Il peso del Superbonus continua a rimanere molto forte per la manovra finanziaria così come il problema dei crediti incagliati per l'economia: le soluzioni allo studio.
Il peso del Superbonus continua a richiedere l'attenzione del governo, soprattutto considerando il problema dei crediti incagliati per l'economia. L'esecutivo sta ora lavorando a una serie di modifiche e restrizioni in merito al Superbonus e potrebbero essere implementate durante uno dei prossimi Consigli dei ministri.
Secondo fonti governative, tra le opzioni attualmente prese in considerazione non ci sono proroghe del Superbonus, ma piuttosto un avanzamento nel tempo delle aliquote e una restrizione delle categorie di beneficiari che possono richiedere il beneficio sotto forma di sconto in fattura.
Inizialmente il Superbonus al 110% è stato accolto con ampio consenso, ma nel tempo sono emerse preoccupazioni riguardo alla sua sostenibilità per le finanze pubbliche e agli effetti distorsivi che può generare. Tra questi effetti rientrano la possibilità di spiazzare altri tipi di investimenti, le potenziali pressioni inflazionistiche in settori specifici, operazioni fraudolente e una possibile saturazione della capacità delle istituzioni bancarie di gestire l'afflusso di crediti generati dalla misura. Vediamo cosa sta succedendo:
Le nuove detrazioni fiscali per interventi di adeguamento antisismico e riqualificazione energetica potrebbe essere quindi caratterizzate da aliquote progressive. Si prevede una detrazione massima del 90% se si raggiunge almeno la classe D di efficienza energetica o se si migliora di due classi se l'edificio è già in classe E o D. In caso contrario, la detrazione scende all'80% se si migliora di almeno due classi energetiche o si raggiunge la classe più alta, da dimostrare attraverso l'Attestato di prestazione energetica.
Per i lavori energetici eseguiti individualmente, al di fuori dei salti di classe, si prevede un bonus del 60%. Così come due aliquote per i lavori antisismici: 80% se i lavori riducono il rischio sismico a una classe inferiore, e 90% se comportano due passaggi verso classi di rischio inferiori. Un altro aspetto chiave della proposta riguarda l'inversa proporzione tra reddito e detrazione fiscale, con una progressiva riduzione dell'aliquota per i redditi superiori a 80.000 euro, fino a un massimo del 40% per i redditi superiori a 150.000 euro.
Oltre al blocco della proroga e del calo progressivo delle aliquote, la terza modifica allo studio del governo sul Superbonus 110% è il restringimento del numero dei beneficiari. La modalità di sconto in fattura e cessione del credito ha esteso la platea dei beneficiari, consentendo a proprietari con liquidità limitata o inadeguata di accedere più ampiamente all'incentivo, compresi territori economicamente meno abbienti, come il Mezzogiorno e comuni con basso reddito medio. Il governo sta considerando una restrizione della platea dei beneficiari.
Il governo sta esaminando soluzioni per il mercato di acquisto dei crediti fiscali. Si sta valutando la possibilità di consentire la verifica preventiva da parte dell'Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza sulla validità di questi crediti, risolvendo così le problematiche legate alla scarsa commercializzabilità dei crediti formatisi prima delle restrizioni imposte dai governi precedenti. I crediti includono, ad esempio, i bonus facciate comunicati tra il 2020 e il 2021, che attualmente non trovano acquirenti a causa di controlli insufficienti e alti tassi di frodi. L'idea è che le Entrate e la Finanza effettuino controlli preventivi che normalmente verrebbero eseguiti dopo la cessione per rimettere in circolazione questi crediti.
Il Ministero dell'Economia sta esaminando una soluzione per preservare gli esodati del Superbonus ovvero coloro che detengono crediti fiscali derivanti dal Superbonus maturati prima dell'implementazione delle misure antifrode, adottate a partire da novembre del 2021. Una delle proposte in discussione è l'introduzione di una nuova forma di certificazione nota come bollino blu. Questo bollino verrebbe rilasciato dall'Agenzia delle entrate e avrebbe l'obiettivo di migliorare le opportunità di vendita dei crediti fiscali preesistenti.
Nella pratica, il bollino blu rappresenterebbe un riferimento per i documenti che il Fisco potrebbe verificare al momento dell'acquisto dei crediti. ma ci sono alcune questioni da affrontare. Per i potenziali acquirenti, l'elenco dei documenti necessari per ottenere il bollino potrebbe risultare insufficiente, poiché mancano elementi chiave per una verifica incontrovertibile della realizzazione dei lavori, come foto e video degli interventi.
Sussiste quindi un limite legato alle implicazioni penali delle cessioni. Ad esempio, se un credito venisse certificato sulla base di documenti falsi e successivamente venisse sequestrato dalle autorità, il bollino blu non garantirebbe una protezione al 100% per l'acquirente. In pratica il compratore potrebbe essere esposto a rischi legali nel caso in cui emergessero problemi o irregolarità legate ai crediti fiscali.