Anche se i mercati finanziari abbiano retto l'urto di numerose crisi politiche in Italia nel corso degli anni, la caduta del governo non fa dormire sonni tranquilli.
La caduta del governo Draghi riporta l'Italia al centro delle preoccupazioni degli investitori internazionali e finanziarie. Non è un caso che adesso si torna di nuovo a parlare con insistenza di spread e di conseguenze su mutui, Btp, Bot e prestiti. In pratica delle ripercussioni sulla vita di tutti i giorni. Analizziamo la situazione:
A seguire la prima reazione dei futures su Milano dopo la piega presa dagli eventi governativi: –4%. Il tutto mentre lo spread risaliva sopra a quota 210 punti base con il rendimento del decennale cresciuto di 6 punti base al 3,37%. Gli analisti finanziari vedono un aumento delle tensioni sullo spread tra Btp e Bund a causa dell'instabilità politica. I timori degli investitori su un lungo periodo di instabilità politica in Italia possano portare lo spread nel breve termine a 250 punti base e nel medio sui 300 punti.
Anche se i mercati finanziari abbiano retto l'urto di numerose crisi politiche in Italia nel corso degli anni, la caduta del governo non fa dormire sonni tranquilli agli investitori, alla luce delle numerose sfide sulle prospettive economiche italiane. Se c'è un motivo per cui l'aumento dello spread preoccupata e impatta sulla vita di tutti i giorni è per via del maggiore costo del finanziamento per il Tesoro italiano. Con il conto finale che finirà nelle mani degli italiani.
Il punto è che lo spread più alto significa tasse più elevate o taglio dei servizi pubblici. Il maggiore introito per l'imposizione fiscale viene quindi utilizzato compensando i risparmiatori del rischio che si assumono per via della minore affidabilità dello Stato
Uno spread alto vuole anche dire che lo Stato perde progressivamente l'accesso al mercato. Tradotto in termini pratici: lo Stato non riesce a fronteggiare le proprie obbligazioni. Nello scenario più catastrofico, avrebbe difficoltà a corrispondere pensioni, stipendi pubblici e fornitori, oggi pagati anche con l'emissione di titoli.
E poi, altro aspetto per nulla secondario, lo spread mette in crisi le banche e provoca una restrizione del credito. Detto altrimenti, aumenta il costo per i nuovi mutui, sia a tasso fisso sia a tasso variabile, e aumenta il costo dei finanziamenti alle imprese. Senza dimenticare che quando aumentano i tassi d'interesse il valore dei titoli diminuisce.
Il tutto avviene in un contesto in cui sono aperti tantissimi fascicoli. Entro la fine dell'anno il nostro Paese deve portare a termine altri 55 traguardi e obiettivi. Dal loro raggiungimento dipende l'erogazione della terza rata dei fondi del Pnrr. Insieme alla Legge di bilancio, è l'emergenza più consistente che il Paese dovrà gestire, con una crisi di governo che potrebbe spalancare le porte al voto anticipato in ottobre.