Chi e quando dovrà restituire bonus e detrazioni fisco per diversi motivi nel 2023 (e sono tanti)

di Marianna Quatraro pubblicato il
Chi e quando dovrà restituire bonus e de

Quali sono persone e categorie a rischio di dover restituire prestazioni, bonus e detrazioni ricevute: ecco cosa prevedono norme e chi rischia

Quali sono bonus e detrazioni fiscali che si rischia di dover restituire nel 2023 per diversi motivi? Per usufruire di bonus, detrazioni fiscali e altre misure disponibili bisogna sempre soddisfare appositi requisiti che vengono chiaramente fissati dalla legge ma anche controllati, in modo da accertarsi che bonus e altre misure richieste debbano effettivamente essere corrisposte. 

  • Detrazioni fiscali quando si rischia di restituirle
  • Chi deve restituire bonus 150 200 euro
  • Chi deve restituire e di quanto assegno unico figli


Detrazioni fiscali quando si rischia di restituirle

Quando i figli vivono in casa con i genitori e iniziano a lavorare stabilmente, contribuendo ad aumentare il reddito familiare, la loro nuova condizione lavorativa deve essere comunicata al Fisco, altrimenti si rischia di dover pagare sanzioni e di restituire detrazioni ricevute per calcolo di un reddito inferiore.

Le leggi in vigore stabiliscono, infatti, specifici casi in cui bisogna comunicare che un figlio lavora e sono soprattutto quelli in cui il figlio diventa precettore di reddito tale da avere vita indipendente e autonoma economicamente e non essere più considerato a carico dei genitori.

Il sistema tramite cui il Fisco riesce a controllare i redditi reali e presunti delle famiglie italiane è il redditometro e i nuovi controlli sui figli e l’accertamento nei confronti della famiglia scattano solo quando la differenza fra reddito dichiarato e quello accertato risulta superiore al 20%.

Se non si comunica che il figlio che fa ancora parte del nucleo familiare di origine dei genitori e vive ancora con loro lavora, si rischiano accertamenti e anche eventuali sanzioni e multe, e se il reddito derivante dal lavoro del figlio cumulato con quello dei genitori non viene comunicato e per reddito diverso si aveva diritto a detrazioni altrimenti non possibili ma di cui si continua ad usufruire, allora bisognerà restituirle. 

Chi deve restituire bonus 150 200 euro

Ci sono poi categorie di persone che devono restituire i bonus ricevuti di 150 e 200 euro. L’Inps ha spiegato che l’erogazione dei bonus una tantum di luglio e novembre è avvenuta in maniera preventiva e che in un secondo momento sarebbero stati effettuati controlli approfonditi e capillari su tutti i soggetti beneficiari dei bonus per verificare che effettivamente siano stati soddisfatti i requisiti fissati dalla legge per averli

A seguito di tali controlli, alcuni soggetti destinatari dei bonus potrebbero dover restituire la somma ricevuta. Se, infatti, dai controlli effettuati emergono incongruenze tra requisiti richiesti e quelli effettivamente in possesso del soggetto beneficiario, allora le somme dei bonus percepite devono essere restituite.

Per quanto riguarda i tempi di restituzione dei bonus di 150 e 200 euro, sono ancora incerti e dipendono dai tempi necessari per effettuare e concludere verifiche da parte dell’Inps.

L’Istituto sta già procedendo ai dovuti controlli con l’acquisizione dei nuovi dati reddituali riferiti al 2021 anche da parte dell’Agenzia delle Entrate ma non sono certi i tempi in cui avverranno le comunicazioni di dovuta restituzione dei bonus ai soggetti interessati né i tempi di rimborso da rispettare. 

Chi deve restituire e di quanto assegno unico figli

E, infine, c’è chi si dovrebbe preparare a restituire anche parte dell’importo di assegno unico per figli ricevuto. Stando, infatti, a quanto reso noto dall’Inps, si starebbe procedendo a sanare la situazione di sette mensilità, pagate da marzo a settembre, con una maggiorazione di 30 euro pagate in maniera errata. E si tratta di un importo da restituire che potrebbe arrivare fino a 210 euro per figlio.

Quando l’assegno unico per figli è partito, molte famiglie monogenitoriali hanno comunque richiesto la maggiorazione dovuta se entrambe i genitori lavorano, pur se soli, e la maggiorazione è stata riconosciuta anche ai genitori soli che al momento della domanda hanno dichiarato di lavorare entrambe e di averne diritto.

L’Inps ha, quindi, erogato la maggiorazione richiesta in sede di domanda di assegno unico, ma sono poi partite verifiche per cui il pagamento della maggiorazione è stata interrotta dal mese di ottobre 2022 a molti perché ad altri sarà richiesta della somma percepita ma non dovuta, perché l’Inps ha deciso di riconoscere la maggiorazione per lavoro di entrambe i genitori solo ai nuclei familiari in cui sono presenti entrambi i genitori.