Cosa potrebbe cambiare per il Fisco italiano con nuova riforma pronta già ad essere ufficialmente presentata: le modifiche in arrivo e cosa prevedono
Si preannuncia decisamente ampia e ricca di novità e cambiamenti la riforma fiscale 2023 in via di definizione al governo e il cui testo ufficiale dovrebbe essere presentato nella sua prima stesura il prossimo mese di marzo, per avviare subito le relative discussioni e arrivare alla approvazione definitiva prima dell’estate. Vediamo quali sono i nuovi e interessanti dettagli delle tante modifiche previste che trapelano per la nuova riforma del Fisco?
Le quattro aliquote Irpef attualmente previste in base agli scaglioni di reddito stabilite dall’ex governo Draghi sono le seguenti:
Attualmente sono previste progressive riduzioni delle detrazioni per i redditi tra i 120 e i 240 mila euro fino all’azzeramento totale delle detrazioni, ad eccezione di quelle sanitarie ed edilizie. L’intenzione del governo è quella di allargare la riduzione ad altre fasce di reddito.
Strettamente collegata alla revisione delle detrazioni fiscali dovrebbe essere l’introduzione del quoziente familiare, nuovo sistema di calcolo e pagamento delle tasse che considera non il reddito personale, come accade per l’Isee, ma il reddito familiare ai fini dell’imposizione fiscale.
In particolare, il quoziente familiare divide il reddito complessivo della famiglia per il numero delle persone che vi rientrano, considerando nel calcolo complessivo coniugi e figli e anche eventuali altri familiari conviventi e a carico.
Con il quoziente familiare cambierebbe, dunque, il calcolo delle tasse da pagare in base al numero dei componenti della famiglia e le aliquote d’imposta dipenderanno dal reddito familiare diviso per il numero di componenti, corretti per una scala di equivalenza.
Nulla di nuovo dovrebbe essere, invece, definito per la nuova riforma del catasto, già avviata in realtà dall’ex governo Draghi ma che non dovrebbe essere ripresa dal governo Meloni. Come affermato al governo, in quasi nessun altro paese Ue sono stati aggiornati i valori immobiliari e gli stessi valori catastali italiani non hanno al momento necessità di essere rivisti e modificati.
Un capitolo della riforma fiscale sarà dedicato alle semplificazioni fiscali: tra le misure in via di definizione di sarebbe anche una semplificazione del calendario degli adempimenti e del meccanismo dei versamenti.
Un importante capitolo della riforma del Fisco 2023 interesserà la revisione della tassazione sul lavoro, con particolare riferimento a Irap, Ires e Iva. La prima ipotesi di lavoro riguarda la possibilità di totale cancellazione dell’Irap, si pensa poi ad una possibile riforma dell’Iva e delle aliquote agevolate (quelle al 4%, 5% e 10%), con una sua rimodulazione, soprattutto per alcuni beni.
Altra intenzione su cui sta lavorando il governo è quella di estensione della flat tax anche a lavoratori dipendenti e pensionati. Il governo ha già esteso la flat tax al 15% per gli autonomi con redditi fino a 85mila euro annui e non più fino a 65mila euro annui, e ha introdotto la flat tax incrementale per lavoratori autonomi con partita Iva ordinaria entro specifici limiti di reddito e una determinata franchigia.
L’obiettivo ora è di applicare la flat tax anche a lavoratori dipendenti e pensionati, anche in tal caso al 15%, che potrebbe essere inglobata nelle aliquote Irpef, come primo scaglione per tutti i redditi, come avviene per gli autonomi, per avere una tassa piatta per tutti.
Il primo passo da compiere per raggiungere tale obiettivo è quello di raggiungere la cosiddetta equità orizzontale, cioè arrivare a tassare tutti i redditi (da lavoro dipendente, da pensione, da lavoro autonomo) nella stessa maniera, cancellando anche la no tax area, considerando che oggi entro specifici limiti di reddito i soggetti non pagano tasse: i pensionati non pagano tasse fino a 8.500 euro, gli autonomi fino a 5.500, i lavoratori fino a 8.174 euro.