Quando verande e pertinenze non sono abuso edilizio secondo il Consiglio di Stato: casi, criteri, chiarimenti e spiegazioni
Quali sono le condizioni per escludere un abuso edilizio per verande e pertinenze spiegate dal Consiglio di Stato (e sanatorie)? Realizzare un abuso edilizio significa procedere alla costruzione di determinate opere per cui è obbligatorio per legge chiedere apposito permesso di costruire al Comune senza chiederlo e si tratta di un reato che prevede sanzioni, fino alla demolizione della stessa opera realizzata abusivamente.
Se, infatti, una veranda non è fissa e non rappresenta un’opera che amplia la volumetria effettiva della casa, allora non rappresenta un abuso edilizio e può essere realizzata anche senza alcun permesso di costruire.
La nuova sentenza del Consiglio di Stato ha, in particolare, stabilito i tre criteri secondo cui una veranda può essere ammessa come pertinenza e non essere considerata un abuso edilizio Per il Consiglio di Stato, infatti, il concetto di pertinenza si fonda sulla assenza di:
Ciò significa che per le verande realizzate sul balcone di un appartamento, essendo strutture stabilmente fisse al pavimento, che comportano la chiusura di una parte del balcone e aumentano la volumetria della casa, bisogna sempre chiedere il permesso di costruire perché non costituiscono una pertinenza di casa in senso urbanistico, ma sono nuovi locali di casa autonomamente utilizzabili che ne trasformano lo spazio.
Non esistono, dunque, condizioni per escludere un abuso edilizio per verande e pertinenze secondo il Consiglio di Stato a meno che non si tratti di opere non fisse, che possono essere rimosse e che quindi non modificano stabilmente la volumetria della casa.
Considerando, dunque, che una veranda realizzata su un balcone o un terrazzo di casa senza apposito permesso di costruire dal Comune di competenza rappresenta sempre un abuso edilizio, a seconda dell’abuso commesso è possibile chiedere la sanatoria dell’opera o procedere alla demolizione dell’opera, secondo eventuale ordine emesso.
Per sanare l’abuso edilizio di una veranda bisogna fare richiesta per l’apposita procedura di sanatoria, purchè si tratti di abusi sanabili e per chiedere la sanatoria di un abuso edilizio per verande bisogna innanzitutto incaricare un tecnico abilitato che deve calcolare la sanzione e presentare un'istanza al Comune, che entro sessanta giorni deve esprimere parere favorevole e accogliere la domanda o negarla.
La procedura avviene attraverso il cosiddetto permesso in sanatoria, che viene rilasciato se già non è stato emesso l’ordine di demolizione della costruzione e se la veranda è in regola con il piano urbanistico in vigore all’epoca della richiesta della sanatoria.
Precisiamo che la sanatoria di una veranda implica costi che variano a seconda dell’abuso da sanare, per esempio, se si deve sanare una veranda costruita senza permesso, o in costruzione senza aver richiesto permesso. In generale, i costi oscillano tra i 60 e i 150 euro al metro quadrato, base poi alla tipologia dell'abuso.
Se la veranda è abusiva solo in parziale difformità rispetto al permesso di costruire, il pagamento si calcola solo in riferimento alla parte dell’opera che è difforme.
Sulla richiesta di sanatoria di una veranda abusiva, l’amministrazione comunale ha l’obbligo di pronunciarsi entro 60 giorni e se si supera tale limite temporale senza ricevere alcuna comunicazione da parte del Comune e alcuna autorizzazione per il permesso in sanatoria, allora la richiesta di sanatoria per la veranda abusiva è da intendersi rifiutata.