Il panorama attuale del mercato dei mutui è condizionato da una serie di fattori che presentano notevoli incertezze sia a livello internazionale che nazionale.
Nel contesto del mercato dei mutui ci sono due variabili che provocano incertezza: l'andamento economico internazionale e quello nazionale. Dal punto di vista internazionale, si delineano due fattori: la situazione geopolitica complessa che introduce incertezza sulle dinamiche future, e l'incremento dei prezzi energetici che potrebbe provocare una riluttanza delle banche centrali nel mitigare le politiche restrittive inerenti ai tassi di interesse.
In parallelo permane un certo grado di incertezza in merito alla possibilità di un impatto derivante dal crollo finanziario di Evergrande. Esiste il rischio concreto che un simile scenario possa scatenare una serie di effetti a cascata analoghi a quelli verificatisi a seguito del collasso di Lehman Brothers.
Sul fronte interno, occorre monitorare l'impatto concreto derivante dall'attuazione della tassa sugli extraprofitti delle banche. Le istituzioni finanziarie, per assorbire tale onere, potrebbero trasferire parte dei costi ai propri clienti attraverso l'aumento delle commissioni, dei servizi e persino dello spread applicato alle operazioni di finanziamento. Cerchiamo allora di capire:
Per un mutuo di circa 150.000 euro a 20 anni, si stima che si debbano pagare 917 euro al tasso fisso e 990 euro al tasso variabile. Nel caso di un mutuo a 30 anni, le rate scendono a 734 euro con il tasso fisso e 814 euro con il tasso variabile. Queste cifre sono calcolate sulla base di ipotesi di tassi fissi a fine agosto e sono di natura teorica.
Nella stagione autunnale si prevede l'introduzione di aiuti destinati alle famiglie in difficoltà con il pagamento dei mutui, specialmente quelli a tasso variabile, così da abbassare la rata. L'Associazione bancaria italiana ha avviato un'iniziativa che invita le sue associate a agevolare la rinegoziazione dei finanziamenti esistenti senza costi aggiuntivi, allungando i periodi di ammortamento e favorendo la conversione dei mutui variabili in fissi.
In relazione alla trasformazione da variabile a fisso, la legge rende obbligatorio questo passaggio per chi possiede un Isee inferiore a 35.000 euro. La circolare Abi suggerisce di superare tale limite. Dato l'attuale contesto dei tassi, questo passaggio potrebbe risultare poco conveniente. Ad esempio, un mutuo variabile con una durata residua di 20 anni e uno spread sull'Euribor all'1%, se convertito, comporterebbe un tasso d'interesse del 4,2%, ma il debito verrebbe rimborsato in modo più lento.
Le iniziative governative si orienteranno verso un finanziamento più ampio e diversificato delle opzioni di assistenza per i mutuatari, come l'espansione del Fondo Gasparrini, già attivo per coloro che affrontano gravi problemi di salute o occupazionali, e il Fondo Consap per i sotto i 36 anni, in scadenza il prossimo 30 settembre.
All'inizio del nuovo anno, si prospetta una possibile inversione di tendenza. Osservando le previsioni per marzo 2024, il tasso d'interesse dei mutui considerato dovrebbe scendere al 5,02%, per poi diminuire ulteriormente fino al 4,83% entro giugno 2024.
In questo contesto, Unicredit ha presentato un'opzione di flessibilità nel processo di rimborso dei mutui, mediante una proroga dell'opzione di rimodulazione senza costi aggiuntivi. Questa possibilità permette la sospensione del pagamento della quota di ammortamento del capitale per un periodo di 12 mesi, o la riduzione dell'ammontare della rata associata all'estensione corrispondente del termine del piano di rimborso, potenzialmente fino a un massimo di 4 anni. Questa iniziativa presenta somiglianze anche con l'azione intrapresa da Banca Intesa.