Le rate dei mutui continuano a salire e gli incrementi sembrano ancora non fermarsi. Calcolo aumenti e spiegati i perchè
Negli ultimi mesi, il costo del denaro è salito, così come i tassi di interesse, portando a un incremento del costo dei mutui, sia a tasso variabile che fisso. Questo aumento ha creato una situazione di stress finanziario per molti mutuatari.
Qual è l'incremento dei mutui in seguito all'aumento dei tassi e quali sono le stime concrete per Agosto, Settembre e i mesi a seguire? Di recente, il prezzo del denaro è salito, parallelamente ad un incremento dei tassi di interesse stabiliti dalla BCE, causando un conseguente aumento delle rate dei mutui. Secondo le informazioni più recenti, nel corso dell'ultimo anno, il costo di un mutuo per chi ha un tasso variabile è cresciuto tra il 60 e il 75%. Anche i mutui a tasso fisso hanno subito un aumento. Dunque, esaminiamo le prospettive per i mesi futuri.
In un anno i costi dei mutui per le famiglie italiane sono aumentati in maniera esponenziale per tutte le categorie di importo dei mutui per acquisto di abitazioni e tutti i clienti hanno subito un aumento medio di 240 punti base, con tassi che hanno superato anche il 4,5% in alcune aree del Paese.
Secondo quanto emerso da analisi recenti, i tassi medi praticati dalle banche sono più alti per chi vive in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise e Puglia (4,18%) e in Sardegna e Sicilia (4,23%) rispetto alla media nazionale del 4,1%, mentre risultano più favorevoli le condizioni per accedere ai mutui nelle regioni settentrionali, con tassi, per esempio, al 4,09% in regioni come Lombardia, Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta, e al 3,99% in regioni come Trentino Alto Adige, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Veneto.
Per fare un esempio di quanto è aumentato il costo di un mutuo dopo le recenti decisioni della Bce, con nuovi rialzi, prendendo il caso di un mutuatario che ha acceso un mutuo a tasso variabile nel 2022, si ritrova oggi a pagare una rata raddoppiata rispetto a quella originariamente stabilita.
Se si pagava, per esempio, una rata da 320 euro al mese per trent’anni per un mutuo di 100mila euro, a giugno 2023 la rata è salita fino a 650 euro mensili a cui aggiungere l’ulteriore aumento di luglio dello 0,25% dell’Euribor, che prevede un nuovo rincaro fino a quasi 800 euro. E’ chiaro che la situazione è ormai diventata insostenibile.
Con un mutuo a tasso variabile, oggi, per un mutuo da 150mila euro per 20 anni, la rata mensile sarebbe di 1.090 euro, ben 325 euro in più (+63,9%) rispetto a quella che si sarebbe pagata un anno fa, circa 665 euro.
Anche i nuovi mutui a tasso fisso sono aumentati, passando da un interesse medio di circa 1,8% anche oltre il 6% con le rate mensili che, pertanto, possono risultare, sulla base delle offerte delle banche, anche più che raddoppiate.
Scegliendo un mutuo a tasso fisso da 200mila euro da rimborsare in 25 anni, considerando un tasso medio al 6% circa, la rata mensile si attesa sui 1.304 euro, che scendono a poco più di 600 euro per un mutuo da appena 100mila euro, con tasso al 5,3%.
Si spera che i tassi di interesse comincino a diminuire presto, al fine di aiutare sia coloro che attualmente stanno pagando un mutuo, sia coloro che sono in attesa di comprare una casa e sperano in una ulteriore diminuzione dei tassi per rendere l'acquisto più vantaggioso rispetto al presente. Tuttavia, come già previsto, non vedremo un ritorno ai tassi estremamente convenienti dello 0,8% per i mutui nel breve termine. Saranno necessari anni prima di assistere a tassi di mutuo così bassi.
In base alle prime indicazioni, a settembre potrebbe verificarsi un arresto nell'aumento dei tassi, mantenendo così inalterati i mutui che, seppur con la speranza di un calo, almeno non subiranno ulteriori incrementi nelle rate.
La BCE ha infatti dichiarato che qualsiasi incremento o decremento dei tassi di interesse sarà valutato mese per mese, dopo l'estate, in base all'evoluzione dell'inflazione. Tuttavia, secondo gli esperti, i tassi potrebbero rimanere stabili fino alla fine dell'anno.
Ma se a fine anno l'inflazione dovesse tornare a crescere, la stessa Bce potrebbe decidere per nuovo aumento dei tassi di un ulteriore 0,25%, mentre qualche piccola riduzione potrebbe verificarsi a partire da gennaio 2024 e nel corso dell’anno prossimo, per una (si spera) discesa dei tassi entro la fine del 2024 fino al 3% dal 4,25% attuale.