Nel mirino dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato è finita l'attività di commercializzazione dei mutui immobiliari a tasso fisso e a tasso variabile.
Il punto di partenza è il procedimento istruttorio avviato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti di Intesa Sanpaolo. Secondo l'Agcm, l'istituto di credito avrebbe avviato una presunta pratica commerciale scorretta nell'attività di commercializzazione dei mutui immobiliari per i consumatori, sia a tasso fisso e sia a tasso variabile. Facciamo allora il punto della situazione e più specificatamente analizziamo in questo articolo:
Parole chiare per l'Autorità garante della concorrenza e del mercato, secondo cui nelle fasi di commercializzazione dei mutui, la banca "non fornirebbe informazioni chiare in merito alla modalità di calcolo della durata del periodo di pre-ammortamento tecnico, ovvero il tempo che intercorre tra l'erogazione del mutuo e la prima mensilità del piano di rimborso, che costituisce un elemento di costo, talvolta anche ingente".
In particolare, risulterebbe che Intesa Sanpaolo "senza dare adeguate informazioni al consumatore nei vari documenti precontrattuali e nelle varie fasi, anche avanzate, che portano alla sottoscrizione dell'offerta di mutuo", avrebbe applicato un periodo di pre-ammortamento tecnico caratterizzato da un arco temporale di durata variabile: "L'istituto di credito non sembra fornire indicazioni chiare e adeguate in merito alla modalità di calcolo della durata di questa fase che, in sostanza, allunga il periodo di estinzione del mutuo, aumentandone quindi il costo".
L'Autorità fa notare che nel caso di tassi variabili, "all'onerosità connessa alla durata del periodo di pre-ammortamento tecnico, si aggiungerebbe anche quella legata al tasso applicato che risulterebbe superiore a quello negoziato nel mutuo per il rimborso, senza dare adeguata informativa al consumatore sul suo valore in tutta la documentazione pre-contrattuale e anche nelle fasi più avanzate di negoziazione".
Per la presentazione di una richiesta di risarcimento occorre altro l'esito del procedimento istruttorio avviato dall'Autorità garante della concorrenza e del mercato nei confronti di Intesa Sanpaolo. Solo nel caso in cui le contestazioni vengano confermato è possibile avanzare le proprie pretese. La domanda può essere avanzata alla banca stessa prima di avviare un contenzioso. Oppure è possibile rivolgersi all'Arbitro bancario e finanziario. Rispetto a un ricorso in tribunale i tempi sono più brevi, i costi più bassi e l'intera procedura si svolge online.
Il procedimento si svolge in forma scritta e non serve un avvocato. Costa 20 euro che sono restituiti in caso di decisione favorevole. E se la banca o la società finanziaria non rispettano le pronunce, l'inadempimento è reso pubblico.
A istituire l'Arbitro bancario finanziario è stata la Banca d'Italia prevedendo che nel settore bancario e finanziario operino sistemi stragiudiziali di risoluzione delle controversie quali strumenti di tutela alternativi rispetto alla giustizia ordinaria. La pronuncia sulla contesa tra cliente e intermediario, rimessa ai Collegi, è assunta secondo diritto sulla base delle domande formulate dal ricorrente e dei documenti presentati dalle parti.