Nuovo catasto obbligatorio per case con legge Ue con pesanti conseguenze dopo altre imposizioni su case

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Quali sono le richieste Ue all’Italia sulla revisione del catasto e conseguenze attese: le altre richieste già presentate

Si torna a parlare di riforma del catasto di fronte a nuove richieste da parte dell’Ue, dopo le iniziali chiare posizioni che era state annunciate dal governo Meloni. Nel nuovo Def presentato, Documento di Economia e Finanzia che anticipa le misure che saranno inserite nella nuova Manovra Finanziaria, non c’è stata alcuna reale novità sul, considerando che, come lo stesso governo aveva anticipato, non si aveva intenzione di riprendere la riforma del catasto su cui aveva iniziato a lavorare il governo Draghi, non essendo una priorità rivedere le norme sul catasto, come del resto non si sta facendo in altri Paesi.

La riforma del catasto non rappresentava una priorità per il governo ma ora tutto potrebbe cambiare. Vediamo allora come potrebbe essere il nuovo catasto obbligatorio per case richiesto da Ue con importanti conseguenze dopo diverse altre imposizioni su case?

  • Nuovo catasto obbligatorio da Ue e richieste avanzate 
  • Altri nuovi obblighi Ue imposti per le case 

Nuovo catasto obbligatorio da Ue e richieste avanzate 

Stando a quanto confermano le ultime notizie, l’Ue avrebbe chiesto nella nuova Manovra Finanziaria una nuova riforma del Catasto, che era stata avviata dal Governo Draghi, con la definizione già di alcune novità e parametri ma poi bloccata a causa della caduta del governo.

La richiesta dell’Ue per una riforma del catasto riguarda l’adeguamento di valore catastale e valore di casa che, secondo l’Ue, dovrebbero essere uguali, e si tratta di una novità che avrebbe conseguenze negative sulle tasse da pagare sulle case, che si alzerebbero, e sulle compravendite.

Con la revisione del catasto richiesta dall’Ue, i prezzi delle compravendite di casa aumenterebbero, al contrario di quanto aveva in mente l’ex premier Draghi che, a più riprese, aveva ribadito che qualsiasi modifica per il catasto non avrebbe influito sull’aumento delle tasse da pagare sulle case e altri immobili. 

La riforma del catasto del governo Draghi aveva, infatti, come principale obiettivo quello di far emergere gli immobili cosiddetti fantasma e cancellare l’attribuzione esplicita di un valore patrimoniale all’immobile, procedendo su un doppio binario per gli immobili, con la rendita catastale per il calcolo delle tasse da pagare sugli immobili stessi, e la rendita ‘ulteriore’, senza incidere però sulla base imponibile per il calcolo delle tasse.

Entrando più nel dettaglio, la riforma del Catasto dell’ex governo Draghi prevedeva le seguenti misure:

  • attribuzione ad ogni immobile, oltre alla rendita catastale, anche del relativo valore patrimoniale e una rendita attualizzata sui valori normali espressi dal mercato;
  • ricalcolo delle rendite catastali, cioè dei valori attribuiti agli immobili e che sono base di calcolo di tasse, affitto, e non solo e che derivano da diversi elementi, come superficie dell’immobile, numero di vani, posizione in cui l’immobile si trova, ecc;
  • nuovi meccanismi di aggiornamento periodici delle rendite catastali in base alle oscillazioni del mercato di riferimento;
  • modifiche per gli Omi, prezzi di mercato divisi per zone e di consultazione nell’accesso alla banca dati catastale;
  • potenziamento degli strumenti a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per mappare e censire gli immobili sconosciuti;
  • agevolazioni per gli immobili di interesse storico o artistico per costi di manutenzione e conservazione.
Se con la riforma del Catasto del governo Draghi non era prevista alcuna nuova tassazione sulla casa né relativi aumenti di quelle già calcolate, con la nuova richiesta di modifiche al catasto dall’Ue, qualcosa potrebbe cambiare, e in negativo, per quanto riguarda la tassazione su case e altri immobili.

