Conti correnti con tassi di interessi alti ora e nel 2023, non solo conti deposito in crescita

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Conti correnti con tassi di interessi al

I conti correnti iniziano a proporre tassi di interesse positivi e tornano a diventare strumenti per ottenere una remunerazione sulle somme depositate.

Dopo un lunghissimo periodo di tassi di interesse allo 0%, ecco che qualcosa sembra finalmente muoversi. Gli italiani possono vedere crescere i soldi nel conto corrente con un rendimento minimo. Le banche italiani stanno infatti facendo registrare una prima inversione di tendenza, facendo staccare quello zero per cento di interesse sulle somme lasciate sul conto corrente.

A dirla proprio tutta, quello zero equivaleva in realtà a una perdita per i correntisti, considerando le spese di mantenimento dei conti correnti così come le imposte da pagare. Con un'inflazione che fino a non moltissimi mesi fa era quasi nulla, l'azzeramento della remunerazione della liquidità sembrava ormai un dato acquisito, almeno fino alle ultime settimane. Ma vediamo cosa sta adesso succedendo.

  • Tassi di interesse in crescita sui conti correnti: facciamo il punto
  • Non solo i conti deposito per ottenere tassi di interesse più alti

Tassi di interesse in crescita sui conti correnti: facciamo il punto

In un contesto in cui l'inflazione potrebbe arrivare a ridosso delle due cifre viene a cadere l'incentivo a tenere la propria liquidità nei depositi degli istituti di credito. Qualcosa sta però succedendo. La chiave che ha fatto scattare i cambiamenti nella remunerazione dei conti correnti arriva dalla Banca centrale europea e dal rialzo dei tassi ufficiali che ha portato alla risalita dei rendimenti dei titoli di Stato che stanno recuperando posizioni.

Come fatto notare dalla Banca d'Italia, dopo la crisi finanziaria del 2008, il livello delle remunerazioni è rimasto quasi ovunque prossimo allo zero con la prospettiva di tassi negativi per giacenze elevate.

Al netto di offerte promozionali specifiche, come la gratuità di spese e carte la cancellazione temporanea dell'imposta di bollo, entrando allora nel dettaglio delle nuove possibilità.

Per far un esempio concreto, Ibl Banca propone il prodotto ControCorrente a chi attiva un conto corrente entro la fine del 2022: tasso del 2% senza vincoli e senza limiti di giacenza e del 2,25% nell'opzione a 36 mesi con cedola trimestrale. Di più: la facilitazione si applica fino al 31 marzo del 2023 mentre fino il prossimo anno il bollo sarà azzerato ovvero a carico della banca. Prevista quindi la gratuità del canone per i primi sei mesi dopodiché può essere ridotto o azzerato.

Non solo i conti deposito per ottenere tassi di interesse più alti

A conti fatti possiamo dire che il conto corrente potrebbe diventare una forma di investimento del risparmio. In maniera moderata ovvero in misura molto inferiore rispetto ad altri strumenti economici.

Tuttavia si tratta di un beneficio per i correntisti, anche tenendo conto che spesso e volentieri del conto corrente non possono proprio farne a meno per la gestione delle proprie finanze. Più che i conti correnti, sono stati i conti depositi a rappresentare uno strumento di remunerazione Anche a colpi di promozione in cui sono valutati le spese per i bonifici o per la carta di credito, il canone, le promozioni attivati dagli istituti di credito, fisici e online, la disponibilità di app per la gestione delle operazioni in mobilità.

I conti deposito offre una remunerazione in cambio dell'impegno a lasciare le somme ferme per un certo periodo, in genere per un minimo di tre mesi fino ad arrivare a più anni. Il tasso offerto è crescente ovvero più lungo è il tempo per cui si rinuncia a disporre della propria liquidità, maggiore è la remunerazione finale.

Anche in questo caso possiamo fare un esempio concreto. Cherry Bank che propone un tasso annuo lordo dell'1% per vincolo a 6 mesi e dell'1,50% per quello a 12 mesi. La variabile tempo è decisiva e così il tasso annuo lordo è dell'1,75% Per un vincolo a 18 mesi, del 2% per un vincolo a 24 mesi, del 2,50% e per un vincolo a 36 mesi. Per poi arrivare al 3,20% per un vincolo a 60 mesi del 3,20%.