Conti correnti 2023: regole in vigore
Il primo motivo che spinge al cambiamento delle regole sui conti correnti va cercato nel rialzo dei tassi ufficiali da parte della Banca centrale europea.
Continua a essere alta l'attenzione sui conti correnti per via delle nuove regole che entrano in vigore nel 2023 e riguardanti soprattutto i controlli e le comunicazioni. Ma anche i tassi di interesse che, per la prima volta dopo molto tempo, iniziano a muoversi verso l'alto.
Nulla di particolarmente elevato, ma sufficiente per uscire dall'azzeramento del rendimenti durato per molto tempo. Vediamo nel dettaglio.
Il livello dei tassi di interesse era praticamente annullato con il rischio di applicazione di tassi negativi per giacenze elevate. Oggi si sta muovendo qualcosa a tal punto che il conto corrente potrebbe diventare una forma di investimento dei propri risparmi.
Il calcolo della giacenza media annua ovvero dell'importo medio delle somme a credito del cliente, si determina dividendo la somma delle sole giacenze attive giornaliere per 365, indipendentemente dal numero di giorni in cui il deposito o conto è rimasto aperto.
Per giacenze giornaliere si intendono i saldi giornalieri per valuta. Ecco quindi i nuovi codici identificativi per i servizi di pagamento, separati dai contratti di convenzionamento, e quelli specifici per multivaluta, metalli preziosi, valuta virtuale, asset finanziari. In questo modo può essere tracciata la presenza di rapporti tenuti in qualsivoglia valuta, anche di natura innovativa, rimanendo predisposti per la raccolta di eventuali rapporti corrispondenti a nuove tipologie di servizi o prodotti per cui la legge preveda la comunicazione all'Archivio dei rapporti finanziari.
In merito al calendario delle comunicazioni obbligatorie, dal 2023 le comunicazioni mensili agli archivi dei rapporti finanziari devono avvenire entro l’ultimo giorno del mese successivo, considerando che il sabato non è inteso come giorno lavorativo; le comunicazioni annuali devono essere effettuate entro l’ultimo giorno lavorativo del mese di febbraio dell’anno successivo; per le comunicazioni tardive, le anomalie, le modifiche ci saranno nuove regole specifiche da seguire.
Attenzione quindi ai controlli da parte dell'Agenzia delle entrate sui conti correnti. Stando alle ultime disposizioni, il fisco può accertare l'esistenza di operazioni non giustificate, dopo avere confrontati i dati desumibili dai rendiconti delle gestioni forniti dal contribuente con i movimenti sui conti a lui intestati. Una sentenza della Corte di Cassazione aveva accolto le ragioni di un contribuente nell'ambito di un caso molto interessante.
In pratica, anche se il contribuente non giustifica in modo specifico i movimenti rimasti privi di qualsiasi riscontro, anche a seguito della ricostruzione compiuta dalle Entrate, che aveva determinato i ricavi ai fini Irpef e Irap, non erano state però quantificate le maggiori operazioni imponibili ai fini Iva.
Per la Cassazione, se l'accertamento dell'amministrazione finanziaria si fonda su verifiche di conti correnti bancari, l'onere della prova dell'Agenzia delle entrate può ritenersi soddisfatto grazie ai dati e agli elementi risultanti dai conti.
Si determina infatti una inversione dell'onere della prova a carico del contribuente, che deve dimostrare che gli elementi desumibili dalla movimentazione bancaria non sono riferibili a operazioni imponibili e sono prive di rilevanza fiscale.