piano di ristrutturazione per la rete autostradale nazionale gestita da Autostrade per l'Italia che comporterà una spesa di oltre 21 miliardi di euro. La Liguria, con la sua rete di 400 chilometri, 285 gallerie (corrispondenti al 48% del totale nazionale) e 516 ponti e viadotti (circa il 26% dei ponti e viadotti dell'intera rete nazionale), ha fatto da laboratorio per l'avvio del piano di modernizzazione.

Nei due anni precedenti sono stati attivati 22.000 cantieri e avviate 1.300 chiusure stradali, misure che hanno avuto un notevole impatto sul traffico. Nel 2022, i giorni di cantierizzazione si sono dimezzati rispetto al 2020, e tale tendenza continuerà fino al 2024, con l'obiettivo di eliminare completamente l'impatto dei lavori entro il 2026.

Autovelox sempre più diffusi

Nel piccolo comune di Colle Santa Lucia (Bl), situato nelle Dolomiti e con una popolazione di 340 abitanti, sono stati registrati proventi finanziari pari a 349.980 euro, derivanti dall'impiego di dispositivi di rilevamento della velocità (autovelox).

A Torre del Benaco (Vr), ubicato sulla costa veronese del lago di Garda, un sistema di rilevamento della velocità ha sollevato diverse proteste ma ha generato entrate ammontanti a 275.519 euro nel corso del 2022. Prendendo come esempio l'asse stradale Rovereto-Garda, con una lunghezza di 56 km, sono riscontrabili circa 15 posizioni di autovelox, che soddisfano sicuramente le esigenze delle amministrazioni locali durante la stagione estiva. Lungo il tratto Bolzano-San Candido (circa 100 km), sono segnalate oltre 10 postazioni di autovelox.

Un altro caso si verifica nel litorale meridionale del Lazio, lungo la strada statale 213 Flacca, dotata di diverse apparecchiature di autovelox. In uno spazio di 13 km si contano 3 dispositivi per ciascuna direzione di marcia, i quali hanno generato introiti superiori a 500.000 euro nel corso del 2022.

La situazione si presenta critica nel Salento, dove nel complesso i comuni hanno raccolto proventi per circa 23 milioni di euro nel 2022 grazie alle sanzioni comminate mediante l'impiego degli autovelox. Ad esempio, il comune di Cavallino ha visto un incremento degli introiti da zero euro nel 2021 a 2.520.121 euro nel 2022, grazie al sistema di rilevamento della velocità installato sulla statale 16 Lecce-Maglie.

L'amministrazione di Surbo ha conseguito proventi per 309.580 euro, mentre a Trepuzzi gli introiti sono aumentati fino a 720.022 euro grazie ai tre dispositivi di autovelox installati sulla statale 613 Lecce-Brindisi. I guadagni maggiori sono stati registrati a Melpignano, con un totale di 2.545.445 euro grazie agli autovelox presenti sulla statale 16 Lecce-Maglie.

Tra le arterie stradali più soggette a sanzioni stradali si annovera la statale 372 Telesina, che collega il casello di Caianello dell'autostrada A1 Milano-Napoli a Benevento. Nel tratto di circa 25 km, secondo le applicazioni di navigazione, sono contate ben 7 postazioni di autovelox per ciascuna direzione di marcia, con limiti di velocità che nel tempo sono stati modificati, generando confusione tra gli automobilisti e portando a diverse sanzioni.

Non sorprendentemente i quattro comuni interessati dagli autovelox installati sulla Telesina (Puglianello, Castelvenere, Paupisi e Torrecuso) hanno raggiunto entrate complessive di 2,8 milioni di euro nel 2022 grazie alle sanzioni comminate tramite tali dispositivi, con il comune di Paupisi, in provincia di Benevento, che ha segnato un record di 1,5 milioni di euro.

Cosa fare in caso di multa

Gli automobilisti conservano la facoltà di sollevare contestazioni in merito alle sanzioni stradali, mediante la presentazione di eventuali irregolarità nell'utilizzo degli autovelox o nel processo di notifica.

Un esempio delle contestazioni possibili comprende la censura dell'omessa taratura che deve essere condotta almeno una volta all'anno; l'assenza del cartello premonitore con l'avvertenza ("Attenzione: controllo elettronico della velocità"); la mancanza di omologazione; equivoci nella notifica; nonché la notifica tardiva ovvero oltre i 90 giorni dall'accertamento dell'infrazione.