I conti correnti non offrono tassi di interesse elevati poiché sono strumenti pensati per la gestione e il pagamento e non sono finalizzati agli investimenti. Ma qualcosa sta cambiando.
Quali sono i conti correnti che offrono rendimenti reali del 5% in questo mese di settembre che stanno emergendo come opzioni interessanti per i risparmiatori italiani? E quali sono le nuove iniziative messe in atto dalle banche per fornire assistenza sui mutui e supportare le famiglie? Cosa aspettarsi per il mese di ottobre?
Anche oggi, ci sono ancora sfide complesse che devono essere affrontate dai cittadini e dalle famiglie italiane, che sembrano avere margine di manovra sempre più limitato, in parte a causa dei continui aumenti dei tassi di interesse che richiedono misure di austerità e una contrazione dei consumi. Diverse istituzioni bancarie stanno adottando varie strategie per fornire sostegno in questa situazione. Ecco cosa sta cambiando:
Bbva ha aumentato i tassi di remunerazione sui conti correnti dal 2% al 4%, mentre gli interessi sui depositi flessibili passano dal 3% al 5%. Questa remunerazione è valida fino al 31 gennaio 2025 e gli interessi vengono accreditati mensilmente. Questo vantaggio è disponibile senza alcuna condizione, senza saldo minimo richiesto e senza vincoli di durata, garantendo ai clienti la piena disponibilità dei propri fondi.
Anche altri istituti di credito stanno cercando di seguire questa tendenza, anche se non hanno ancora raggiunto tassi di rendimento così elevati. Ad esempio, la banca italiana Illimity ha introdotto un tasso di interesse del 2,5% sui saldi a vista, ma solo per il suo conto Premium, che richiede un canone mensile di 7 euro. Allo stesso modo, Banca d'Asti sta offrendo tassi di interesse per i titolari dei propri conti correnti, ma con limiti temporali e condizioni specifiche.
Si resta in attesa della decisione delle grandi banche - come Unicredit, Intesa San Paolo, Monte dei Paschi di Siena, Bnl - che potrebbero "rispondere" aumentando i tassi di interesse sui conti correnti, anche se non è affatto così scontato. Non è infatti una prassi regolarmente seguita.
Con l'obiettivo di fornire supporto ai cittadini e alle famiglie, le banche stanno proponendo una serie di sistemi e misure sui mutui.
Unicredit propone ad esempio un piano da 10 miliardi di euro, volto a sostenere famiglie e imprese e promuovere i consumi, specialmente in un periodo caratterizzato da un'alta inflazione. Questo piano si suddivide nel seguente modo: 4 miliardi sono destinati al finanziamento dei consumi delle famiglie, mentre 6 miliardi sono destinati a nuovi finanziamenti per le imprese attive nel settore turistico, per l'eccellenza nel Made in Italy e per le zone economiche speciali.
Per quanto riguarda le famiglie, è stata introdotta flessibilità nel rimborso dei mutui. È stata prorogata la possibilità di rimodulare il mutuo senza costi aggiuntivi, con la possibilità di sospendere il pagamento della quota capitale per un periodo di 12 mesi o ridurre l'importo della rata, estendendo contemporaneamente la scadenza del piano di rimborso fino a un massimo di 4 anni.
Unicredit ha creato un piano di rateizzazione a tasso zero per acquisti e spese di utilità, destinato a coloro che hanno un Isee inferiore a 25.000 euro e sono titolari di una carta Flexia. È stato anche introdotto un bonus di 500 euro su prestiti personali per le nuove nascite.
Anche Intesa Sanpaolo ha preso misure per allungare i termini dei mutui a tasso variabile, consentendo la distribuzione dilazionata del pagamento per alleviare il peso finanziario sulle famiglie e sulle imprese, soprattutto in considerazione dell'incremento dei tassi di interesse stabiliti dalla Bce.
L'aumento dei tassi di interesse sta avendo un impatto sul mercato dei mutui. Ad esempio, un mutuo di 200.000 euro a 25 anni con un tasso del 1,61% 10 anni fa e una rata mensile di 810 euro, basato su un Euribor al 4%, comporterebbe ora un pagamento di 1.192 euro.
D'altra parte, un mutuo di 200.000 euro a trent'anni stipulato solo due anni fa, con un tasso dell'0,97% e una rata iniziale di 705 euro, potrebbe ora comportare un pagamento fino a 1.401 euro, praticamente il doppio.
Oltre all'opzione di allungare i termini dei mutui a tasso variabile, le banche offrono anche altre alternative per agevolare il pagamento di mutui sempre più onerosi, considerando un costo del denaro che ha raggiunto il 4%. Una di queste opzioni è la rinegoziazione dei mutui, che può comportare un aumento della rata mensile, ma limitato al massimo del 4,25% di luglio 2008.
In alternativa, è possibile considerare la surroga del mutuo, che implica il trasferimento del mutuo da una banca all'altra con le stesse condizioni residue e condizioni più favorevoli. Tuttavia, per usufruire di questa opzione, è necessario trovare un istituto di credito disposto a concedere la surroga, tenendo conto che i tassi fissi partono dal 4%, e le banche sono più caute nelle concessioni in base all'affidabilità del cliente.