Cosa è già cambiato e cosa potrebbe ancora cambiare per calcolo e pagamento di Imu e Tari nel 2023: attese nuove riforme fisco e catasto
Quali sono le modifiche già previste per Imu e Tari nel 2023 e in arrivo con riforma fisco e catasto? Con la nuova riforma del fisco, la cui legge delega è stata approvata il 4 Agosto scorso, si preparano ad arrivare diverse novità in tema di tasse e imposte, alcune delle quali potrebbero interessare anche le imposte sugli immobili a partire da Imu e Tari. Vediamo cosa potrebbe cambiare ancora dopo le modifiche già approvate.
Dunque, se oggi, quando un Comune non delibera nuove aliquote per il pagamento dell’imposta, l’acconto Imu del 16 giugno si paga sulla base delle aliquote dell’anno precedente e al momento del pagamento del saldo del 16 dicembre si effettua l’eventuale conguaglio se nel frattempo il Comune ha approvato nuova delibera, nel 2023 in mancanza di nuove aliquote Imu deliberate da ogni singolo Comune, il calcolo dell’imposta avverrà sull’aliquota minima prevista dalla legge.
Altra modifica Imu per il 2023 riguarda le nuove esenzioni stabilite: è stato, infatti, deciso che se una casa viene abusivamente occupata, il proprietario è esente dal pagamento Imu 2023 solo però a condizione di aver presentato denuncia all’autorità giudiziaria per occupazione abusiva.
Sono esenti quest’anno dal pagamento dell’Imu anche gli immobili che si trovano nei territori colpiti dai terremoti del 2012 (Emilia Romagna, Lombardi e Veneto) e del 2016, come Abruzzo, Marche, Lazio e Umbria.
Passando alla Tari, l’imposta sui rifiuti che deve essere pagata da tutti coloro che occupano case suscettibili di produrre rifiuti, sia nel caso di proprietari che di inquilini, usufruttuari, comodatari, ecc, viste le difficoltà economiche che tanti cittadini stanno affrontando, l’Arera, Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente, ha previsto la possibilità di una maggiore rateizzazione del pagamento dell’imposta per rate di importo minimo pari a 100 euro e se le rate superano del 30% il valore medio degli ultimi due anni.
Possono usufruire della possibilità di rateizzazione del pagamento del Tari i cittadini che dimostrano di essere in comprovate condizioni economiche difficili, che saranno stabilite con criteri specifici per ogni comune e di usufruire del bonus sociale previsto per i settori elettrico, gas e idrico.
Per quanto riguarda, invece, i reclami e gli importi addebitati per errore, Arera ha previsto che i tempi di risposta non dovranno superare i 30 giorni, mentre entro 60 giorni lavorativi si dovrà procedere alla verifica del bollettino e alla rettifica delle somme addebitate e il rimborso dovrà avvenire entro 120 giorni al massimo.
Un’altra novità già prevista per quest’anno è quella che prevede che Comuni e aziende di rifiuti attivino un numero verde gratuito per i contribuenti così come gratuito deve il servizio di raccolta dei rifiuti ingombranti.
Per la Tari sono, inoltre, state previste agevolazioni per mancato svolgimento del servizio di gestione dei rifiuti, (prevista una riduzione del 20%), o sospensione del servizio per motivi sindacali o per imprevedibili impedimenti organizzativi, o per svolgimento del servizio in grave violazione della disciplina di riferimento.
Passando alle modifiche attese per Imu e Tari con la prossima riforma di fisco, al momento, stando a quanto riportano le ultime notizie, non dovrebbero esserci particolare novità in merito, nonostante si parli di una riforma del fisco che si preannuncia di grande portata ma ci si concentrerà, come anticipato, su misure come revisione di aliquote Irpef, aumenti stipendi e pensioni, ecc.
Imu e Tari potrebbero ancora cambiare considerando le ultime modifiche al vaglio del governo. La delega fiscale approvata prevede, infatti, l’attuazione del federalismo fiscale insieme alla semplificazione degli adempimenti tributari e possibilità per le Regioni di varare leggi per l’accertamento esecutivo e le sanatorie, la razionalizzazione dei tributi regionali e la trasformazione di alcuni tributi istituiti con una legge dello Stato, in tributi previsti da leggi regionali.
Gli enti locali potranno, dunque, avere una maggiore autonomia finanziaria e la possibilità di gestire in piena libertà le proprie finanze e imposte decidendo autonomamente quanto far pagare le imposte locali, a partire dall’Imu che diventa un’imposta regionale e non più di competenza statale.
Per quanto riguarda la riforma del catasto, nonostante i lavori già avviati dal governo Draghi, al momento si registra una situazione di netto stallo e si registrano diverse opposizioni dalla maggioranza all’attuazione di modifiche al catastato, che non sono considerate urgenti e necessarie al momento e sembrano lontane anche novità sostanziali per Imu e Tari, anche se potrebbero essere prese in considerazione recenti sentenze che interessano Imu e Tari, come quella relativa al pagamento proporzionale della Tari rispetto alla quantità di rifiuti prodotti.
Secondo una recente sentenza dalla commissione tributaria regionale della Toscana, i Comuni non possono far pagare ai non residenti rispetto ai residenti lo stesso importo tari, imponendo tariffe elevate senza che siano correlate alla produzione dei rifiuti. Secondo i giudici, il calcolo del pagamento della Tari dovrebbe, infatti, essere proporzionale alla produzione rifiuti, perché è illegittimo il regolamento comunale che non rispetta il principio di proporzionalità.