Altri nuovi obblighi Ue imposti per le case 

La richiesta al governo italiano di una revisione del catasto arriva dopo altri obblighi e imposizioni già presentate per le case, dalla ristrutturazione obbligatorie delle case vecchie, allo stop alle caldaie a gas e alle cucine a gas in favore di quelle a induzioni, all’installazione di pannelli solari.

E’ stata approvata, innanzitutto, la direttiva Ue sulla ristrutturazione obbligatoria per rendere più efficienti le case ‘più vecchie’ e inquinanti che, stando a quanto emerge dai dati, dovrebbe interessare circa il 60% degli edifici italiani, considerando che si tratta di case di classe energetica F o anche G in molti casi. 

Gli step previsti dalla nuova legge europea per la ristrutturazione obbligatoria delle case sono i seguenti:

  • entro il 2030 tutti gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E;
  • entro il 2033 la classe energetica da raggiungere dovrà essere la D;
  • entro il 2040 si dovrà raggiungere un livello tale da garantire un parco immobiliare a zero emissioni entro il 2050.
Secondo quanto previsto dalla nuova legge europea, l’obbligo di ristrutturazione varrà per tutte le case e gli edifici di classe inferiore a E ed entro il 2023 tutti gli edifici e le case di classe energetica inferiore a E, cioè F e G, dovranno essere ristrutturati per migliorare la propria classe energetica e ridurre, quindi, le proprie emissioni inquinanti.  

Gli unici immobili che esonerati dal nuovo obbligo di ristrutturazione di casa sono:

  • edifici di pregio artistico;
  • edifici riconosciuti meriti storico-architettonici;
  • edifici di culto; 
  • seconde case.
Accanto al nuovo obbligo di ristrutturazione green delle case, l’Ue ha anche imposto anche l’obbligo di sostituzione delle caldaie a gas, di installazione dei pannelli solari su tutti gli edifici pubblici e commerciali dal 2026 in poi e di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione.

Partendo dalla nuova direttiva Ue sulle caldaie a gas, sarebbe previsto lo stop all’acquisto e alla installazione di caldaie a gas, considerati impianti inquinanti, che dovrebbero del tutto scomparire entro il 2029.

La scomparsa delle caldaie a gas sarà, infatti, progressiva, con il primo step tra il 2025 e il 2026, quando non saranno più disponibili i relativi incentivi che si potranno invece avere solo per l’installazione di tecnologie alternative e a sostituzione dei vecchi impianti, e il secondo step che si dovrebbe concludere entro il 2029, con lo stop totale alla vendita sul mercato delle caldaie a gas.

Passando all’obbligo imposto dall’Ue per l’installazione di pannelli solari per tutti gli edifici pubblici e commerciali, la data fissata è dal 2026 in poi, per edifici che superano una determinata metratura, ed entro il 2030 per tutti gli edifici residenziali. 

L’obiettivo dell’Ue è raddoppiare la capacità fotovoltaica europea e installare 600 nuovi gigawatt entro il 2030, un progetto che sarà a tappe, come annunciato, per cui:

  • entro il 2026 dovranno avere i pannelli solari tutti i nuovi edifici commerciali e pubblici con area utile maggiore di 250 metri quadrati;
  • entro il 2027 l’obbligo sarà previsto anche per gli edifici già esistenti della stessa tipologia;
  • dal 2029 l’obbligo di installazione dei pannelli solari dovrà riguardare tutti i nuovi edifici residenziali. 
Ulteriore imposizione dall’Ue sulle case, al fine di un mondo più green, riguarda, infine, l’obbligo di sostituzione delle cucine a gas con cucine a induzione, passaggio che anche in tal caso potrebbe essere graduale. 

Le cucine a induzione non sono, infatti, inquinanti come le cucine a gas e permettono di curcinare più velocemente e portare l’acqua a ebollizione in minor tempo, riducendo così i tempi di cottura e, di conseguenza, il consumo di energia.