Quando si può dare più soldi, case e beni ad un solo figlio in donazione, eredità, usufrutto, comodato

di Marianna Quatraro pubblicato il
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Cosa accade quando si danno più soldi, case e beni in donazione, eredità, usufrutto, comodato ad un solo figlio e cosa prevedono leggi in vigore

In quali casi si possono dare più soldi, case e beni ad un solo figlio in donazione, eredità, usufrutto, comodato? Quando decede una persona, la legge italiana prevede l'avvio della cosiddetta successione ereditaria. Significa che i diritti patrimoniali del defunto vengono trasferiti ad altri soggetti che subentrano in tutte le situazioni giuridiche del de cuius e ne acquisiscono tutti i beni mobili e immobili, da dividere in quote legittime tra tutti gli eredi legittimi.

Il trasferimento dei diritti patrimoniali può avvenire per legge, cioè secondo quanto stabilito dal Codice Civile, o per testamento, cioè secondo le volontà espresse dal defunto. 

  • Quando si possono dare più soldi, case e beni ad un solo figlio in donazione, eredità, usufrutto, comodato
  • Eccezioni in cui si possono dare più soldi, case e beni ad un solo figlio

 
Quando si possono dare più soldi, case e beni ad un solo figlio in donazione, eredità, usufrutto, comodato

Secondo le leggi in vigore, non ci sono casi in cui è possibile dare più soldi, case o altri beni in eredità ad un solo figlio o in donazione, in usufrutto o in comodato. O meglio, un genitore, quando ancora in vita, può disporre dei propri beni a favore di un figlio piuttosto che di un altro o altri figli e ciò significa che può lasciare la sua eredità ad un solo figlio e non agli altri o fare testamento lasciandogli tutto.

Si tratta, però, di una condotta che il figlio che ha ricevuto la donazione o eredità potrebbe pagare una volta deceduti i genitori. Le leggi italiane prevedono, infatti, per la successione dell’eredità regole specifiche per donazioni e divisione dell’eredità tra eredi legittimi fissando le cosiddette quote legittime ereditarie.

Si tratta di percentuali di eredità di un de cuius che spettano in misure differenti a tutti gli eredi legittimi e che non possono mai essere ignorate. Ciò significa che tutti gli eredi legittimi hanno diritto ad avere una parte di eredità, che non può così essere destinata interamente ed unicamente ad un solo figlio erede. 

Pur se, infatti, il genitore vuole lasciare la propria eredità ad un solo figlio e non anche agli altri, pur potendo disporre dei suoi beni come vuole e magari dar più ad un figlio piuttosto che agli altri, secondo la legge, questi ultimi hanno comunque diritto a percepire parte dell’eredità del genitore.

Per quanto riguarda l’usufrutto, la legge prevede che l’usufrutto a favore di una persona giuridica, come un figlio, non possa durare più di trent’anni. Per il comodato d’uso di una casa o altro bene, se i genitori decidono di darla in comodato d’uso ad un solo figlio, nulla gli impedisce di farlo in vita ma, dopo la morte del genitore, gli altri figli hanno diritto a chiedere la risoluzione del comodato e la restituzione del bene per poi procedere con la divisione dell’eredità nel suo complesso tra tutti gli eredi legittimi.

Eccezioni in cui si possono dare più soldi, case e beni ad un solo figlio

Esistono, però, alcune eccezioni al principio del rispetto delle quote legittime per gli erediti. I casi in cui un genitore può dare più soldi, case o altri beni in eredità o donazione ad un solo figlio sono quelli in cui un altro figlio o altro erede vengono considerate indegni o se gli altri eredi rinunciano all’eredità. 

Tutti gli eredi, per legge, figli compresi, possono essere considerati indegni ed essere, quindi, esclusi dall’eredità. Un erede viene considerato indegno solo al sussistere di particolari condizioni. 

E’ considerato indegno per legge l’erede che ha tenuto un comportamento riprovevole nei confronti del defunto, tanto da essere escluso dalla successione ed essere ritenuto incapace di succedere. I casi specifici in cui un erede viene considerato indegno tanto da essere estromesso dall’eredità sono i seguenti:

  • se l’erede ha volontariamente ucciso o tentato di uccidere il parente defunto;
  • se l’erede ha commesso, in danno del parente, un fatto al quale la legge dichiara applicabili le disposizioni sull'omicidio;
  • se l’erede ha denunciato uno di tali parenti per reato punibile con l'ergastolo o con la reclusione per un tempo non inferiore nel minimo a tre anni, se la denuncia è stata dichiarata calunniosa in giudizio penale;
  • se l’erede ha indotto con dolo o violenza il parente defunto a fare, revocare o mutare il testamento, o gli abbia impedito di farlo;
  • se l’erede ha nascosto o alterato il testamento con disposizioni sull’eredità;
  • se l’erede ha formato un testamento falso o ne ha fatto scientemente uso.
Chi decide, invece, di rinunciare ad una eredità deve sottoscrivere una dichiarazione o tramite notai o davanti al cancelliere di un tribunale. Per la redazione dell’atto di rinuncia all’eredità bisogna presentare diversi documenti che sono:
  • documento di riconoscimento in corso di validità;
  • certificato di morte in carta libera da richiedere al Comune dove è accaduto il decesso;
  • copia del testamento, se presente;
  • codice fiscale del defunto;
  • codice fiscale del rinunciante, anche se minore o interdetto;
  • certificato dell’ultima residenza del defunto.