Aumento bollette luce e gas dei fornitori al via, ma non sempre è valido e come contestarlo

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Aumento bollette luce e gas dei fornitor

Come contestare aumento bollette luce e gas

C'è un riferimento normativo ben preciso che i clienti possono richiamare per procedere con la contestazione degli aumenti delle bollette ed è il decreto Aiuti bis. Vediamo tutto.

Attenzione alle rimodulazioni ovvero alle variazioni unilaterale del contratto. Si tratta della decisione da parte di un gestore di energia luce e gas di cambiare i termini di un contratto già sottoscritto, senza un accordo da parte del cliente. In termini pratici, il cliente riceve una comunicazione da parte del fornitore con una scelta. In caso di accettazione delle nuove condizioni deve solo aspettare l'entrata in vigore. In caso di rifiuto, deve solo recedere dal contratto senza pagare alcunché.

Il punto è che questa procedura è legale se si consuma nei tempi e nei modi previsti dalla legge. Altrimenti l'aumento delle tariffe delle bollette luce e gas dei fornitori è illecito. Di conseguenza scatta la possibilità di procedere con una contestazione formale. Vediamo quindi:

  • Bollette luce e gas dei fornitori, attenzione agli aumenti

  • Come contestare aumento bollette luce e gas dei fornitori

Bollette luce e gas dei fornitori, attenzione agli aumenti per il 2022-2023

C'è un riferimento normativo ben preciso che i clienti possono richiamare per procedere con la contestazione degli aumenti delle bollette ed è il decreto Aiuti bis. Si tratta di un complesso di disposizioni per evitare l'aumento delle bollette degli utenti.

La norma prevede uno stop alle modifiche unilaterali dei contratti di fornitura gas e luce. Per essere ancora più precisi, fino al 30 aprile 2023 non sono efficaci le clausole che nel contratto permettono alla società di fornitura di modificare le condizioni relative alla definizione del prezzo anche nel caso in cui sia riconosciuto il diritto di recesso per il cliente. Di più: gli effetti di questa sospensione sono retroattivi. In pratica non sono validi i preavvisi di aumento comunicati dalle società ai clienti prima dell’entrata in vigore della legge.

A ogni modo, la norma contenuta nel decreto Aiuti bis non si applica ai contratti del mercato tutelato. Le tariffe sono decise da Arera, l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente. Si applica però ai contratti del mercato libero. Sono quelli che non hanno scadenza e prevedono un prezzo della componente energia costante per un certo periodo. Sono così bloccate le variazioni degli elementi di prezzo dell'offerta e non sono valide le comunicazioni ricevute che prevedono un aumento della tariffa.

Come contestare aumento bollette luce e gas dei fornitori

Ecco quindi che se alcuni gestori di energia luce e gas inviano una comunicazione con la variazione nelle condizioni dei contratti protetti dalla normativa occorre procedere con una contestazione in quanto l'aumento non è valido. Non è infatti lecita l'applicazione di una tariffa differente.

Non è possibile opporsi nel caso di contratti sottoscritti con una tariffa fissa per un certo periodo di tempo, al termine del quale era previsto che la tariffa tornasse a essere variabile e soggetta alle oscillazioni del prezzo di mercato. In questo caso non si tratterebbe di una modifica unilaterale in quanto l'accordo è stato stipulato con la previsione una variazione in corso d'opera.

Bisogna quindi rivolgersi alla società che gestisce il servizio, segnalare l'errore di fatturazione e procedere con un reclamo. Deve essere scritto e con l'indicazione di nome e cognome, indirizzo di residenza, codice cliente e codice POD ovvero il codice alfanumerico di 14 o 15 caratteri assegnato all'utenza elettrica, spiegazione del problema, numero della bolletta. Se la bolletta è già stata pagata bisogna allegare la ricevuta di pagamento.

Un altro modo per contestare la bolletta elettrica troppo alta è rivolgersi al servizio di conciliazione di Arera. L'intera procedura viaggi via web ovvero senza la necessità di ricorrere a un tribunale.