Tra tasso fisso, tasso variabile e surroghe
I primi a risentire del nuovo aumento dei tassi di interesse da parte della Banca centrale europea saranno coloro che hanno già sottoscritto un mutuo a tasso variabile.
A parità di condizioni, accendere oggi un mutuo è più costoso rispetto al passato. Non solo, ma anche chi è alle prese con un mutuo a tasso variabile, deve mettere in conto un rialzo della rate mensile. La Bce ha aumento dello 0,75% i tassi di interesse con un impatto diretto sui mutui.
Potrebbe essere solo il primi deglo aumenti e non è da escludere un ulteriore rialzo. Secondo i mercati il prossimo anno il tasso dovrebbe assestarsi tra il 2,25 e il 2,50%, con inevitabili contraccolpi sulle famiglie e le imprese che decidono di investire e di fare il grande passo dell'acquisto di un'abitazione. Approfondiamo in questo articolo:
Le rate tra i 50-300.000 euro potrebbero aumentare da 30 a circa a 150 euro al mese. Si tratta di una stima se l'incremento di 75 centesimi del tasso di interesse Bce deciso si riverserà sul valore dell'Euribor, il parametro base di calcolo per i finanziamenti indicizzati ovvero il tasso interbancario di riferimento in Europa. A rimetterci saranno quindi coloro che hanno acceso un mutuo a tasso variabile. Va da sé che l'entità dell'aumento è legato al numero di rate già pagate e al tasso iniziale.
In pratica, più bassi sono i due valori, maggiore è l'aumento atteso. Nessun cambiamento invece per chi ha acceso un mutuo con tasso fisso in quanto l'importo non cambia fino alla fine del contratto sottoscritto con la banca. Di conseguenza, chi è orientato a un mutuo variabile, che presenta una maggiore convenienza iniziale rispetto al fisso, deve riuscire adesso a fronteggiare incrementi dei tassi.
Per fare un esempio su un finanziamento da 140.000 euro avviato due anni fa e partito all'1%, la rata iniziale era di 450 euro mentre oggi è di 605 e il mese prossimo con 75 centesimi in più sarà di 687 euro. Per farne un altro, nel caso di un mutuo variabile da 200.000 euro da restituire in 25 anni, sottoscritto a giugno di quest'anno con un Tan pari a 0,90%, la rata da luglio a settembre ha subito un aumento di circa 130 euro.
Alla ricerca degli aspetti da considerare per capire come cambiano le rate del mutuo, l'Eurirs, l'indice di riferimento per i tassi fissi, ha fatto registrare significative oscillazioni negli ultimi mesi. Quello a 25 anni è passato dallo 0,6% di gennaio al 2,3%, dopo il rialzo dello 0,75% dei tassi di interesse deciso dalla Bce. Oggi si trovano mutui con un Taeg da poco sopra il 3%
Dopo 7 anni l'Euribor, l'indice di riferimento per i mutui variabili, è tornato positivo. Quello a 3 mesi era a -0,57% a inizio anno, oggi supera lo 0,80%. Per chi ha già un mutuo, senza i tassi negativi sterilizzati, ciò ha comportato un aumento di quasi l'1,5%. Per chi è invece alla ricerca di un mutuo a tasso variabile, i Taeg partono dall’1,5%, ma sembrano destinati a salire ancora.
Il rialzo dei tassi ha chiuso le porte alle surroghe. Le condizioni oggi sul mercato sono molto meno favorevoli di quelle ottenute dai mutuatari negli ultimi anni. Portare il proprio mutuo in un altro istituto di credito di fatto non è più conveniente. A giudicare dall’atteggiamento della Bce, intenta a combattere l'inflazione, il ritorno a tassi favorevoli non è dietro imminenti.
In questo contesto, il decreto Sostegni bis ha prorogato fino al 31 dicembre 2022 l'esenzione dall'imposta di registro, ipotecaria e catastale sull'acquisto della prima casa per chi ha meno di 36 anni e un Isee sotto i 40.000 euro. È stata quindi portata dal 50% all’80% la garanzia erogata dal Fondo di garanzia mutui prima casa per i finanziamenti che superano l'80% del valore dell'immobile.