Ricchi senza saperlo: le polizze dormienti
Ivass va alla ricerca delle polizze dormienti fino a coprire 16 anni di scadenze contrattuali. Si tratta delle polizze congelate 'impropriamente' dalle compagnie assicurative.
Circa 900mila italiani sono più ricchi di quello che credono di essere e non lo sanno, almeno teoricamente. Questo grazie a quanto sta facendo l'Ivass. E potrebbero anche aumentare visto che le indagini continuano.
Si chiamano polizze dormienti e quanto pare sono 900.000 gli italiani che non sanno di dover incassare denaro. L'Ivass (Istituto di vigilanza per le assicurazioni) si sta già dando da fare ed è passato alla fase operativa. Dopo aver analizzando i contratti sta adesso contattato gli utenti coinvolti. Fino a questo punto e ha raggiunto 187mila e tutti loro sono ricchi senza saperlo. Euro in più, euro in meno, sono 30 miliardi di euro quello che è custodito con doppia mandata nei forzieri delle assicurazioni. L'obiettivo, dopo averli portati alla luce, è adesso quello di farli incassare agli italiani che incredibilmente non sanno di disporre di un patrimonio.
Ivass va allora alla ricerca delle polizze dormienti fino a coprire 16 anni di scadenze contrattuali. Stiamo parlando di quelle polizze - stando alle definizioni utilizzata dallo stesso Ivass - congelate "impropriamente" dalle compagnie assicurative. E di quelle già individuate risulta che nel 62% dei casi erano prodotti di risparmio giunti a scadenza mentre un 38% di contratti si riferisce ad assicurati deceduti ma non reclamati dagli eredi. Almeno fino a questo momento. La partita è apertissima perché - come ha reso noto Ivass scrivendo alle imprese di assicurazione con sede legale in Italia che esercitano le assicurazioni sulla vita e alle rappresentanze generali per l'Italia delle imprese di assicurazione con sede legale in uno Stato terzo che esercitano le assicurazioni sulla vita in Italia - è in corso un nuovo incrocio codici fiscali con l'Anagrafe Tributaria.
L'Istituto di vigilanza per le assicurazioni ha già formalmente chiesto alle imprese di comunicare nell'arco di poco meno di due mesi i codici fiscali corretti relativi a quelli che, sulla base del precedente incrocio con l'Anagrafe Tributaria, erano risultati errati o inesistenti; i codici fiscali delle polizze che risultavano come residue, non essendo ancora stato accertato l'eventuale decesso dell'assicurato; i codici fiscali degli assicurati i cui contratti sono scaduti nel quinquennio 2001-2006 e nel 2017 che non sono stati liquidati e per i quali codeste imprese non hanno certezza della esistenza in vita degli assicurati alla scadenza contrattuale o alla data di sospensione dei premi.
Una volta ottenute le informazioni dall'Anagrafe Tributaria, Ivass restituirà a ciascuna impresa i codici fiscali relativi a persone decedute con l'indicazione della data di morte, oltre ai codici fiscali per i quali non è risultato possibile un abbinamento con i dati dell'Anagrafe Tributaria perché non presenti o errati.