Blocco alla cessione del credito per bonus 110% sta mettendo in crisi migliaia di famiglia: rischi possibili e quali soluzioni sono necessarie
Quali sono i gravi rischi che corrono proprietari di casa e condomini che hanno bonus 110%? Non solo riduzione del bonus 110% al 90% a partire dal 2023 ma anche blocco della cessione del credito o sconto in fattura per i lavori avviati dal 17 febbraio 2023. Sono queste le novità relative al bonus 110% che stanno creando non pochi problemi a imprese e famiglie, che potrebbero addirittura rischiare il pignoramento della propria casa. Vediamo perché e quali potrebbero essere le soluzioni possibili.
Fino a novembre, migliaia di delibere condominiali hanno, infatti, dato il via libera all’avvio dei lavori di rifacimento del proprio palazzo condominiale, con interventi volti a sostenere un maggiore efficientamento energetico ma senza dover pagare nulla. Almeno come era stabilito dal bonus 110%.
Ora, però, caduta la possibilità della cessione del credito, e quindi dall’affidamento allo Stato per i lavori decisi, diverse imprese edili si stanno rivolgendo ai proprietari delle case per avere i soldi necessari per procedere al completamento dei lavori avviati. Lo stop alla cessione del credito vale dallo scorso 17 febbraio. E da quel momento i lavori sono stati bloccati e sono fermi in migliaia di case italiane.
La cifra mediamente richiesta ai proprietari per il completamento dei lavori iniziati con bonus 110% e per cui è stata bloccata la cessione del credito oscilla dai 25mila ai 30mila euro ma si tratta di una somma che oggi quasi nessun proprietario di casa può permettersi e probabilmente senza la possibilità che c’era della cessione del credito migliaia di condomini non avrebbero deliberato alcun lavoro di rifacimento del proprio condominio.
Considerando i soldi necessari e richiesti, secondo gli esperti del settore, a partire dal prossimo settembre molti proprietari di casa in cui sono stati avviati lavori lo scorso anno potrebbero rischiare il pignoramento perché non riescono a onorare debiti ormai alti ma che non avrebbero dovuto avere. L’errore è, però, dello Stato per cui bisognerebbe trovare soluzioni per evitare conseguenze disastrose.
Per quanto riguarda le soluzioni al momento possibili per risolvere i gravi problemi creati dalla cessione del credito per il bonus 110% c’è molta confusione. L’ideale sarebbe fare un passo indietro, capito il caos che la misura crea e creerebbe con relative conseguenze gravi per i proprietari di casa, e sbloccare nuovamente la cessione del credito quanto meno per lavori già avviati in modo tale da permettere alle imprese di portare a termine i lavori avviati e ai proprietari di non correre rischi.
Tuttavia, la cosa non sembra essere così semplice. Il governo Meloni, stando a quanto riportano le ultime notizie, sarebbe al lavoro per studiare un sistema di deroghe con sospensione delle norme del decreto di blocco dei crediti del 17 febbraio scorso e per i cosiddetti esodati del bonus 110% la deroga dovrebbe avvenire con un nuovo provvedimento del governo, mentre non si esclude che per lavori su villette e unità abitative unifamiliari la proroga arrivi fino al prossimo 31 marzo prossimo ma solo a condizione che entro il 30 settembre 2022 sia stato realizzato almeno il 30% di stato di avanzamento dei lavori (Sal).
Tra le altre soluzioni possibili, è stata richiesta la proroga del termine per il sostenimento della spesa per i condomini e per gli altri soggetti che hanno lavori in corso o che hanno presentato il titolo edilizio entro il 25 novembre 2022 o entro il 31 dicembre 2022 al 31dicembre 2024.
I cosiddetti esodati del bonus 110% chiedono anche, come alternativa e possibile soluzione al blocco della cessione del credito, l’acquisto dei crediti fiscali da parte delle partecipate dirette del Ministero dell’Economia e delle Finanze o l’uso in compensazione diretta tramite F24. Bisognerà capire, però, nelle prossime settimane come ha effettivamente intenzione di muoversi il governo.