Le previsioni sulle obbligazioni e titoli di Stato nel 2023 di vari esperti a confronto

di Chiara Compagnucci pubblicato il
Le previsioni sulle obbligazioni e titol

Obbligazioni e titoli di Stato

Che anno sarà il 2023 in riferimento a obbligazioni e titoli di Stato? 'è da aspettarsi un balzo in avanti? Passiamo in rassegna alcuni delle valutazioni degli esperti.

Che anno sarà il 2023 in riferimento a obbligazioni e titoli di Stato? Si tratta di una delle domande più formulate sul finire dello scorso anno che fa coppia con il confronto su quanto è accaduto in questo 2022. C'è da aspettarsi un balzo in avanti?

Passiamo in rassegna alcuni delle valutazioni degli esperti, ricordando che i titoli di Stato più sensibili alle politiche dei governi, come sono ad esempio quelli italiani, devono tenere conti delle soluzioni dei Paesi per contrastare la crisi. Approfondiamo allora in questo articolo:

  • Obbligazioni e titoli di Stato, esperti a confronto
  • Altre previsioni degli esperti per il 2023

Obbligazioni e titoli di Stato, esperti a confronto

Secondo Franklin Templeton, società di gestione del risparmio a stelle e strisce, è preferibile puntare su obbligazioni corporate di qualità. A detta degli esperti, il rischio di recessione negli Stati Uniti è del 70% ma ci può anche essere un atterraggio morbido.

La recessione nell'Eurozona - fanno notare - arriverà prima che negli Usa. In questo contesto, il suggerimento è comunque di restare prudenti anche sui mercati emergenti, in quanto la liquidità è ancora interessante come diversificatore, ma in modo decisamente più limitato.

Di interessante c'è anche il focus di Credit Suisse, per cui il nostro Paese sarà sottoposto a forti pressioni per conformarsi agli orientamenti fiscali dell'Ue per accedere ai fondi del Next Generation Eu e beneficiare dello scudo anti-spread Bce con ripercussioni negative sui Btp.

Sulle obbligazioni governative e societarie di buona qualità, comunque, quasi tutte le case di investimento danno un giudizio positivo. François Rimeu, senior strategist di La Française am, fa presente che nella loro allocazione per il 2023 saranno privilegiati i titoli a reddito fisso, soprattutto quelli meno rischiosi. Ritiene che i tassi di interesse sia quelli reali che i nominali possano diminuire negli Stati Uniti nel 2023 e che i titoli investment grade possano offrire rendimenti relativamente interessanti. Più cauti sulla parte più rischiosa del mercato high yield, i titoli ad alto rischio e alto rendimento.

Per John Bilton, head of global multi-asset strategy di J.P. Morgan Asset Management, il forte crollo dei mercati azionari e obbligazionari nel 2022 potrebbe non essere ancora finito, ma nel lungo periodo ritiene che le turbolenze di quest'anno abbiano creato le opportunità di investimento più interessanti dell'ultimo decennio.

E ancora: sebbene le condizioni dei mercati appaiano difficili nel breve termine, per la prima volta dopo anni gli investitori hanno a disposizione una intera gamma di strumenti per il proprio portafoglio, con previsioni di rendimento nuovamente positive per tutte le asset class, e un'ampia varietà del grado di rischio.

Altre previsioni degli esperti per il 2023

Sicuramente interessanti solo anche le valutazioni di Ubs Asset Management che rende pubbliche le aspettative sui mercati dei capitali, ovvero le proiezioni sulle diverse asset class in base alle ipotesi su crescita, inflazione, politica monetaria e altri fattori macro. Mostrano che, rispetto a 12-15 mesi fa, il contesto attuale è molto più interessante.

Secondo gli analisti, il dollaro è diventato ancora più caro nell'ultimo anno e questo, secondo le nostre proiezioni, aumenta la possibilità di ritorno al fair value. Ritengono che ciò sia in grado di incrementare i ritorni per gli investitori in dollari che detengono asset internazionali, su un orizzonte a cinque anni. Il miglioramento del profilo di ritorno è più evidente negli attivi che pagano una cedola, obbligazioni governative e credito, in funzione del punto di partenza più elevato per i tassi privi di rischio.

Per la società di gestione svizzera, il -25% dell’azionario globale e il -21% dei governativi e credito globali registrati quest’anno hanno creato i presupposti per avere ottimi ritorni futuri per investitori di medio e lungo periodo. Una buona notizia in un anno di mercati molto difficili. Guardando ai portafogli multi-asset - fanno ancora presente - la fine dell'era Tina, sigla di There is no alternative rappresenta una novità positiva.